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Fate/Zero

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Fate/ZeroFate/Zero è il prequel di Fate/Stay Night ed è narrativamente collocato dieci anni prima degli eventi che hanno visto come protagonisti Emiya Shiro e Rin Tōsaka (che in questa serie fanno delle brevi apparizioni). Questa è la quarta guerra del Santo Graal, in cui sette maghi si affrontano aiutati da sette spiriti eroici (ognuno appartenente a una classe: Saber, Lancer, Rider, Caster, Archer, Berserker, Assassin) che hanno evocato per vincere la preziosa reliquia ed esaudire il proprio desiderio.
Ognuno dei maghi ha uno scopo da raggiungere e lo stesso si può dire per i loro servant, anche se non sempre i due obiettivi collimano.
Gli Einzbern vogliono conquistare il Graal dopo tre tentativi falliti e per questo assoldano Kiritsugu Emiya, un assassino di maghi, che s’innamora di Irisviel von Einzbern, un Homunculus creato dalla famiglia cui appartiene e che diverrà la coppa del Graal, con la quale ha una figlia Ilyasviel (una dei sette maghi della guerra successiva e che ha come servant il Berserker Eracle); al loro fianco c’è anche Maiya Hisau, un tempo bambina soldato presa sotto l’ala protettrice di Emiya, e ora combattente e killer. Come servant viene evocata Arturia, che altro non è che re Artù, il re dei Cavalieri.
Tokiomi Tōsaka incarna il tipico mago e partecipa alla guerra evocando Gilgamesh, il re degli Eroi. Il suo scopo non è chiaro, ma è ligio alle regole ed è disposto a tutto pur di vincere, anche a cedere Sakura, la figlia minore, ai Matō, altra famiglia rivale di maghi.
Kariya Matō, molto legato alla moglie di Tokiomi e alle sue due figlie, partecipa alla guerra per salvare Sakura dal trattamento cui la famiglia Matō la vuole sottoporre e così permettere che possa un giorno riabbracciare la madre e la sorella Rin. Ha come servant Berserker.
Kayneth El-Melloi Archibald e Sola-Ui Nuada-Re Sophia-Ri, una coppia di maghi inglesi che hanno evocato come spirito eroico Diarmuid Ua Duibhne.
Kirei Kotomine, prete della chiesa di Fuyuki, combattente, sicario, allievo e alleato di Tokiomi Tōsaka; è il master di Assassin.
Waver Velvet, allievo di Kayneth El-Melloi Archibald, ruba l’offerta del suo maestro per richiamare uno spirito eroico e così dimostrare di essere degno del titolo di mago. Il suo servant è Iskander, ovvero Alessandro Magno, il re dei Conquistatori.
Ryūnosuke Uryū non è un mago, ma un giovane serial killer che si diverte a uccidere bambini. Nonostante ciò, il Graal lo sceglie come partecipante alla guerra e ha come servant Gilles de Rais.
Per raggiungere la conquista del Graal ognuno dei partecipanti attuerà le proprie strategie e non risparmierà le forze, dando vita a battaglie epiche e mostrando la reale natura di ognuno di loro: la maggior parte dei maghi non ne uscirà bene, mostrando freddezza, brutalità e spietatezza alle volte senza limiti.
Rispetto al suo successore, Fate/Zero non ha quella spensieratezza adolescenziale presente in alcuni suoi episodi: è una storia drammatica, permeata di dolore, con personaggi in cerca di riscatto, di espiazione, di sogni non realizzati che attendono un adempimento. Sofferenza, rimpianto: in Fate/Zero nessuno viene risparmiato.
Raccontata in questo modo, può passare la voglia di vedere questa serie, tuttavia la caratterizzazione e l’approfondimento dei personaggi sono di prima categoria e questo tiene incollati allo schermo, volendo vedere l’evolversi delle loro vicende, di come si rapportano tra di loro.
Certo, gli scontri sono tanta roba e risuonano di epicità (non si rimane certo indifferenti davanti a uno scontro tra Artù e Lancillotto, tra Gilgamesh e Iskander; come non si può non provare un brivido nel sentire le parole Cthulhu Fhtagn), ma il punto di forza di Fate/Zero è scoprire a quale destino vanno incontro i vari partecipanti alla guerra.
Sicuramente avere dei personaggi che hanno fatto la storia e sono entrati nel mito fa guadagnare dei punti alla serie, anche se alcuni non sono conosciuti come gli altri, come succede per Diarmuid Ua Duibhne (guerriero dei Fianna del Ciclo feniano conosciuto per essere stato l’amante di Gráinne, promessa sposa di Fionn mac Cumhaill, e che ricorda in molte parti il più famoso Tristano del ciclo arturiano) e Gilles de Rais (nobile, compagno d’armi di Giovanna d’Arco, nonché coinvolto, secondo le accuse, in pratiche alchemiche e occulte dove torturò, stuprò e uccise bambini e adolescenti, e per cui fu condannato a morte); tuttavia, se non fosse stato fatto un egregio lavoro sulla loro storia personale, si avrebbe avuta una trama che sapeva di videogioco con eroi dai grandi poteri che si prendono a mazzate. Invece lo studio Ufotable ha fatto un ottimo approfondimento psicologico. Il desiderio di Diarmuid di riscattare il proprio onore di cavaliere, la voglia di Iskander di andare sempre avanti che si scontra con la perdita di chi e cosa si lascia alle spalle per inseguire un sogno, la ricerca di Arturia di poter cambiare il proprio passato e il peso di aver seguito un alto ideale, la determinazione di Emiya di trovare un modo per salvare tutti, sono il vero punto di forza di Fate/Zero, rendendola una serie superiore a Fate/ Stay Night: niente buchi di trama, niente punti irrisolti (anzi, aiuterà a capire diverse parti di Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works), niente comportamenti che fanno alzare le sopracciglia, ma una solidità di trama notevole dove i personaggi non cercano di piacere allo spettatore, ma vanno avanti per la propria strada a qualunque prezzo, anche a costo di sembrare dei mostri.
Sotto questo aspetto, praticamente nessun mago ne esce bene (tranne Waver, ma questo dipende molto dalla sua giovane età e dal non aver subito le stesse ferite che gli altri hanno accumulato nella vita), facendo sembrare un assassino come Gilles de Rais in alcune occasioni quasi umano (nonostante tutto l’orrore che ha portato, non si può non provare un poco di empatia verso di lui quando, ormai giunta la sua fine, s’immagina per l’ultima volta l’amata Giovanna d’Arco). E seppure Emiya possa spaventare per la determinazione con la quale persegue il suo obiettivo, peggio di lui sono sicuramente il capofamiglia dei Matō, Tokiomi Tōsaka e Kirei Kotomine.
A parte Gilgamesh, Assassin e Gilles de Rais, è molto difficile non provare empatia per i vari servant. Il rapporto tra Waver e Iskander è tra i più belli della serie, così come il confronto tra Artù è Lancillotto è tra i momenti più evocativi, senza contare la bellezza dei dialoghi (su tutti quello che avviene nell’episodio Il banchetto proibito).
Psicologico, cupo, epico, maestoso nelle scene d’azione: Fate/Zero è un anime di classe superiore, tra le migliori realizzate, senza ombra di dubbio.

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