Per chi fosse interessato, su Letture Fantastiche è pubblicato un articolo che ho scritto che parla delle ultime due opere di Brandon Sanderson uscite quest’anno in Italia, Skyward e Giuramento.
Non è facile dare una risposta, perché ci sono differenze tra i vari volumi. Le Cronache della Folgoluce è una lettura per un pubblico più “adulto” rispetto a Il Ritmatista, senza contare che ha uno sviluppo e un’ampiezza molto diversi (per volume di trama, ci vorrebbero tre/quattro Ritmatisti per fare una Via dei Re o un Parole di luce).
Quindi forse occorrerebbe fare una distinzione fra opere per un pubblico più maturo e uno per Young adult; anche se, per me, Sanderson può essere letto da chiunque, dato che non ha un approccio “sporco” come quello di Abercrombie, per fare un esempio.
Detto ciò, per gli Young adult sceglierei Il Ritmatista. Al pari si Skyward si legge d’un fiato, ma ha un’idea originale e non ci sono momenti di stanca o rallentamento; è ben strutturato, non scade in banali atteggiamenti adolescenziali presenti in molti romanzi del genere. Buona la trama, buona la caratterizzazione dei personaggi e buono il sistema magico che propone. C’è mistero, investigazione, scoperta, riscatto: è un’opera di genere secondo me a cui non manca nulla.
Per le opere più “mature”, andrei sulle Cronache della Folgoluce; mi è piaciuto Mistborn, soprattutto L’Ultimo Impero grazie al personaggio di Kelsier, ma gli manca qualcosa per essere al livello del suo lavoro più ampia. Scegliere un libro tra i tre finora pubblicati elle Cronache non è semplice; dovendo farlo, indicherei La via dei re, anche se come scelta narrativa ha nel prologo “Uccidere” qualcosa che poteva essere fatto diversamente: Giuramento e Parole di luce, sotto questo aspetto, sono fatti meglio. Si tratta però di una parte di un capitolo su un volume di più di mille pagine. A mio avviso, La Via dei Re ha delle scene più epiche rispetto ai successivi; certo, nei volumi seguenti si hanno maggiori delucidazioni, vengono aggiunte tante altre cose, ma qui si respira un’atmosfera che dà al via a qualcosa di grande. Probabilmente questa scelta è influenzata dal fatto che apprezzo le storie di riscatto e in La Via dei Re ce ne sono parecchie e tutte ben sviluppate; oltre al fatto che l’opera riecheggia di codici cavallereschi, cavalieri, armature, spade che fanno ricordare i miti arturiani.
Domanda. Fra tutti i libri di Sanderson che hai letto, compresi questi due, qual è il migliore? E perché?
Non è facile dare una risposta, perché ci sono differenze tra i vari volumi. Le Cronache della Folgoluce è una lettura per un pubblico più “adulto” rispetto a Il Ritmatista, senza contare che ha uno sviluppo e un’ampiezza molto diversi (per volume di trama, ci vorrebbero tre/quattro Ritmatisti per fare una Via dei Re o un Parole di luce).
Quindi forse occorrerebbe fare una distinzione fra opere per un pubblico più maturo e uno per Young adult; anche se, per me, Sanderson può essere letto da chiunque, dato che non ha un approccio “sporco” come quello di Abercrombie, per fare un esempio.
Detto ciò, per gli Young adult sceglierei Il Ritmatista. Al pari si Skyward si legge d’un fiato, ma ha un’idea originale e non ci sono momenti di stanca o rallentamento; è ben strutturato, non scade in banali atteggiamenti adolescenziali presenti in molti romanzi del genere. Buona la trama, buona la caratterizzazione dei personaggi e buono il sistema magico che propone. C’è mistero, investigazione, scoperta, riscatto: è un’opera di genere secondo me a cui non manca nulla.
Per le opere più “mature”, andrei sulle Cronache della Folgoluce; mi è piaciuto Mistborn, soprattutto L’Ultimo Impero grazie al personaggio di Kelsier, ma gli manca qualcosa per essere al livello del suo lavoro più ampia. Scegliere un libro tra i tre finora pubblicati elle Cronache non è semplice; dovendo farlo, indicherei La via dei re, anche se come scelta narrativa ha nel prologo “Uccidere” qualcosa che poteva essere fatto diversamente: Giuramento e Parole di luce, sotto questo aspetto, sono fatti meglio. Si tratta però di una parte di un capitolo su un volume di più di mille pagine. A mio avviso, La Via dei Re ha delle scene più epiche rispetto ai successivi; certo, nei volumi seguenti si hanno maggiori delucidazioni, vengono aggiunte tante altre cose, ma qui si respira un’atmosfera che dà al via a qualcosa di grande. Probabilmente questa scelta è influenzata dal fatto che apprezzo le storie di riscatto e in La Via dei Re ce ne sono parecchie e tutte ben sviluppate; oltre al fatto che l’opera riecheggia di codici cavallereschi, cavalieri, armature, spade che fanno ricordare i miti arturiani.