Racconti delle strade dei mondi
Jonathan Livingston e il Vangelo
Strade Nascoste – Racconti
Inferno e Paradiso (racconto)
Lontano dalla Terra (racconto)
La fine di ogni cosa (racconto)
L’Ultimo Baluardo (racconto)
|
By M.T., on Marzo 8th, 2015% Sono passati cinque anni da quando i Blind Guardian hanno pubblicato At the Edge of Time, presentando al pubblico quel capolavoro che è Wheel of Time, e la curiosità e l’aspettativa per il nuovo album in uscita a inizio del 2015 erano alte. Beyond the Red Mirror non le ha deluse, anche se non ci sono brani dell’epicità e della bellezza di Wheel of Time, ma si sa che nella carriera degli artisti, per quanto bravi, i capolavori non sono merce frequente.
I Blind Guardian confermano la loro bravura e cura nei dettagli, sfornando un album solido, che continua sulla strada di quanto visto in precedenza. Un lavoro impegnativo, dato che ha visto coinvolti due cori e tre orchestre per portare a compimento l’opera, oltre alla realizzazione dei testi delle canzoni che raccontano una storia che affonda nei miti arturiani, come si può già intuire dal nome che porta il protagonista delle vicende cantate, Arthur; ormai è un marchio di fabbrica della band ispirare le proprie canzoni al mondo del fantastico (letterario e cinematografico).
Il coro che fa da intro a The Ninth Wave riecheggia di toni e atmosfere medievaleggianti che fanno venire subito alla mente il film Excalibur di John Boorman del 1981, lasciando spazio poi alla voce graffiante e arrabbiata di Hansi Kursch, ma continuando a duettare con il vocal fino a quando non entrano in scena le chitarre con la loro forza, con toni che ricordano quelli dell’album A Twist in the Myth.
Di Twilight of the Gods si è già parlato, e allora si passa a Prophecies che inizia con tonalità da ballad per lasciare quasi subito però il posto all’impronta potente di chitarre e batteria. At the Edge of Time (la quarta canzone riporta lo stesso nome dell’album precedente) è un’altra canzone dall’incedere potente, epico, con musicalità che ricordano quelle di Fly (di nuovo fa capolino l’album A Twist in the Myth). Ashes of Eternity invece ricorda sonorità presenti in Imagination from a Another Site: un’altra canzone rocciosa e ben realizzata.
Ma è con Holy Grail che s’incontra la canzone migliore dell’album: potente, travolgente, evocativa, l’emblema dell’epicità (già il titolo dice tutto di quale può essere il tema del brano). I Blind Guardian danno il meglio di sé, riportando all’orecchio dell’ascoltatore sonorità già ascoltate (Imagination from a Another Site).
Subito dopo questa canzone, per chi acquista la versione limitata in digipack, c’è Distant Memories, un brano con sonorità completamente nuove per le band: bella, ma cui occorre farci l’abitudine, dato quanto si è abituati con il marchio di fabbrica dei Blind Guardian.
Passata questa parentesi si ritorna si ritorna alle classiche note del gruppo con The Throne, dove forte è il tema del legame che esiste tra la terra e il re, come ben è stato fatto vedere già nel film già citato Excalibur. Sacred Mind, con il suo titolo, può far venire in mente Sacred Word dell’album precedente, ma le somiglianze sono solo nel nome, dato che le sonorità sono completamente differenti: più melodica e potente la seconda, più veloce e aggressiva la prima.
Coinvolgente la ballad Miracle Machine che in alcuni passaggi di piano fa venire alla mente i Queen, si arriva infine a concludere l’album in bellezza con The Grand Parade.
Beyond the Red Mirror è un buon album, ma risulta essere un gradino sotto (forse anche due) a At The Edge of Time, perché risulta veramente difficile confrontarsi con canzoni come Sacred Word, A Voice in the Dark e soprattutto Wheel of Time.
By M.T., on Gennaio 31st, 2015% Sono trascorsi cinque anni dall’uscita di At The Edge of Time e ormai si è prossimi all’uscita del decimo album dei Blind Guardian. Si è curiosi di vedere se la band manterrà la qualità della sua ultima fatica, che presentava ottimi lavori come Sacred Word, A voice in the Dark, Wheel of Time (una delle canzoni più belle realizzate nella sua carriera). Oppure se si vedrà una china discendente come successo ad altri gruppi come Kamelot, Sonata Arctica, Rhapsody of Fire.
Nell’attesa, nel 2014 è uscito il singolo Twilight of the Gods: cinque minuti di musica in pieno stile Blind Guardian. Un buon brano, ma nulla di trascendentale o innovativo. Buona come sempre la prova di Ehmke e Hansi, con certi passaggi che ricordano le sonorità di A Twist in the myth e A Night At The Opera, ma lontano dall’incedere potente, evocativo ed epico di At the Edge of Time, una delle prove più maestose dei Blind Guardian (ascoltare Wheel of Time per capire cosa s’intende).
E’ sempre difficile soddisfare le aspettative dopo che si sono realizzati certi lavori; non resta che attendere e vedere cosa questa volta i Blind Guardian sono riusciti a creare.
By M.T., on Febbraio 9th, 2012% La Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda; la leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato, quando ritorna l’Epoca che lo vide nascere. In un’Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, un’Epoca ancora a venire, un’Epoca da gran tempo trascorsa, il vento si alzò nelle Montagne di Nebbia. Il vento non era l’inizio. Non c’è inizio né fine, al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio.
Così cominciava il primo capitolo di L’Occhio del Mondo, il primo volume della saga La Ruota del Tempo.
Così comincia il primo capitolo di Le Torri di Mezzanotte, tredicesimo libro delle vicende del Drago e del mondo in cui vive.
Sono passati più di venti anni dal romanzo che ha dato il via a una grande avventura e come tutte le cose, ciò che ha un inizio ha anche una fine: il ciclo che è stato aperto deve essere chiuso. La storia si sta avvicinando al suo epilogo, i fili intrecciati stanno per mostrare l’arazzo che è stato tessuto.
C’è aspettativa per conoscere la risoluzione di una lotta tra bene e male, tra caos ed equilibrio, che su molti campi e in numerose epoche si è visto svolgersi ed evolversi.
Ma allo stesso tempo c’è il rammarico di veder giungere al termine qualcosa di grandioso, si prova quasi il desiderio che la lotta continui in eterno.
E così sarà.
Cambierà forma, indosserà abiti differenti, verrà chiamata in molti modi, si muoverà su mondi reali e immaginari, vedrà chiunque come protagonista, nel grande come nel piccolo.
E anche se il ricordo diverrà sbiadito e verrà smarrito, l’eco di ciò che è stato continuerà a esistere, perché il Drago, ciò che è grande, è destinato a rinascere.
Ma questi sono pensieri che s’allontanano dalla lettura: ora c’è da scoprire cosa c’è ad attendere nel cammino di Rand, Mat, Perrin e tutti gli altri personaggi incontrati nel lungo girare della Ruota, un futuro che aspetta con trepidazione d’essere scoperto.
Un piacere reso possibile dalle penne di Sanderson e Jordan prima di lui.
Un piacere reso ancora più carico ed evocativo se alla lettura si vanno ad aggiungere le note dei Blind Guardian che suonano e cantano la canzone dedicata a questa immensa saga.
Wheel of Time
Now there is no end
The wheel will turn, my friend
I’m in flames
Cause I have touched the light
It pulls me so
We shall be one
Forevermore
That’s all I want
It’s all I need
Everything is fixed
There’s no chance
There’s no choice
It’s calling me
Saidin
So precious and sweet
My mind keeps fading away
It’s scratching deeper
My sole reliever
How can I find you now?
Passing through the flames
I see
How terror will rise
It soon will be over
O father of lies
Like foul winds at twilight
It’s coming over me
What was and what will be?
What is?
I don’t know
Driving me insane
Just feel the heat
Madness creeps in
I’ll tear it down
There’s no end
Wheel of time
It keeps on spinning
There’s no beginning
Turn the wheel of time
There’s no beginning
Just keep on spinning
Light – it binds me
Light – it blinds me
Light – it finds me
Light denies me now
I creep along
So desperate and tired
Let me ask you
Why?
I am what I am
Prophecies I am the chosen
Ta’veren
The flame will grow
Feel the heat
I’ll keep on breathing
After all there’s no tomorrow
Wheel of time
Save my soul, find a way
And if I fail, will it all be over?
Oh wheel of time
The vision
So fleeting and vague
Once again I will bring down the mountain
One last glimpse
It is costantly slipping away
The young man said
“I will never give up”
The inner war
I can hold against it
My mind, my mind
My mind’s in darkness
The young man says
“I will never give in”
The prophecy
Behold it’s true
I conquer the flame
To release the insane
I’m crying
I cannot erase
I’m the dragorn reborn
And in madness
I soon shall prevail
Twice I’ll be marked and
Twice I shall live
The heron sets my path
And name me true
Twice I’ll be marked and
Twice I shall die
My memory’s gone
But twice I pay the price
Wheel of time
Save my soul
Find a way
May it be as the pattern has chosen
Oh, wheel of time
Turn the wheel of time
It keeps on spinning
There’s no beginning
There’s no end, wheel of time
There’s no beginning
Just keep on spinning
Shine on
Embrace and deny me
Turn on, wheel of time
Shine on
You’ve burnt me, now guide me
Weave on, wheel of time
By M.T., on Settembre 25th, 2010% I can’t remember my name
I never knew how to find my home
I can’t remember my name
come tell me when will it end
I’m the chosen one
To perform all these things
But not for me
In illusions and reality
I’m on my journey through the dark
I’m on my journey through the dark
I can’t remember
Will I ever find myself
The distance is growing
My hope has gone away
A flash of light but nothing changes
When will it end
Which part of me remains
Così cantavano i Blind Guardian nel 1992 in Journey Trough the Dark, brano dell’album Somewhwe Far Beyond. Una canzone che simboleggia il guardiano cieco, il bardo medievale che viaggia cantando le sue storie. Un viaggio oscuro, alla ricerca di se stessi, per trovare ciò che è perduto, per trovare una casa: sembra la storia dell’uomo, di qualsiasi uomo, che ricerca un posto nel mondo in cui è venuto e nella vita che gli è stata data.
Ora, più che in altri tempi, il testo di questa canzone ha significato: perchè la vita di ogni persona è un viaggio attraverso l’oscurità di questa società, dove regna un oblio sempre più profondo. E che un giorno arriverà al suo compimento, a seconda del cammino che si è scelto.
Whrere oblivion reigns
It will tale all of me
|
Le mie 10 righe dai llibri
|
Commenti recenti