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Brîsa ciapér pr al cûl 7

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È sotto gli occhi di tutti che l’Italia è il paese delle prese in giro. Ogni giorno è buono per farsi beffe delle persone: sparate, esagerazioni, denigrazioni. C’è di tutto e di più. Il brutto è che ci si è abituati e si pensa che sia normale, che non ci si possa fare niente. Peggio: non si vuole fare niente, si lascia correre, quando invece bisognerebbe punire in modo esemplare. Ma ormai il paese è allo sfascio, è un ambaradan fuori controllo, dove regna impreparazione, faciloneria: tuttavia, lo si vuol far passare come un paese saldo, organizzato, che funziona. La realtà però non fa che smentire con i fatti tale dichiarazione: basta vedere alcuni esempi.

Canone Rai. Sbandierata come una miglioria, dove tutto sarebbe stato più semplice, in realtà è andato a complicare tutto. Un cambiamento non necessario, dove si pensava di poter tirar su più soldi, fatto alla svelta (alla carlona, come si dice in certi posti), che è stato fatto partire senza essere preparati, senza prima controllare che tutto fosse a posto: doveva essere pronto a dicembre, poi a febbraio, slittato poi a marzo, e quando si credeva che ormai gli impicci fossero stati superati e si è partiti, è intervenuto il Consiglio di Stato a dire che c’erano dei problemi (prima no?). Allo stato attuale ci sono delle spese che non si sa chi dovrà accollarsele, gli enti a cui si deve pagare il Canone non sanno come gestire i pagamenti e non ci sono i moduli per chi vuole fare l’esenzione online. Ma è tutto più semplice, dice chi ha pensato questo lavoro (ci si domanda, dato che si paga, perché si deve pagare un servizio che spesso e volentieri fa saltare la programmazione e non rispetta gli orari annunciati. Per non parlare di trasmissioni che hanno per ospiti gente legata alla mafia).

Politici, capi di governo, premier (un premier che sempre più ripercorre i passi di Berlusconi, dal presenzialismo in tv, al dare addosso ai giudici e allo strepitare l’odio che tanti hanno verso di lui) che inneggiano a non andare a votare, perché il referendum sulle trivellazioni si passava impoveriva il paese, faceva perdere posti di lavoro. Al non raggiungimento del quorum questi individui esultano, levano i calici, fanno “ciaone” a chi è andato a votare e ha perso. Salvo poi fare dietrofront e dire che gli unici sconfitti sono quelli che l’hanno proposto, perché avevano grossi interessi economici nel proporre questo referendum, quando invece chi ha grossi interessi è chi ha inneggiato a non votare, visto quanto è legato a imprenditori e multinazionali. Ci si è già dimenticati del cado Guidi? Del Capo di Stato Maggiore della Marina? Per non parlare del disastro ambientale avvenuto a Genova, dove nei torrenti sono versati migliaia di litri di petrolio o dell’impianto dell’Eni sotto sequestro tanto per restare in tema di petrolio.
Non si è da meno però dalla parte di chi spingeva ad andare a votare. Chi era favorevole al referendum vede la cosa come una vittoria, perché questo cambierà il modo di fare del governo, e dice che chi ha votato è un eroe. Non cambierà niente invece: il governo andrà avanti come sempre, fregandosene delle persone. E chi è andato a votare non è un eroe: è solo una persona che ha esercitato un suo diritto e ha fatto una scelta. In tutto questo si può solo vedere sconfitta: ha vinto per l’ennesima volta l’interesse economico, non il bene per la salute umana e dell’ambiente, e il disinteresse di buona parte della popolazione, che non capisce quanto invece sia tutto nelle sue mani. Ma la gente ormai è rassegnata e rinuncia a fare, lasciando così le cose in balia d’individui che fanno l’interesse suo e di pochi altri.

Si parla tanto di energie rinnovabili, di trovare fonti energetiche non inquinanti, di risparmio energetico, ma i fatti dicono il contrario. Ne è esempio la Sardegna, che blocca il progetto di una centrale termodinamica, ma ne apre un’altra a carbone.

Si parla tanto di etica sportiva, di esempi per i giovani perché devono crescere con dei valori sani. Poi ogni domenica si fa vedere come in campo giocatori fallosi la passano sempre liscia perché appartengono a certe squadre (con maglie fatte di bianco e di nero) e si lasciano passare comportamenti lesivi (quasi non passa domenica senza scontri tra tifoseria) e cori ingiuriosi (i tifosi juventini che cantano “Firenze è una patri d’infami, la odio da sempre perché i viola non sono italiani, ma una massa di ebrei”). Fatti che dovrebbero portare a fermare il campionato e invece si va avanti lodando il calcio italiano, il più bello del mondo (ci si è già dimenticati di delle scommesse e dei casi di partite comprate?)

La A3 viene chiusa per difetti strutturali, ma c’è voluta la morte di cinque persone perché s’intervenisse, quando tutti sanno da anni in che condizioni versa la Salerno-Reggio Calabria.

Banche che saltano perché fanno investimenti azzardati e dopo aver fatto perdere tutto ai suoi clienti, devono essere salvate proprio dai clienti che hanno fregato. E il governo fa leggi che tutelano e aiutano le banche, invece di proteggere i cittadini (i cittadini, dato che nessuno li protegge, per tutelarsi dovrebbero smettere di avere fiducia in chi li frega e non fare investimenti credendo in guadagni facili).

Per non parlare dei fiumi di tangenti date in cambio di lavori, di vigili che si fanno fare regali per fermare controlli, d’imprenditori considerati eroi, di sinistra (una contraddizione cui ormai nessuno fa più caso, perché è permesso dire di tutto), bandi truccati, favoreggiamenti vari.

In un paese dove tutto è falsato, dove la corruzione e le mafie dilagano, come si fa ancora a credere alle prese in giro che tanti declamano come verità e a non arrabbiarsi e ribellarsi, a mettere fine a tutto ciò? Si vuole continuare a essere succubi, ad accettare di tutto?
In Francia quando il governo ha proposto una riforma del lavoro, tutti i lavoratori di ogni settore, hanno fatto uno sciopero che ha inchiodato il paese, provocando per questo disagi che si sono avvertiti anche all’Italia. In Italia invece si subisce passivamente a ogni riforma del lavoro fatta dai vari governi, che di volta in volta vanno a peggiorare le condizioni di lavoro e gli stipendi dei lavoratori. In questo modo di fare si può vedere perché il nostro paese va così male, nonostante c’è chi dice che va tutto bene (va ricordato che l’Italia è uno dei paesi peggiori in fatto d’informazione, dove la verità non deve mai essere detta, e le acque debbono essere sempre torbide per nascondere le cose).

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