L’atomica è tornata a essere d’attualità per via dei vari test che la Nord Corea sta facendo. Tutti test in ambito militare, naturalmente, con un modo di fare che sta creando attriti e facendo salire la tensione con altri paesi; in un mondo già al limite, pieno di attentati, guerre, è un ulteriore gettare benzina sul fuoco. Se non fosse già abbastanza chiaro, ai governanti, alle nazioni, alla gente in generale, la pace fa schifo: c’è una gran voglia di guerra, di scatenare conflitti, come se questo potesse portare qualcosa di buono. Si sta ripresentando lo stesso scenario precedente alla Prima Guerra Mondiale (attentati, tensioni tra i paesi) e come allora potrebbe essere evitato, ma non si vuole evitarlo, anzi, si sta correndo a braccia aperte verso un conflitto che causerà molti più danni del precedente, dato che le armi ora sono molto più potenti di un secolo fa e tante nazioni sono in possesso della bomba atomica, non solo gli Stati Uniti che la usarono nella Seconda Guerra Mondiale contro il Giappone, distruggendo Hiroshima e Nagasaki.
Ma fu davvero necessario usare la bomba atomica contro un paese già sconfitto, ormai a guerra terminata?
Secondo il dottor Arthur Compton, Premio Nobel, docente universitario e direttore del laboratorio metallurgico del Manhattan Project che costruì la prima bomba atomica, sì, dato che avrebbe posto fine definitivamente alla guerra, dando la possibilità di una pace durevole, data la paura che sarebbe risultata dalla distruttività dell’arma. Un modo per evitare un ingente numero di vite umane, dato che i giapponesi, seppur sconfitti, non si sarebbero arresi se non di fronte a qualcosa di eclatante e spaventoso: si era calcolato che continuare il conflitto come si era fatto fino a quel momento, avrebbe portato più morti di quelli causati dalla bomba atomica su due città giapponesi. Anche in questo caso è valso il passo del vangelo (Giovanni 11,50) “è meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera” (a dimostrazione che chi governa, i potenti, ragionano sempre allo stesso modo, nonostante passino i secoli), secondo il quale bisogna sempre sacrificare qualcuno per la salvaguardia di molti (in realtà è per preservare le posizioni di pochi, così che possano dominare sui tanti).
La Seconda Guerra Mondiale, come si sa, terminò poco dopo (ma sarebbe finita lo stesso senza l’uso di quell’arma) e l’energia atomica parve aprire le porte a un futuro radioso e pacifico: “Prima della fine del secolo, l’energia atomica riscalderà ed illuminerà le nostre case, azionerà le nostre fabbriche. Un giorno si potrà attingere al mare come a una miniera, grazie all’energia atomica. L’oro e l’argento e il platino saranno allora tanto abbondanti che li potremo adoperare per farne condutture e serbatoi inossidabili, e i deserti della Terra saranno bonificati con acqua pura, non salata.
Gli aeroplani saranno azionati dall’energia atomica. Un aereo atomico potrà tenersi al passo con il Sole, partendo a mezzogiorno da Londra e arrivando a mezzogiorno a New York, annullando così, in un certo senso, lo stesso trascorrere del tempo. L’energia atomica libererà le strade cittadine e gli aeroporti dalla neve e dalla nebbia, e si potrà garantire con molto anticipo il tempo che farà. La frutta e gli ortaggi cresceranno e matureranno con luce atomica, invece che con quella del Sole.
Stiamo già traendo benefici dai radioisotopi, utili nella diagnosi e nella cura di certe malattie. I raggi del cobalto, del cesio e dell’oro irradiati possono attaccare i tessuti cancerosi. Nella vita vegetale gli isotopi radioattivi accelerano l’evoluzione e provocano modifiche che avrebbero richiesto all’uomo almeno un secolo per ottenerle attraverso le colture selettive. L’energia atomica può servire alla conservazione degli alimenti, onde consentire diete bilanciate ai Paesi senza mezzi di refrigerazione. E queste sono soltanto alcune delle meraviglie che verranno.” (Selezione dal Reader’s Digest del Novembre 1959).
Le cose non sono andate proprio come previsto dal dottor Compton (spesso si sono avuti più danni che benefici, come accaduto a esempio a Černobyl’ e Fukushima Dai-ichi), ma quelli erano anni in cui si respirava un’atmosfera diversa, dove tutto sembrava possibile, dove infinite parevano le opportunità, e fino alla fine degli anni ’60 si sognava di un mondo migliore. Poi il sogno è finito e ci si è svegliati in una realtà dove lo spazio per i sogni era sempre meno e le cose sono andate peggiorando, divenendo sempre più schiavi del denaro e dell’economia.
Io sono del parere che la bomba atomica abbia “garantito” alcuni decenni di pace tra le grandi potenze. A scapito di paesi più periferici dove si sono scatenate le guerre “by proxy” delle superpotenze (ad esempio Vietnam, Afghanistan…).
Quindi grazie al cielo esiste l’atomica?
Non so, per pronunciare un simile ringraziamento bisognerebbe avere la sfera di cristallo…
Sicuramente la bomba atomica è stata un ottimo deterrente per anni: la paura del suo uso, visti la distruzione e l’orrore portati, ha tenuto a bada le nazioni. Ora temo che la lezione che allora la storia ha dato sia stata dimenticata, e l’utilizzo della bomba atomica sia visto come prendere un’aspirina.