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Idolatria

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Ieri sera m’è capitato di vedere la puntata di Supernatural trasmessa da Raidue. Conosco questa serie anche se non l’ho seguita con assiduità, specialmente all’inizio; ho tuttavia potuto costatare che la storia e l’intreccio delle vicende si sono evolute in maniera interessante con il passare degli episodi, dando spessore alla trama, specie nel modo in cui vengono affrontate le tematiche che caratterizzano il telefilm.
Nella puntata in questione delle persone sono uccise da quelle che loro considerava i propri idoli: James Dean, Abramo Lincoln. L’assassino si scoprirà essere un’antica divinità pagana di nome Leshy protettrice di una foresta europea distrutta, avente la caratteristica di cibarsi dei propri fedeli e la capacità di assumere la forma di ciò che le persone adorano. Venuto meno il suo luogo di culto, ha vagato raminga per il mondo, accontentandosi delle briciole, ma ora che si sta avvicinando l’Apocalisse ha deciso di farsi un’abbuffata come non faceva da tempo.
Ciò che mi ha colpito è la frase che rivolge a Dean.
“Una volta adoravate gli dei; ora questo.” Dice con fare irrisorio alludendo alle sembianze che ha assunto di Paris Hilton. “Questa è idolatria. Questo è come vi siete ridotti.”
Una costatazione che fa riflettere, dato che rivela una realtà del vivere attuale della società.
Una volta l’uomo ricercava risposte sull’esistenza, sulla vita e per far questo si rivolgeva a entità superiori che credeva essere creatori del mondo; forze che governavano l’esistenza capaci di dare a quanti li adoravano una strada da seguire, scoprire quei misteri che la vita cela. Che ci siano forze superiori all’uomo, che l’hanno creato e che ne fanno parte è indubbio, ma quanto facevano gli uomini d’allora era proiettare all’esterno quelli parti di sé che ancora non conoscevano e che avevano bisogno di mettere all’esterno per arrivare a comprenderle e pertanto evolvere.
Evoluzione, appunto, perché l’uomo era proteso in un’ascesa, cercando di scoprire quanto di più grande c’è nell’esistenza.
Nella società attuale questa spinta si è persa, è come se l’uomo fosse divenuto apatico, privo di stimoli. Alcuni dicono che è colpa della scienza, che riuscendo a spiegare molto ha tolto il gusto del mistero, ma non credo sia una causa, poiché ritengo che scienza e spiritualità possano convivere, anzi, siano di complemento uno dell’altra.
Credo che la ragione principale sia dovuta all’uomo che ha perso se stesso: inseguendo delle chimere ha smarrito la strada, ma ha conservato il bisogno d’appoggiarsi a qualcosa. Ma quel qualcosa è niente, è vuoto, è privo di significato, apparenza senza valore.
Gli idoli delle persone sono individui che hanno popolarità senza meritarla, senza motivo, che durano una stagione e subito dopo si è in cerca di altri cui aggrapparsi: individui diversi, ma con la stessa assenza di capacità.
Questa è l’Era dell’Economia e del Consumismo, un’epoca che dimostra il degrado e lo smarrimento in cui è caduto l’uomo, dove l’insensatezza imperversa idolatrando l’apparenza, l’esteriorità, e ciò che vale, l’interiorità, viene sempre sbattuto nel fango e disprezzato.

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