
Calamity conclude la trilogia degli Eliminatori di Brandon Sanderson. Dopo Steelheart e Regalia, David e i superstiti del suo gruppo devono affrontare un altro Alto Epico: Prof. Posseduto dall’oscurità, colui che era stato il loro capo diventa il nemico che da anni combattono. Come se non bastasse lui, devono fare i conti con un’altra forza distruttiva, Obliteration. Sia quest’ultimo che Prof verranno ritrovati a Ildithia, quella che un tempo era Atlanta e che ora è una città completamente fatta di sale e in perenne movimento. David non solo cercherà di scoprire il piano architettato da Regalia, la causa della caduta di Prof, ma tenterà anche di riportare indietro il suo mentore facendogli affrontare la sua paura più grande.
Come nei precedenti volumi, Brandon Sanderson mostra nuovi Epici e i loro straordinari e bizzarri poteri, oltre a immettere altri oggetti tecnologici di derivazione epica; grazie all’ingresso in scena di un nuovo personaggio, Knighthawk, verrà spiegato come tali oggetti vengono creati. Ma le sorprese non finiscono qui: sono mostrati nuovi aspetti dei poteri degli epici già incontrati, su tutti Megan, che per aiutare i suoi compagni si addentrerà più a fondo nella loro conoscenza, correndo il rischio di farsi prendere dall’oscurità.
In questo volume conclusivo non mancheranno scontri spettacolari, come non mancheranno le risposte a lungo cercate alle domande che da anni ruotano attorno agli Epici; ma anche se si avrà soluzione a esse, le risposte avute porteranno ad altre domande e misteri. Succede con Calamity (in Steelheart sembrava che Sanderson si fosse ispirato alla serie Wild Cards di George R.R.Martin con la stella rossa apparsa in cielo, ma già in Firefight si era visto come l’autore avesse intrapreso un’altra strada), facendo venire il sospetto che anche questa serie sia legata in un qualche modo al Cosmoverso. Stessa cosa avviene con Firefight e attraverso di lui Sanderson mette in campo le realtà alternative e gli infiniti mondi esistenti, tema molto caro alla fantascienza e ai fumetti supereroistici americani. Un maggior approfondimento di queste tematiche, magari con un approccio meno adrenalinico dall’uso immediato, avrebbe potuto dare più spessore a una storia comunque buona e coinvolgente; oltre a questo, Calamity risente dei difetti già incontrati nei volumi precedenti (atteggiamenti adolescenziali nei momenti meno opportuni, abuso di similitudini bizzarre) anche se in maniera minore. Il limite di questa serie è che è stata progettata per essere young adult: le fosse stata data un’impronta più matura, ci si sarebbe trovati dinanzi a un’opera di ben altro valore. Questa, sia ben chiaro, è un’opinione strettamente personale (ma si sapeva dall’inizio che tipo di serie si avrebbe avuto davanti), perché, pur con i suoi limiti, la trilogia risulta godibile e coinvolgente, capace anche di dare spunti di riflessione sul libero arbitrio e sulle paure personali che ogni singolo individuo ha e come influiscono su di lui (molto bella la parte dedicata a Prof).
Qualcuno potrebbe contestare la scelta del finale, che non è forse tra i più originali e tra quelli che più colpiscono, ma, visto il periodo reale e il puntare su letteratura fantastica che si focalizza sul mostrare il peggio dell’essere umano, è qualcosa di positivo che lascia aperta la strada alla speranza.
[…] anni dall’ultima nuova uscita italiana di Brandon Sanderson (era il settembre 2016 che usciva Calamity, terzo libro della serie degli Eliminatori). Doveva toccare a Edgedancer e Le ombre (romanzo […]