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che oltre a dare un senso di disgusto, danno sentore di dove si è arrivati e di come si sta scivolando sempre più in basso e in questi giorni ne sono successi diversi. Certo succedono sempre e ci sono momenti in cui si sopporta di più. Ma ci sono cose che non possono mai essere sopportate.
Uno è lo sfruttamento, il cercare di fare sempre soldi, anche se non se ne ha il diritto, come fa la SIAE; come riportato in questo articolo, non tutti giustamente ci stanno.
Anche se non sono un appassionato di moto, la scomparsa di Marco Simoncelli mi ha rattristato: era un ottimo pilota, un campione che stava mettendo le basi per un futuro di successo, ma soprattutto mi dispiace perché verrà a mancare un giovane con una gran carica, con voglia di vivere, di sorridere e di far sorridere. Come è sacra la vita, lo è anche la morte, una parte dell’esistenza che va vissuta personalmente e intimamente, nel privato, nel raccoglimento, non messa in piazza come accade con il fiorire di trasmissioni dopo la sua scomparsa (vedi gli speciali sulle reti Mediaset), la trasmissione in diretta del suo funerale sono un mettere sull’altare della grande macchina dei media qualcosa di grande per fare audience, per aver dei grandi numeri di ascolti: uno sfruttamento continuo, senza ritegno di tutto e di tutti, senza dignità.
Come senza dignità sono le dichiarazioni di Sacconi sui licenziamenti, un calpestare con disprezzo i lavoratori, definendo denigratoriamente come roba ideologica i diritti, dove tocca di sentire che si devono agevolare i licenziamenti per fare assunzioni; sarebbe come dire faccio la guerra per creare la pace. Questo è togliere ogni diritto e tutela, far sì che gli imprenditori possono fare tutto quello che vogliono, dargli carta bianca: un potere nel loro campo assoluto. Questa è schiavitù.
Non siamo più trattati come individui, esseri umani, ma solo come oggetti da usare, come numeri senza significato, utili solo per pochi per avere maggiore ricchezza e potere.
Si vuole continuare ancora a permettere a questo lerciume d’impantanare la vita che ci appartiene?

EDIT. Dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi, altra perla da parte di Sacconi: promuovere per giovani e donne il lavoro con apprendistato e part-time. Ancora si continua a insistere con l’apprendistato, dove per chi non lo sapesse, si viene pagati molto poco e i contribuiti versati sono praticamente nulli: una manna per gli imprenditori, che spingono su questo per spendere sempre meno. Sempre una questione di soldi.
Ancora una volta la dimostrazione di mancanza d’idee e di spregio verso gli individui e le professionalità, con ovvio impoverimento di tutto il mercato e di perdita della qualità del prodotto italiano. Chi è oltre i trent’anni (a meno che non sia alzata la soglia e tutti possano rientrare nell’apprendistato, un apprendistato perenne) e perderà il lavoro, si rassegni a non averne più uno, perché conta solo il volere della classe dirigente e del voler spendere sempre meno, anzi se possibile arrivare a ottenere lavoro gratuito e perché no un vero e proprio ritorno della schiavitù.
C’è una domanda cui andrebbe risposto: perchè cercare di mantenere in vita un sistema che ormai è morto, quando invece dovrebbe essere lasciato crollare? Si è sicuri che sia la soluzione migliore o solo un modo per pochi per continuare ad arricchirsi sulle spalle degli altri (vedi una politica che facendo solo danni costa 350 euro l’anno a famiglia)?

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