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Il Grande Fratello Cinese

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Dove vai, che cosa compri, chi vedi, quanti punti hai sulla patente… Il governo cinese sta mettendo in linea una banca dati che servirà per dare un voto ai singoli cittadini. Il giudizio finale su ciascuno sarà poi scambiato tra i vari enti pubblici e i “buoni” verranno premiati con una serie di facilitazioni. Se questa vi sembra una versione hi-tech del Grande Fratello di Orwell, non siete i soli, ma ciò non turba Pechino. L’iniziativa è stata battezzata Scs (Social credit system) e collegherà le informazioni possedute dalle banche, dai siti di e-commerce e dai social) integrandole in una valutazione complessiva; chi sarà promosso troverà lavoro più facilmente e godrà di servizi migliori. E, visto che il voto sarà di dominio pubblico, anche un padrone di casa o un partner sentimentale potranno servirsene per giudicare il carattere dell’inquilino… o dell’innamorato.
Pechino dà i voti. Focus 278 dicembre 2015, pag.113

Come già detto nell’articolo, tale sistema ricorda tanto quello del Grande Fratello di 1984 di George Orwell. Chi è al potere lo vede come una cosa positiva e anche tante tra le persone comuni possono vederla in questo modo, perché così, essendo tutto sotto controllo, maggiore sarà la sicurezza e si potrà vivere più tranquilli, più “tutelati”. Specie in un periodo dove alto è il rischio di terrorismo, il sapere tutto di tutti (e così nel caso intervenire) non può esssere che visto come una cosa dalla valenza positiva. Almeno così si può pensare.
Ma per l’essere tranquilli, non si tiene conto di un altro rischio: quello della cessazione della libertà. Libertà di parola, di espressione, di movimento. Se c’è qualcosa che dà fastidio al regime (perché è di questo che si tratta), si viene schedati, penalizzati, messi da parte. Quindi presto la gente, per non perdere punti nel sistema e di conseguenza privilegi, comincerà a fare liste di cose “buone” e cose “cattive”; allora ci saranno i libri che si possono leggere e quelli no, gli spettacoli che si possono vedere e quelli da evitare, i luoghi dove andare e non andare, quali idee seguire. In questo modo la gente verrà condizionata nelle scelte, nel modo di pensare e così non sarà più libera, perché sarà chi è al potere a decidere cosa è bene e cosa è male; naturalmente sarà bene tutto ciò che lo avvantaggia e fa il suo tornaconto e male ciò che va contro alla sua politica.
Quindi ci si pensi bene prima di esultare ed essere felici, perché il Grande Fratello non è un bene: è una prigione e anche qualcosa di peggio. Per la sicurezza e il vivere tranquilli non si può sacrificare la libertà: è un bene troppo prezioso.

3 comments to Il Grande Fratello cinese

  • Vorrei sperare che il sistema dei punti venga letto alla rovescia, ovvero che la gente mandi un mentale “vaffanculo” ai più zelanti. Io di fronte allo sfascio morale e di costume del nostro paese mi auguro che ci si dia una raddrizzata, per carità, ma un sistema del genere fra noi diventerebbe la gara del vuoto perbenismo, e temo che non serva niente nemmeno ai Cinesi.

  • […] al condizionare la popolazione con un monitoraggio di questa portata, il passo è breve (vedere il Grande Fratello Cinese). E chi dice poi che i governi in questo modo non s’inventino prove false per eliminare chi gli […]

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