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Fate/stay night: Heaven's Feel

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Quella che si sta per affrontare è la recensione dei tre film d’animazione dedicati alla terza route del videogioco Fate/stay night, Fate/stay night: Heaven’s Feel, che vede l’attenzione focalizzarsi sul rapporto tra Emiya Shirō, il protagonista della storia, e Sakura Matou, una delle tre protagoniste femminile con cui è possibile instaurare una relazione sentimentale.
Occorre subito fare una premessa: per avere una certa comprensione della storia occorre avere la conoscenza del contesto in cui sono calate le vicende, il che significa avere visto le altre due serie precedenti, Fate/stay night e Fate/stay night: Unlimited Blade Works, senza contare che aiuta molto aver guardato Fate/Zero, al momento la più bella serie realizzato del mondo Fate. Nonostante ciò, questo potrebbe non essere sufficiente per comprendere tutto quello che succede in Fate/stay night: Heaven’s Feel, visti i tagli che sono stati apportati alla storia (se per quelli effettuati all’inizio si può sopperire avendo visto le precedenti serie di Fate/stay night, per il finale, se non si è giocato alla visual novel, occorre andarsi a cercare in rete qualcosa che spieghiFate/Stay Night. Heaven's feel I. presage flower quello che è accaduto perché c’è un buco non indifferente che rende difficile la comprensione).
Tolti i punti più rognosi, andiamo a vedere le note positive. Innanzitutto il comparto grafico, sempre realizzato dallo studio Ufotable (che aveva già prodotto Fate/stay night: Unlimited Blade Works e Fate/Zero) di livello elevato: eccezionali le corografie e la gestione degli scontri, per non parlare delle musiche, sempre evocative e pertinenti al momento che si sta vedendo. Molto buona anche la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto quella di Sakura, rivelandosi un personaggio complesso; buono lo sviluppo rapporto che c’è tra lei e Rin e quello tra Rin e Illya. In Fate/stay night: Heaven’s Feel vengono alla luce quei dettagli che rendono più chiara tutta la storia che c’è in Fate/stay night.
Veniamo dunque alla storia. I tre film Fate/stay night: Heaven’s Feel – I. presage flower (2017), Fate/stay night: Heaven’s Feel – II. lost butterfly (2019) e Fate/stay night: Heaven’s Feel – III. spring song (2020), nonostante i tagli accennati riescono ben a mostrare quello che succede in questa terza route. La giovane Sakura Matou, sorella di Shinji, amico e compagno di club di Shiro, decide di andare a casa del senpai e aiutarlo nei lavori domestici dopo che lui ha avuto un incidente al lavoro part-time che svolge. Shiro dopo l’infortunio, anche se guarito, lascia il tiro con l’arco; nonostante la guarigione, Sakura continua ad andare a casa sua ad aiutarlo. Passano i mesi e Sakura entra nello stesso liceo del fratello e di Shiro; i rapporti tra i due ragazzi si fanno più tesi visto il rapporto che si è sviluppato tra Shiro e Sakura e la situazione non farà che peggiorare. Al momento però le cose procedono normalmente, con la ragazza che ha sviluppato un buon rapporto anche con Taiga, tutrice (e professoressa d’inglese) di Shiro dopo la morte del padre adottivo di questi, Emiya Kiritsugu, avvenuta poco tempo dopo che quest’ultimo aveva salvato il ragazzo dal tremendo incidente avvenuto dieci anni prima, di cui lui era l’unico sopravvissuto (evento che continua a perseguitare in sogno il ragazzo).
Fate/stay night: Heaven's Feel - II. lost butterflyLe cose cambiano radicalmente la notte in cui Shiro viene ferito mortalmente a scuola, ma incredibilmente si salva e si ritrova coinvolto nella guerra del Santo Graal, una guerra che si svolge ogni qualche decennio a Fuyuki tra sette maghi e i suoi servant, spiriti eroici invocati dai primi, il cui sacrificio serve per evocare il potente rituale. In realtà, il Santo Graal in questione non è quello che il pensiero comune crede: trecento anni fa, tre grandi famiglie di maghi, i Makiri, i Tōsaka e i Einzbern unirono le forze per creare un rituale che potesse permettere di compiere un miracolo ed eliminare la radice di ogni male; raggiungendo la radice della magia, apriranno la strada per arrivare a un piano d’esistenza superiore. Questo è il Graal, il Calice Celeste, l’Haven’s Feel per realizzare la vera eterna giovinezza, l’unico modo per materializzare l’anima.
Il problema è che esiste un ottavo elemento in questa Guerra: Avenger, ovvero Angra Mainyu, un giovane scelto in un villaggio dedito allo zoroastrismo cui fu fatto carico di tutti i mali del mondo, perché si riteneva che non si potesse condurre una vita retta senza prima liberarsi di ogni male. Tale figura fu evocata come Servant nella Terza Guerra per il Santo Graal e una volta sconfitto fu assorbito dal Graal, corrompendolo; questa ombra, questo Avenger, si è impossessato di Sakura, o meglio, è stato impiantato da Zouken, nonno di Sakura, nella ragazza così da renderla un Graal artificiale ed essere usata per i suoi scopi.
Shiro, Rin (erede dei Tōsaka) e Illya (erede dei Einzbern), si alleano per fermare questa ombra, sventando così i piani di Zouken e di Kirei, l’avversario contro cui Kiritsugu aveva lottato nello scontro finale della guerra per il Graal precedente.
Fate/stay night: Heaven's Feel - III. spring songFate/stay night: Heaven’s Feel è una storia cupa, violenta, la parte più oscura di Fate/stay night, soprattutto per quanto riguarda Sakura, che ha subito abusi di ogni genere dalla sua famiglia adottiva: violenza psicologica, esperimenti, stupri, il tutto per corromperla e farla divenire l’involucro per contenere l’ombra che avrebbe fatto raggiungere il suo scopo al cinico Zouken. Una bambina e poi una ragazza privata di un’esistenza normale, costretta a vivere lontana dalla sua vera famiglia, che trova affetto solo da Shiro.
Ben fatti gli approfondimenti su Illya e il legame che ha con Shiro, il legame che c’è tra Sakura e Rider, la sua Servant (il suo potere rivela che si tratta di Medusa). A parte Kirei, questa volta il nemico è differente, ma è ugualmente ostico da battere. Come sarebbe ostico capire il legame che c’è tra Shiro e Archer se non si è visto Fate/stay night: Unlimited Blade Works. Invece finalmente è chiara la natura del Santo Graal, perché nelle storie delle altre due route era qualcosa di un po’ nebuloso; peccato solo per il finale, troppo frettoloso e senza elementi per comprendere come Shiro possa tornare dopo lo scontro finale: senza una spiegazione lo spettatore rimane perplesso e (INIZIO SPOILER) bisogna avere una bella immaginazione per capire che l’anima di Shiro è stata materializzata all’interno di un contenitore, ritrovato da Rider e impiantato in un nuovo corpo donato da un famoso burattinaio (FINE SPOILER).
In conclusione, Fate/stay night: Heaven’s Feel è una buona storia, da vedere per chi ha apprezzato il mondo Fate oppure da chi è appassionato di mitologia e di figure eroiche conosciute nel folclore e nella storia; sicuramente non è al livello di Fate/Zero dove si approfondivano molto di più gli Spiriti Eroici e le loro vicende, ma comunque si è davanti a un prodotto di qualità notevole.

1 comment to Fate/stay night: Heaven’s Feel

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