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Fate/stay night

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Fate/stay nightFate/stay night è la prima serie anime realizzata dall’omonima visual novel giapponese scritta da Kinoko Nasu e illustrata da Takashi Takeuchi; realizzata nel 2006 dallo studio Deen, si basa sulla prima route, quella che concentra la propria attenzione sulla storia romantica tra il protagonista Shirou Emiya e il suo Servant, Saber, che altri non è che Arturia, la versione femminile di re Artù. Non ci si dilungherà sulla trama, visto che se ne è parlato già in altri articoli (Fate/stay night: Unlimited Blade Works e Fate/stay night: Heaven’s Feel): Shirou Emiya è uno studente che si trova coinvolto in una guerra segreta di maghi per ottenere un potente artefatto, il Santo Graal. Viene ferito mortalmente dopo aver assistito allo scontro tra due Servant, due spiriti eroici invocati da altrettanti maghi, ma viene salvato da Rin Tosaka, uno dei maghi che partecipano alla guerra del Graal; nonostante ciò, viene inseguito da Lancer, uno dei Servant che ha visto combattere, fino alla propria casa: la sua sorte sembra segnata, ma improvvisamente compare una donna in armatura che brandisce una spada invisibile, salvandolo da morte certa. Si tratta di Saber, il Servant che aveva servito il padre adottivo nella guerra precedente del Graal, il mago che ha vinto il magico conflitto ma che alla fine ha rinunciato al premio concesso.
Emiya non è stato addestrato come mago e per questo non riesce a dare molta forza magica a Saber, risultando perciò più debole del previsto, ma non è privo di capacità, visto che con il suo circuito magico può creare oggetti, specialmente armi. Alleato con Tosaka, si troverà a scontrarsi e a vincere prima contro il subdolo Shinji Mato e Rider (Medusa), poi Illyasviel von Einzbern e Berserker (Eracle); dopo la perdita del suo Servant, Illya diverrà sua alleata e lo aiuterà ad affrontare i restanti maghi, trovando come nemici principali Sōichirō Kuzuki e Caster (Medea) e Kirei Kotomine e Gilgamesh, i due già affrontati nello scontro finale della guerra precedente da Kiritsugu Emiya e Saber e che riproporranno lo stesso duello.
Che cosa dire di Fate/stay night? Che è la route più interessante e allo stesso tempo quella meno riuscita. Partiamo dal comparto grafico. Benché realizzato nel 2006, il lavoro dello studio Deen è lontanissimo da quanto realizzato anni dopo da Ufotable con Unlimited Blade Works, e perde malamente il confronto; pure il comparto sonoro non è allo stesso livello. Anche la regia non riesce a coinvolgere come successo con i lavori successivi.
Veniamo alla storia. Di tutte è la più interessante, perché il vedere come si rapporta Arturia, che incarna l’ideale cavalleresco e mette l’onore e il suo ruolo prima di tutto (al punto da farle desiderare di poter cambiare il suo passato con la conquista del Graal), con una vita più da ragazza è davvero intrigante. Il suo rapporto con Shirou non è male ed è ben rappresentato il suo non sapersi lasciare andare ai propri sentimenti. Tuttavia, il personaggio di Arturia poteva essere approfondito di più perché tanto aveva da dire; certamente questo dipende molto da come era stata già trattata nella visual novel che, a detta di tanti, è la meno riuscita (e non gli si può dare torto). Inoltre fa alzare più volte le sopracciglia come Shirou si faccia massacrare negli scontri, uscendone sempre malissimo (e solo perché nel suo corpo si è fuso il fodero di Excalibur, che ha la capacità di guarire qualsiasi ferita subita dal possessore, che riporta a casa la pelle).
Davvero un peccato, perché Fate/stay Night aveva tanto da dire e il suo potenziale è andato inespresso e sprecato; da vedere perché rende più chiara la visione degli anime successivi.

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