Questa è la brutta notizia che da ieri circola nella rete. Ne ha dato comunicato la casa editrice sul suo blog ed è stato riportato su testate come Fantasy Magazine e su siti di scrittori e appassionati: un tam tam che dimostra l’apprezzamento che Asengard ha riscosso in molti, ma che purtroppo non è bastato ad evitarle la chiusura.
Fa tristezza e amarezza vedere come chi si è impegnato a fare un lavoro serio e professionale, seguendo una condotta etica che non ha mai richiesto contributi agli autori; lavoratori onesti che hanno lottato per realizzare un progetto e mantenerlo in vita. Purtroppo nell’esistenza spesso non ci sono lieti fini.
D’accordo, posso essere di parte dato che ho acquistato e apprezzato volumi realizzati da questa casa editrice, ma è un dato di fatto la cura della realizzazione delle copertina, dell’editing, della scelta delle tipologie di storie da pubblicare. Storie che non seguivano la moda o la massa.
La massa.
Proprio questo mi fa riflettere perché se vengono prodotti certi libri di livello molto basso, con stile, tematiche e storie banali e vuote, è dovuto al fatto che le case editrici danno ai lettori quello che loro vogliono. Bisogna affrontare questa realtà: la maggior parte dei lettori vuole letture superficiali, che non fanno riflettere; i libri che leggono sono uno specchio di ciò che sono. Il che non significa che bisogna leggere tomi di filosofia, psicologia o saggistica (che comunque aiutano ad arricchire e non poco), basta trovare buone letture capaci d’intrattenere, ma anche dare tanto a livello di crescita: La Storia Infinita, Per chi suona la campana, Il Gabbiano Jonathan Livingston, Un altro giro di giostra. C’è tantissimo da trovare se solo si cercasse. Ma questo non avviene: i più si sorbiscono ciò che i media, la pubblicità, la grossa distribuzione dice che bisogna comprare spacciandolo per il meglio che c’è in commercio.
C’è molto da riflettere soprattutto su che cosa gli individui siano diventati in questo periodo, perché se tante cose vanno male è responsabilità di tutti, la colpa non ricade solo su alcuni. Occorre darsi da fare, anche se alle volte può capitare di domandarsi se vale davvero la pena spendere impegno in un sistema che fa andare avanti ciò che non ha valore e merito.
Io dico che siamo in un mondo ben strano eh? case editrici a pagamento che fanno soldi a palate e case editrici serie e limpide che chiudono i battenti. Mah…
Io userei un altro termine per definire questo mondo, che inizia per m. In fondo però è la gente che vuole che sia così.