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Il caso Neil Gaiman

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Neil GaimanIn questi ultimi giorni fa parlare il caso di Neil Gaiman, accusato da diverse donne di violenza sessuale: secondo le accusatrici, Gaiman avrebbe usato pratiche sessuali non concordate. Accuse che hanno avuto subito delle conseguenze: la casa editrice Dark Horse non pubblicherà più suoi fumetti , tre adattamenti delle sue opere sono stati sospesi. Non si è dinanzi a qualcosa di nuovo: anche Johnny Depp è andato incontro a una situazione simile quando è stato in causa con la moglie Amber Head per abusi, dove subito è stato scaricato da molti, ha perso ruoli e la sua carriera è stata messa a rischio, salvo poi tornare alla ribalta quando ha vinto la causa. Anche Cristiano Ronaldo e Mbappé sono stati prima accusati di violenze sessuali e poi assolti. Quando ci sono situazioni simili, le cose non sono mai facili, ma ci si trova dinanzi a qualcosa di complesso e spinoso.
Parlando di Gaiman, in prima istanza bisogna aspettare per vedere se le accuse diventeranno fatti: allora si potrà dare un giudizio più preciso. Per adesso, si possono prendere in considerazione solo degli scenari possibili. Uno è questo, che può sembrare una difesa a Gaiman. Quando si tratta di un personaggio in vista c’è sempre il dubbio che ci siano tentativi d’incastrarlo, sfruttando la situazione a proprio vantaggio: non è raro che donne, attratte da soldi e posizione, si concedano, anzi, si propongano pure. Se c’è stata violenza sessuale, se ci sono stati abusi, allora, perché non denunciare subito? Quando accadono fatti del genere bisogna farlo immediatamente. In molti obietteranno che ci sono fattori psicologici che frenano: la paura di non essere credute, la vergona, la paura del giudizio. In altrettanti obietteranno che se si pensa che l’uomo sia l’incastrato è perché si sta sempre dalla parte dell’uomo, che la donna viene mostrata come facile e manipolatrice, che “in fondo è quello che voleva” o che “se l’è cercata”. Questo è un discorso impopolare e può essere criticato, ma è una possibilità di come possono essere andate le cose.
Altra possibilità, è che uno nella posizione di Gaiman si ritiene di poter fare quello che vuole per via della fama ottenuta e pertanto a lui può essere concesso di fare cose che altri invece non potrebbero. Anche se venisse denunciato, la fama ottenuta e gli avvocati che può avere gli permetteranno di essere assolto; in fondo non succede spesso così a chi è in posizioni economiche forti?
Poi ci sono altre possibilità che stanno nella zona d’ombra tra le due sopra citate, dove è difficile stabilire come stanno davvero le cose, dove la colpa non è appartenente soltanto a uno, un po’ come successo tra Depp e Head. Probabilmente anche questo scenario non piacerà, perché quando si parla di abusi, soprattutto in questo periodo, le donne sono sempre innocenti e paventare che la colpa non sia solo e completamente dell’uomo fa sollevare proteste e indignazioni. Tuttavia, non è qualcosa che si può escludere e non perché si voglia difendere l’individuo maschile, ma perché la verità deve venire a galla, le cose devono essere raccontate per come realmente sono accadute; per questo bisogna aspettare che le indagini chiariscano come sono andate le cose. Non si può però non riflettere su una cosa: anche se Gaiman risultasse innocente, un’ombra è stata gettata e questo lo seguirà sempre, lasciando in molti il dubbio se la sua sia davvero innocenza oppure se l’assoluzione dipenda dai soldi e dalla posizione che ha.
C’è una cosa che non mi piace in questa vicenda: che si spari subito a zero su qualcuno prima che venga fatta chiarezza. Gaiman ora viene additato come un mostro, un violentatore, esempio di società patriarcale e di maschio predatorio e brutale, ancora prima che la vicenda sia chiarita. Sia chiaro: se i fatti avvaloreranno le accuse mossegli contro, è giusto che paghi per gli abusi di cui ora è accusato: chi fa violenza sulle donne deve andare in galera, per me non ci sono attenuanti. Ma le condanne devono arrivare quando chiarezza è stata fatta, farle come si sta facendo ora non è giusto.
E tutto ciò porta a un’altra questione: se Gaiman risultasse colpevole, sarebbe giusto continuare a leggere le sue opere? Continuare a comprarle non sarebbe appoggiare qualcuno che ha commesso dei crimini?
Non credo ci sia un’unica risposta, penso che sia una questione personale e dipende dal punto di vista di ognuno. Razionalmente viene da dire che, benché siano la stessa persona, uomo e scrittore (o donna e scrittrice) sono anche due elementi differenti: non sempre ciò che uno scrive rappresenta ciò che lui (o lei) è. Tuttavia, succede anche che negli scritti uno scrittore metta delle parti di sé (consciamente o inconsciamente); altre volte invece mette quello che lui non è oppure quello che vorrebbe essere: quale che sia la realtà, varia da scrittore a scrittore. Di fronte a ciò, in teoria, quando si legge un lavoro di qualcuno, non ci si dovrebbe far influenzare da quello che accade nella sua vita. Ma si guardi ciò che è successo con la Rowling, dove perché ha espresso le sue opinioni (condivisibili o no), in tanti hanno inneggiato di boicottare le sue opere, in tanti l’hanno rinnegata dopo averla adorata. Non a questi livelli, ma ho sentito persone che non volevano leggere e suggerivano di non leggere i romanzi di Silvana De Mari per via del suo pensiero e di certe sue dichiarazioni; anche se posso non condividere certe sue idee (specie politiche), se ho smesso di leggere i suoi libri è perché a un certo punto la qualità delle sue opere è calata e non mi hanno soddisfatto.
Questione differente per quanto riguarda invece un’altra scrittrice di fantasy di cui ho letto qualcosa: Marion Zimmer Bradley (ne avevo già parlato in un altro articolo). Dopo aver letto e apprezzato Le nebbie di Avalon, quando è saltato fuori ciò che aveva fatto ai figli e non solo a loro, non sono più riuscito a leggere altri suoi libri che avevo. Non li ho buttati via come hanno fatto tanti, ma mi sono bloccato e non sono riuscito a leggerli fino a ora.
E con Gaiman? Non sono un fan di questo scrittore, anche se ho letto qualche storia di Sandman, oltre a Stardust, Nessun Dove e Il cimitero senza lapidi e altre storie nere (ho visto anche delle trasposizioni di sue opere, quali Coraline e la porta magica e Stardust, uno dei rari casi in cui il film è meglio del libro): alcune storie sono piacevoli, ma niente che mi abbia spinto a cercare altro. Quindi, non ho ricercato prima, non ricerco adesso, ma non per quello che sta succedendo, ma perché quello che ho letto scritto da lui non mi ha preso più di tanto.
Cosa succederà ora?
Si può solo aspettare e stare a vedere, consapevoli che si è dinanzi a una vicenda sgradevole, che porta conseguenze non da poco; a parte quelle dei diretti interessati, non si può però non pensare anche al contraccolpo avuto dai suoi fan al sentire tale notizia, dopo che per tanti anni l’hanno visto in un certo modo, riconoscenti per quello che ha saputo dare con i suoi lavori, e che ora devono fare i conti con questa pagina buia che sconvolge le loro convinzioni.

2 comments to Il caso Neil Gaiman

  • Ho apprezzato alcuni libri di Gaiman ma se dovesse essere colpevole, visto che era uno che predicava bene, per me varrebbe il giudizio che do su Marion Zimmer Bradely, ovvero all’inferno l’autore e l’opera.
    Tuttavia, penso che Gaiman abbia diritto a un’equa valutazione (e processo, se deve esserci). Vediamo cosa ne viene fuori. Ha già, del resto, perso moltissimo già ora, mentre la sua colpevolezza non è accertata.

    • Bisogna aspettare e poi dare un giudizio. Anche con Depp subito ci si era scagliati contro, con tutto ciò che ne è conseguito, per poi mutare giudizo. Staremo a vedere.

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