Racconti delle strade dei mondi

Il falco

L’inizio della Caduta

 

Jonathan Livingston e il Vangelo

Jonathan Livingston e il Vangelo

L’Ultimo Demone

L'Ultimo Demone

L’Ultimo Potere

L'Ultimo Potere

Strade Nascoste – Racconti

Strade Nascoste - Racconti

Strade Nascoste

Strade Nascoste

Inferno e Paradiso (racconto)

Lontano dalla Terra (racconto)

365 storie d’amore

365 storie d'amore

L’Ultimo Baluardo (racconto)

365 Racconti di Natale

365 racconti di Natale

Il magazzino dei mondi 2

Il magazzino dei mondi 2

365 racconti d’estate

Il magazzino dei mondi 2
Marzo 2024
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
25262728293031

Archivio

Cronache della Folgoluce: rilettura

No Gravatar

Terminata la lettura di Il Ritmo della Guerra ho preso a rileggere le Cronache della FolgoluceIl Ritmo della Guerra, quarto volume di Le Cronache della Folgoluce; ciò non è dovuto al voler rinfrescare la memoria (anche se è servito a ricordare passaggi per rendere più chiaro il quadro fin qui realizzato: in dieci anni si possono dimenticare elementi di una saga così grande), ma a una necessità. Naturalmente è sempre un piacere leggere le opere di Brandon Sanderson (soprattutto le Cronache della Folgoluce), ritornare nel mondo che ha creato con i suoi poteri, i suoi spren e tutti quei personaggi che hanno saputo appassionare i lettori con le loro vicende, tuttavia, in questo caso, è qualcosa di secondario (anche se non significa che non è importante) perché la spinta a ritornare nel mondo della Folgoluce è stata quella di trovare, almeno in un mondo inventato, la spinta a migliorarsi, a puntare a qualcosa di più elevato, a perseguire ideali che elevano l’essere umano. Il voler ricercare valori perduti, riscoprirli e metterli in atto è qualcosa che nella società attuale mancano da un pezzo.
Certo, anche nelle Cronache della Folgoluce esiste questa realtà, anche qui esistono persone meschine che pensano ai propri interessi, politici che tramano intrighi e tradimenti, che cospirano gli uni contro gli altri, ma vedere che c’è chi tenta di staccarsi da tutto questo ed elevarsi sopra di esso, spingendo con l’esempio a far sì che anche altri facciano lo stesso, fa bene al cuore e alla mente.
Nella realtà non c’è bisogno di codici, giuramenti per essere migliori, ma una maggiore ricerca di valori, lasciando perdere opportunismi e meschini sotterfugi; non occorre essere Cavalieri Radiosi, avere grandi poteri per essere migliori: occorre fare delle scelte consapevoli che fanno vedere al di là del guadagno immediato, che permettono di costruire un mondo migliore nel futuro. Purtroppo, la realtà appare così squallida perché in tanti questo non fanno (a partire da politici, governanti e i più ricchi), ottenebrati dal materialismo, dal possesso, dall’interesse economico e dal benessere che da esso consegue che portano a divisioni e all’insuccesso globale.
Per questo, le Cronache della Folgoluce appare come qualcosa di cui c’è bisogno per sconfiggere i Nichiliferi, rappresentazione dell’incarnazione della forze di Odio, il nemico che sta dietro a tutto quanto. Forse non è un caso che Sanderson abbia scelto tale nome per l’avversario che si oppone ai protagonisti; il mondo è pieno di tale sentimento che si manifesta sempre più crescente nell’intolleranza, nel disprezzo, nel rigetto che si ha con ciò che è diverso e che trova qualsiasi pretesto per scatenare la violenza che tiene dentro di sé.
E anche se si tratta di un’opera di fantasia, rincuora leggere che non sempre odio vince, che c’è ancora chi si batte per la verità, per la giustizia e per quella dignità che tanto spesso s’ignora e che anzi si calpesta.

Il Ritmo della Guerra

No Gravatar

Il Ritmo della GuerraCon Il Ritmo della Guerra siamo al quarto capitolo di Le Cronache delle Folgoluce e Brandon Sanderson si mantiene sempre a livelli elevati. Molto elevati: tecnicamente parlando, si è di fronte al romanzo meglio scritto della serie. Anche se magari mancano momenti come quelli incontrati in La Via dei Re, Il Ritmo della Guerra, si scusi il gioco di parole, non manca di ritmo, tenendo incollati alle pagine; un tenere incollati che però non è adrenalinico, non per la maggior parte del tempo almeno, ma dovuto a segreti e rivelazioni che debbono essere fatti. Sanderson espande e approfondisce ancora di più Le Cronache della Folgoluce: si scopre che il mondo di Roshar è solo un campo di battaglia di qualcosa di molto più grande, che Onore e Odio sono elementi di qualcosa di più superiore e che non sono le sole entità superiori presenti nell’universo di Sanderson.
Per chi già conosce l’autore, questo non sorprende, ma si rimane sempre meravigliati nel vedere le capacità dello scrittore nello sviluppare una trama e nel far giungere il lettore a certi punti senza che lui se ne accorga, nonostante di indizi ne siano stati disseminati lungo la strada. Per chi non è avvezzo all’ambito scientifico, può risultare non subito facile la comprensione degli studi sui fabrial e gli esperimenti che vengono fatti su nichiluce e folgoluce: questo può essere additato come l’unico neo di Il Ritmo della Guerra, dato che va a inficiare un poco la scorrevolezza della lettura e dell’apprezzamento della storia.
Tolto questo (ma è un andare a cercare il pelo nell’uovo), quello che è andato a creare Sanderson va a dare una maggiore comprensione del mondo di Roshar, delle sue popolazioni e delle scelte fatte dai personaggi. Quella che era iniziata come una guerra tra umani e parshendi è in realtà qualcosa di più articolato e meno definito; si era già visto in precedenza che il fronte umano era diviso e quanto era stato difficile creare una coalizione per fronteggiare la minaccia che sta avanzando: in questo romanzo si viene a sapere che anche tra i parshendi ci sono diverse correnti, ognuna con le proprie idee e i propri scopi. C’è chi cerca di ritrovare il proprio passato, le proprie origini e di non essere asservito a Odio, c’è chi vuole conquistare tutti, mentre altri cercano in qualsiasi modo di porre fine alla guerra. Tra questi ultimi c’è Raboniel, temuta per i suoi metodi e le sue idee addirittura tra quelli della sua specie, al punto da essere chiamata la Signora dei Dolori: è lei che mette a punto il piano di conquista di Urithiru dopo che il traditore tra gli umani, Taranvagian, fa allontanare le forze di Dalinar, decisa non solo a eliminare il Fratello, lo spren ritenuto morto che anima la torre dei Radiosi, ma a scoprire anche una forma di luce capace addirittura di eliminare un dio. In questo, non avendo alternative, verrà aiutata da Navani, che attraverso gli studi cerca un modo per liberare Urithiru dalle mani del nemico e far risvegliare i Radiosi caduti in una sorta di coma dopo che i parshendi hanno rivolto contro di loro le difese della Torre in modo da annullare i loro poteri.
Navani, in quella che sembra un’impresa quasi impossibile, potrà contare solo su Kaladin, rimasto a Urithiru ad aiutare il padre nell’arte di medico dopo essere stato congedato da Dalinar perché bloccatosi diverse volte durante i combattimenti, Lift (entrambi con i poteri da Radiosi depotenziati a causa di ciò che è stato fatto alla torre) e un paio di membri del Ponte Quattro. Dovrà inoltre conquistare la fiducia del Fratello e scoprire i segreti della torre per contrastare il più possibile il nemico, dato che lui la avversa per gli studi e gli esperimenti che ha fatto sugli spren.
Nel mentre, Shallan e Adolin viaggiano a Shadesmar per giungere nella città degli onorespren e convincerli a stringere di nuovo un legame con gli uomini, dato che la maggior parte di loro reputa gli umani i responsabili di aver reso degli occhimorti gli spren legati a loro in passato. Adolin, impegnatosi a portare avanti il compito affidato dal padre, riuscirà con la sua caparbietà in qualcosa che sembra impossibile; Shallan invece dovrà avere a che fare, oltre con le altre sue due personalità (e una di cui ignorava l’esistenza) con il compito assegnatole dai Sanguispettri.
Lontani da Urithiru, Jasnah e Dalinar sono impegnati in una campagna militare per riconquistare terre al nemico: la prima dovrà essere la guida del suo popolo, il secondo dovrà scoprire i poteri da Forgialegami e convincere Odio a stringere un patto per far combattere i rispettivi campioni e coì porre fine alla guerra.
A tutto questo vanno aggiunti i piani dei Disfatti, le macchinazioni di Arguzia e gli Araldi fuori di testa a rendere ancora più complesse e ricche le trame di Il Ritmo della Guerra.
La spettacolarità non manca certo in questo romanzo, basti pensare agli scontri aerei tra i Corrivento e i Coalescenti, e neppure i colpi di scena, tenuti per un finale che è la risoluzione di un crescendo che è stato preparato per tutta l’opera, ma molto spazio è dato all’interiorità dei personaggi.
Il conflitto interiore di Shallan è ben mostrato con i dialoghi con le altre due personalità, Veil e Radiosa (senza contare Informe), dove viene rivelato quanto sia fragile l’equilibrio acquisito dalla ragazza dopo i fatti di un’infanzia che l’ha segnata per sempre, al punto che l’emergere della verità che ha voluto dimenticare le fa temere che chi le è vicino si allontani scoprendola.
Kaladin non sente di essere il Folgoeletto, la figura ispiratrice per gli altri, ma è un soldato logorato da tante battaglie e perdite, più un reduce che un eroe, dovendo fare i conti con l’oscurità che gli monta dentro e che lo sta portando a spezzarsi; è molto bello che lui, che è sempre quello che ha aiutato e salvato, arrivi a fare un passo indietro e capire che necessita a sua volta di un soccorso. E questo avviene aiutando coloro che sono nella sua stessa condizione, quelli che hanno ferite nell’anima che nessun dottore e fervente può aiutare (la cura per queste persone era essere recluse in luoghi bui e isolati, lontano da tutti, dove la malinconia poteva dilagare fino a portare alla disperazione): poter comunicare ad altri il proprio dolore è l’inizio di un percorso lungo che forse non porterà a una guarigione completa, ma aiuterà a rimanere saldi e a non perdersi.
Navani, la figura centrale di Il Ritmo della Guerra, mostra non solo una grande intelligenza e volontà, rivelandosi una donna forte, una vera regina, ma anche come, nonostante le sue capacità, sia sempre stata sottovalutata e poco considerata, soprattutto da Gavilar, il suo precedente marito, rivelandosi essere una persona diversa dal re che tanti credevano di conoscere (e non certo in positivo). Una donna vissuta all’ombra di altre figure che si ritrova a salire alla ribalta e a rivelare quanto possa essere luminosa.
Altra figura vissuta all’ombra di altre è Veil: prima della sorella Eshonai, poi della Coalescente Lewshi e infine di Raboniel. Eppure era stata lei a trovare altre forme da usare per il suo popolo, i parshendi, a far riscoprire qualcosa che si riteneva essere andato perduto; questo però non le ha dato quello che credeva di ricercare, anzi, in lei ha creato conflitti e sensi si colpa. Sarà tuttavia lei quella a cui gli spren si rivolgeranno per ritornare dal suo popolo dopo averlo lasciato tanto tempo fa per le scelte che aveva preso.
Brandon Sanderson, come suo solito, pone grande cura a tutto quello che riguarda il mondo di Roshar, come grande cura è data ai bellissimi disegni che arricchiscono le pagine dell’opera. Senza ombra di dubbio, si può affermare che Le Cronache della Folgoluce è uno dei punti più alti della letteratura fantasy, presente e passata.

Starsight - Missione nello spazio

No Gravatar

StarsightStarsight è il seguito di Skyward, opera di fantascienza di Brandon Sanderson per young adult (termine che va tanto di moda in questi ultimi anni). Dopo aver salvato Detritus dall’attacco dei Krell e aver riscattato se stessa dal lascito di suo padre, Spensa è diventata un’eroina. Non solo: grazie a lei e a M-Bot, l’astrocaccia dotato di intelligenza artificiale, le forze umane si sono rafforzate, si è potuto prendere possesso di alcune delle piattaforme difensive che circondano il pianeta e controllarle. Con esse si possono respingere gli attacchi alieni che si sono fatti più intensi e massicci, ma si scopre anche che fine hanno fatto gli antichi abitanti di Detritus prima che gli umani vi arrivassero: sono stati completamente annichiliti da un Eradicatore, la spaventosa forza che Spensa vede come occhi quando è nel Nowhere, il luogo in cui può teletrasportarsi essendo una citonica.
Le cose sembrano mettersi male quando sempre più navi aliene giungono sul pianeta decise a eliminare una volta per tutte gli umani; senza avere un’iperguida e così poter lasciare il pianera, il destino umano sembra segnato. A meno che non si riesca a rubare questa tecnologia agli alieni. L’opportunità giunge quando su Detritus precipita una citonica di una razza umanoide un tempo alleata agli umani: mentre l’FDR si prende cura dell’aliena ferita, Spensa (grazie a M-Bot e ai suoi ologrammi) prende il suo posto e s’infiltra tra i ranghi della Superiorità, la coalizione aliena che li tiene segregati su Detritus, e che ora sta cercando d’arruolare piloti tra le altre razze per portare avanti un suo piano particolare.
La ragazza, con il solo supporto del fedele astrocaccia e dell’inseparabile lumacaos, si dovrà muovere nell’ambiente sconosciuto di Starsight, la stazione dove si trovano la Superiorità e le altre razze a essa collegate. Diffidando di tutto e di tutti, recitando un ruolo che non sente suo (lei è un pilota, non una spia), avrà modo di scoprire di più sugli Eradicatori, sul passato della sua razza, ma vedrà anche alcune delle sue convinzioni venire meno, rimanendo anche coinvolta negli intrighi di potere e nelle divisioni della politica della Superiorità. Eppure, seppure in una situazione difficile, troverà degli alleati su cui contare, come Vapor, Hesho e il suo equipaggio, Morriumur; troverà appoggio da chi non si aspetta e allo stesso modo verrà tradita da chi non credeva.
Ancora una volta Brandon Sanderson fa un ottimo lavoro: Starsight si legge con piacere, senza momenti di stanca. Coinvolgente, con un buon ritmo: Sanderson rivela nuovi dettagli sul nuovo mondo che ha creato e crea nuovi misteri da risolvere, affascinando il lettore con la nuova ambientazione in cui si svolgono le vicende. La Superiorità con il suo modo di controllare le razze a lei legate, le menzogne che ha costruito per mantenere il suo potere, le lotte intestine che minano una solidità che è solo di facciata. I tremendi e misteriosi Eradicatori che la Superiorità asserisce di voler combattere.
Non ci si stanca mai di vedere come Sanderson mette a disposizione del lettore tutti gli elementi necessari per sviluppare la trama e riesca sempre a sorprendere, anche se ormai si conosce il suo modus operandi. Ancora una volta Brandon riesce a far centro, regalando con Starsight un’altra ottima lettura.
Alcune note sull’edizione italiana. Bella la copertina utilizzata e la scelta di mantenere i disegni all’interno. Sarebbe occorsa più attenzione alla cura del testo, dato che ci sono diversi refusi.

Skyward e Giuramento

No Gravatar

Per chi fosse interessato, su Letture Fantastiche è pubblicato un articolo che ho scritto che parla delle ultime due opere di Brandon Sanderson uscite quest’anno in Italia, Skyward e Giuramento.

Skywrad

Giuramento di Brandon Sanderson

No Gravatar

Giuramento di Brandon SandersonCi sono libri che, per quanto belli e coinvolgenti, vengono letti con calma, per assaporarli appieno, per durare il più a lungo possibile; Giuramento di Brandon Sanderson, terzo volume delle Cronache della Folgoluce, è tra questi. Questo almeno è stato l’approccio che ho voluto avere questa volta; vuoi perché passerà un po’ di tempo prima che esca il quarto volume (per quanto l’autore sia prolifico, un romanzo di mille e passa pagine richiede tempo per stesura e revisione), vuoi perché è un piacere immergersi nel mondo di Roshar.
Dalinar Kholin, alla guida degli Alethi, ha ritrovato Urithiru, la leggendaria città-torre sacra dei Cavalieri Radiosi, giungendovi attraverso un portale dopo essere scampato a una Tempesta Infinita e a un esercito di parshi totalmente cambiati da quelli conosciuti finora. Oltre a cercare di capire il funzionamento dei meccanismi di cui è dotata la città e di come la Folgoluce le faccia funzionare, a trovare un significato alle visioni che riceve dal Folgopadre, deve forgiare un’alleanza tra le varie nazioni per far fronte al nemico che sta minacciando tutta Roshar; un compito non facile, dato che pochi si fidano degli alethi, dediti alla conquista, e soprattutto di lui, lo Spinanera, conosciuto in passato come una forza della natura feroce e sanguinaria che tanto ha fatto parlare di sé sui campi di battaglia. Proprio l’aver a che fare con il suo passato sarà la sfida più dura e straziante, visto che l’uso della Folgoluce per essere divenuto un Cavaliere Radio risveglia memorie che erano state sopite per non farlo più soffrire.
Anche i suoi figli, Adolin e Renarin, sono alle prese con problemi. Adolin deve vincere i dubbi che il rapporto tra Shallan e Khaladin gli crea, dato che lui non è un Radioso come l’ex pontiere; senza contare che deve fare i conti con quanto gli sta costando tenere segreto l’aver ucciso Sadeas. Renarin deve fronteggiare il suo sentirsi ancora più fuori dal coro ora che è divenuto un Cavaliere Radioso; senza contare che ha legato a sé uno spren corrotto, con tutte le complicazioni che comportano.
Le cose non vanno meglio per gli altri Radiosi fin qui protagonisti.
Shallan sta scoprendo quali sono le capacità dei Tessiluce, dovendo avere a che fare con le varie figure a cui dà vita e interpreta; figure che rappresentano una parte di sé, come vorrebbe essere, perché si sente inadeguata per i compiti e i ruoli che ha. Questo però le crea conflitti e difficoltà con le altre persone. A tutto ciò si aggiungono il legame che ha con i Sanguispettri, il ritorno di Jasnah che credeva morta e dover affrontare e sconfiggere i Disfatti, altro nemico dei tempi andati tornato da un passato dimenticato.
Kaladin vuole tornare a casa per scoprire se i suoi genitori sono ancora vivi e per capire come si stanno muovendo e agendo i Parshendi. Questo lo porterà a infiltrarsi nelle loro fila, a conoscerli, arrivando ad aiutarli e a insegnarli come cavarsela; questo gli creerà non pochi conflitti nel sentirli come nemici, bloccandolo in un momento cruciale.
Il lavoro fatto da Sanderson su Giuramento, come avvenuto per La Via dei Re e Parole di Luce, è meticoloso, articolato e straordinario.
Ancora una volta, il romanzo prende nome dal titolo di un libro presente all’interno dell’opera; sta al lettore scoprire di cosa tale volume tratta. Volendo dare un indizio, Giuramento è anche il nome della spada che Dalinar ha conquistato quando combatteva al fianco del fratello per unificare il regno. Una scoperta che è un lungo viaggio, proprio come il primo dei giuramenti dei Radiosi (Viaggio prima della destinazione).
Verranno approfonditi il legame che c’è tra Radiosi e Spren, il come si diventa Radiosi, l’importanza dei Giuramenti da cui scaturisce il tutto. Si scoprirà cosa ha causato la fine del Giuripatto. Chi sono i veri nemici da combattere.
Sanderson porta avanti le trame create in La Via dei Re e Parole di Luce, dando risposta all’omicidio di Re Gavilar, alla natura dei Nichiliferi, scuotendo convinzioni che si credevano assodate, come oramai è sua caratteristica. Spiega elementi già usati ma non approfonditi finora, come i fabrial e Shadesmar, dove alcuni personaggi finiranno dopo aver attivato una Giuriporta corrotta (le Giuriporte sono portali presenti in varie parti di Roshar e attivabili con la Folgoluce solo dai Radiosi); il Reame Cognitivo (dove vivono gli Spren) è affascinante e particolare, ma di non immediata comprensione, soprattutto per quanto concerne la parte riguardante le sfere che formano il suo mare.
Mostra personaggi fin qui accennati. Odio. La Guardiana della Notte. Gli scudieri dei Radiosi. I Rompicielo. I Disfatti. I Cantori. I Coalescenti. Taravangian. Azure.
Ci sarebbe tanto di cui parlare su Giuramento (il cambiamento di Szeth, l’assassino in bianco, la Passione, la Frenesia, il Diagramma), ma si rischierebbe di fare molti spoiler, rovinando il piacere della lettura. Ciò che si può dire è che non mancheranno momenti epici, scontri adrenalinici, tradimenti, perdite. Sicuramente Dalinar è il personaggio che ha ricevuto più spazio in questo romanzo, come Kaladin l’ha avuto in La Via dei Re. Questo non vuol dire che la caratterizzazione degli altri personaggi è stata minore, anzi: pur avendo meno spazio, Sanderson ha saputo ben delinearli, anche quelli che finora avevano avuto parti secondarie, come i membri del Ponte Quattro.
Le vicende dei personaggi coinvolgono, così come lo fanno la storia di Roshar e i suoi luoghi: tutto risuona di grandezza, anche nei gesti più semplici.
Sanderson ancora una volta dà dimostrazione delle sue capacità, non solo creando una serie di ampio respiro come quella della Folgoluce, ma sapendola collegare sapientemente con altre sue opere. In Giuramento si ha la conferma che la lama nera data a Szeth in Parole di Luce è Sanguinotte, creando così un legame con Il Conciliatore; ci sono altri punti in cui questo collegamento con altri mondi di Sanderson è mostrato, ma rivelarli sarebbe troppo grande, dato che sono legati a chi sono i Nichiliferi e parti della trama e personaggi accennati ma non approfonditi. Si può invece dire che c’è un legame anche con il mondo dei Mistborn: questa volta non dipende dalla presenza del nome di Hoid nel romanzo, ma di citare Scadrial, Allomanzia e Feruchimia nell’Ars Arcanum alla fine del romanzo.

(Piccola nota a margine. Anche in Giuramento, come le precedenti due opere delle Cronache della Folgoluce, l’epilogo vede protagonista Arguzia).

Giuramento di Brandon Sanderson (uscita)

No Gravatar

Dal 14 maggio è disponibile nelle librerie Giuramento di Brandon Sanderson, terzo volume delle Cronache della Folgoluce, edito da Mondadori. Sono trascorsi cinque anni dall’uscita del secondo volume, Parole di Luce, ma l’attesa ne è valsa la pena: il volume realizzato da Mondadori è di qualità. La casa editrice ha prestato una gran cura alla realizzazione di questa edizione.
Partiamo dalla sovracopertina, che è la prima cosa che salta all’occhio: ha mantenuto la bella immagine dell’edizione americana. Ma non finisce qui: sfilandola dalla copertina, ci si trova davanti una grande mappa a colori del mondo di Roshar.
Subito dopo, non si può non notare (Giuramento è un volume che non passa inosservato) il formato di quest’opera: rispetto ai due libri precedenti della serie editi da Fanucci, il volume presenta un’altezza e una lunghezza maggiori (di 1 e 2 cm), mentre ha una larghezza pari a quella di La Via dei Re, benché abbia in più 220 pagine. Dimensioni che fanno fare bella impressione senza fargli perdere in maneggevolezza, vista la lunghezza del romanzo (1360 pagine).
Visto che si è sfilata la sovracopertina, si osservi il centro della copertina rigida, con il simbolo impresso su di essa che fa bella mostra di sé, e le scritte dorate sul dorso.
Le sorprese però non sono finite: aprendo il libro, all’inizio e alla fine, quattro stupende immagini, dai bellissimi colori e dallo stile molto curato ed evocativo, accolgono il lettore in una vera e propria goduria per gli occhi.
Sfogliando le pagine, si può avvertire al tatto che è stata scelta carta di buona qualità. Ogni capitolo inizia con un’immagine che fa capire quale sarà il protagonista. Le illustrazioni tipiche di questa serie sono state mantenute, conferendo ancora più bellezza a una storia fantastica (in tutti i sensi).
Il prezzo del volume (28 E) è più che appropriato, vista la grande qualità e cura data a quest’opera.
Basterebbe solo la storia di Giuramento per acquistare questo libro, ma questa edizione, se possibile, invoglia ancora di più ad averlo nella propria libreria.

Skyward - Recensione

No Gravatar

SkywradSkyward è un’opera di fantascienza di Brandon Sanderson realizzata nel 2018 e pubblicata in Italia da Armenia. Si tratta di uno young adult, ma può essere letto da persone di tutte le età, perché si tratta di un’opera che tiene incollata alle pagine, avvincente e coinvolgente. Non è un tipo di fantascienza complesso come possono essere certi romanzi di Philip Dick, è qualcosa di lineare, ma con misteri da scoprire e rivelazioni per niente banali. Chi ha letto altre opere di Sanderson, e sa qual è il suo modo di costruire trame (non dando mai niente per scontato), può intuire quali sono i colpi di scena (perché niente è mai come appare), ma questo non inficia la piacevolezza della lettura.
Spensa è la figlia di uno dei più grandi piloti che la FDR abbia mai avuto e anche il più grande codardo dell’umanità, abbattuto dai suoi stessi compagni perché scappato durante la battaglia di Alta, uno scontro contro i Krell decisivo per la sopravvivenza del genere umano. Un marchio che lei è costretta a portare sulle spalle, derisa e disprezzata da tutti perché considerata come il padre, ma che non la fa indietreggiare dal suo obiettivo di essere un pilota. Nonostante tutte le difficoltà e gli ostacoli posti sul suo cammino per impedirle di realizzare il suo sogno e costringerla a ritirarsi dalla scuola di piloti, Spensa tira dritta per la sua strada, risoluta come i guerrieri delle storie che le racconta sempre sua nonna; la sua decisione di combattere i Krell e riscattare l’onore suo e di suo padre la portano ad avanzare risoluta, ma la perdita di amici e la scoperta della verità scuotono le fondamenta della sua decisione. E se fosse come suo padre? E se anche lei avesse il difetto?
Domande a cui ha paura di trovare risposta. Domande che si sommano a quelle che già non si conoscono. Chi sono i Krell? Perché li attaccano sempre con un determinato numero di navi e non con uno superiore e non li eliminano una volta per tutte, dato che hanno una tecnologia superiore? Che cosa è successo prima che finissero su un pianeta circondato da relitti e fossero costretti a vivere sottoterra per sopravvivere?
Nessuno conosce queste risposte, nemmeno M-Bot, un astrocaccia dotato d’intelligenza artificiale che Spensa trova abbandonato e malandato in una caverna sotterranea, del cui database originale rimane ben poco; ma la ragazza capisce che è un mezzo fuori dell’ordinario, con capacità superiori a quelli in possesso della FDR una volta che lo fa ripartire.
Skyward, il cui seguito Sanderson ha finito di editare a marzo, è un romanzo di formazione, sulla scoperta di se stessi; è incentrato per lo più sull’addestramento dei giovani piloti, ma non mancano combattimenti reali. L’unico appunto che si può fare a Sanderson è quello di mandare gli allievi della scuola piloti in combattimento poche ore dopo essere entrati in essa, quando sanno a malapena far decollare un astrocaccia; questa è una stata una scelta non propriamente azzeccata: sarebbe bastato avere l’accortezza di usare un lasso di tempo diverso (una settimana) per non fare alzare qualche obiezione al lettore. Certo, si tratta di un romanzo di fantasia, ma occorre un minimo di credibilità su certe cose. A parte questo piccolo neo, Skyward scorre con piacere: gli attriti tra Spensa e l’autorità, il suo sentirsi sola contro il mondo, gli scambi divertenti tra lei e M-Bot, l’adrenalinico ed eroico finale, fanno di questo libro un’opera che merita di essere letta. Per sognare i sogni che tanti uomini hanno avuto: volare, andare verso l’infinito, conquistare le stelle. E puntare a qualcosa di più alto.

Skyward

No Gravatar

Skyward di Brandon SandersonSono passati più di due anni dall’ultima nuova uscita italiana di Brandon Sanderson (era il settembre 2016 che usciva Calamity, terzo libro della serie degli Eliminatori). Doveva toccare a Edgedancer e Le ombre (romanzo appartenente alla seconda serie di Mistborn), ma nella primavera del 2018 Fanucci diede comunicazione che non avrebbe più pubblicato opere dell’autore, dato che non sarebbe più stato il suo editore italiano.
E’ trascorso circa un anno da quel comunicato e le acque si sono mosse: dal 27 marzo è possibile trovare nelle librerie e sugli store, Skyward, opera di fantascienza pubblicata in Italia da Armenia, non legata a nessuna delle sue opere precedenti. Il tema alla base dell’opera è ben conosciuto: la voglia di volare dell’uomo. Protagonista della storia sarà Spensa, una ragazza con il desiderio di diventare una pilota ed essere ammessa all’accademia di aviazione di Detritus. Ecco la quarta di copertina (a questo link è possibile leggere l’anteprima).

Spensa ha un sogno, diventare pilota di caccia stellari… proprio come suo padre. Ma è proprio l’ombra del padre, tacciato di tradimento e sparito nel nulla dopo un’ultima battaglia con i Krell alieni, che le impedisce di realizzare il suo sogno e rivelare a tutti il suo dono. Le cose, però, stanno per cambiare. Sul pianeta Detritus, tutti i ragazzi della sua età si addestrano alla guerra contro quegli alieni sanguinari che hanno distrutto le loro case e li tengono ostaggi sul loro stesso pianeta. Ma un giorno, lassù in cielo, le cose prenderanno un nuovo corso. Spensa capirà che la realtà non è quella che tutti credono e anche suo padre, in realtà…

Allomancer Jak and the Pits of Eltania

No Gravatar

Allomancer Jak and the Pits of EltaniaAllomancer Jak and the Pits of Eltania, Episodes Twenty-Eight Through Thirty è una novella di Brandon Sanderson legata al mondo di Mistborn-La legge delle Lande, ma che non ha nulla a che vedere con i protagonisti di questo libro. La storia vede come protagonista l’avventuriero Jak, alla ricerca del Tesoro del Sopravvissuto (chi conosce la prima trilogia di Mistborn, sa che ci si riferisce a Kelsier) custodito dai Koloss, ed è raccontata in prima persona, con note apportate dal suo maggiordomo Handerwym. Jak è uno che le spara grosse, con la sua versione dei fatti che non corrisponde mai alla realtà (con sommo rammarico del suo maggiordomo, che non fa altro che correggere gli strafalcioni che scrive per renderli pubblicabili); nell’avventura narrata, si ritrova imprigionato e privo di metalli, ma questo non basta a fermarlo: grazie alle sue abilità, Jak riesce a uscire dai guai e a raggiungere il suo obiettivo, oltre a salvare la pelle e quella dei suoi compagni.
Allomancer Jak and the Pits of Eltania è un racconto che non si vuole prendere sul serio, con un Sanderson che fa dell’ironia e gioca su un personaggio che non ha nulla di eroico (anche se lui la pensa diversamnete); una storia leggera, ma che non riesce però a divertire davvero perché troppo inverosimile e caricaturale. Non si riesce a provare simpatia per il protagonista, che in alcuni frangenti può ricordare un Don Chisciotte in versione western, anche se non raggiunge il livello del personaggio di Chervantes. Di tutti i lavori di Sanderson, questa è sicuramente quella meno riuscita: si può tranquillamente evitare di leggerla, perché lo scrittore statunitense ha dato il meglio in altre sue novelle (senza andare a scomodare i suoi lavori migliori).