Per migliorare, occorre sempre cominciare dalle cose che non vanno: intervenire dove già non si hanno dei problemi per migliorare ulteriormente è qualcosa di inutile, oltreché dannoso, dato che se non si prende atto dei punti deboli, questi si possono ingrandire andando a causare intralcio, quando non danno.
Purtroppo, nella società attuale (ma anche nel passato), le persone hanno spesso preferito non intervenire dove c’era bisogno, facendo finta che il problema fosse di poco conto, quando non lo si è volutamente ignorato, come se non esistesse, relegandolo nell’angolo più buio della coscienza. I danni, purtroppo, sono stati tanti e non di poco conto.
Perché questo modo di fare? Per non affrontare lati spiacevoli, per non prendersi responsabilità, ma anche per mancanza di conoscenza e, per non si sa bene quale motivo, la presunzione che i problemi prima o poi si risolvessero da soli, oppure che se ne stessero buoni buoni in un angolo. Purtroppo ignorare le cose che non vanno o sottovalutarle non è mai una scelta saggia, ma molti lo fanno. Eppure di esempi di come agire nel modo corretto ce ne sono diversi.
La psicologia (se fatta nel modo giusto) si basa proprio, per migliorare lo stato del paziente, sul lavorare sui conflitti che alterano l’equilibrio mentale ed emozionale dell’individuo, studiando i comportamenti erronei, i blocchi, le paure, i traumi; lavorando sulle esperienze che hanno segnato una persona, su quegli elementi custoditi nell’inconscio che vanno a limitarla, la psicologia va a cercare di risolvere le cose che non vanno e che generano ostacoli e menomazioni.
Dante Alighieri con La Divina Commedia (che non è solo un esempio di letteratura e immaginazione) fa esattamente la stessa identica cosa: fa cominciare il suo viaggio fantastico all’inferno, perché esso è il luogo dove sono raggruppate tutte le cose che non vanno, tutti quei lati erronei che fanno perdere il senno e l’anima all’essere umano. Un viaggio attraverso i vizi che serve a far riconoscere all’uomo tutti quegli aspetti di sé che lo abbrutiscono, lo rendono bestiale e anche peggio: lo rendono demoniaco (questa è una delle basi che ho voluto usare nella realizzazione di L’Ultimo Potere e L’Ultimo Demone). Solamente dopo un viaggio all’inferno, attraverso il riconoscimento di tutte quelle cose che non vanno nell’uomo, è possibile proseguire per il Purgatorio e poi per il Paradiso: senza la comprensione degli sbagli, tutto diventa inutile, perché non c’è catarsi, non c’è liberazione, non c’è evoluzione. Senza discendere nell’oscurità, nel fango, non è possibile risollevarsi e migliorarsi.
Leave a Reply