Per chi possiede un animale domestico, prendersi cura della sua alimentazione e salute è una responsabilità doverosa: chiunque voglia averne al proprio fianco deve essere consapevole. Una sottolineatura che non dovrebbe essere necessaria, dato che chi sceglie di avere con sé un animale dovrebbe farlo per affetto e quindi dovrebbe essere un automatismo prendersi cura dell’amico a quattrozampe; una cosa che è poi così scontata, visto il livello d’irresponsabilità che esiste e che si prende un animale per un capriccio del momento o per seguire le mode.
Occorre osservare che sugli animali domestici, negli ultimi anni, è sorto un business che gioca sull’affetto delle persone che provano nei loro riguardi; essendo nell’Era dell’Economia può sembrare normale, ma a tutti gli eccessi c’è un limite.
Se è giusto cercare di dare all’animale l’alimentazione migliore e più equilibrata per il suo metabolismo e le cure adeguate per mantenerlo in salute e prevenire malattie, risulta assurdo il corollario che si è sviluppato per sfruttare la sensibilità di chi gli vuole bene.
Oltre agli integratori, ai cibi biologici, dietetici e quelli adatti alle intolleranze alimentari, sorgono ora le ricette cinque stelle con salmone, cervo, torte salate di pesce, per non parlare della cioccolata, del gelato e della birra studiate appositamente per loro.
Restando in tema di salute, oltre al sorgere di cliniche veterinarie, quando un tempo era già tanto trovare un ambulatorio, le industrie farmaceutiche hanno inondato il mercato con ogni sorta di farmaco, dai tradizioni a quelli omeopatici e fitoterapici. Si passa poi ai massaggiatori, agli addestratori, ai comportamentalisti e agli psicologi per arrivare alle palestre, alle piscine e alle discoteche per cani e gatti.
Per non parlare di canali radio e televisivi, siti internet, app di vario per telefonino (da quelle che elaborano le foto ai geolocalizzatori a quelle che segnalano le zone a rischio leishmaniosi) riservati solo ai pets, senza dimenticare le riviste e i manuali riservati alla cura del proprio animale.
E dopo le necessità (cibo e medicine, anche se alcune risultano essere eccesive e non indispensabili), non può mancare il superfluo, con collari (alcuni con tecnologia per tradurre latrati e miagolii in parole), cappotti, cucce di ogni genere, specialmente quelli di lusso, griffati e pure con Swarovski: ai gadget per animali non c’è limite, andando ad arricchire pet boutique e shop on-line.
Il corollario di oggetti per animali appare infinito, ma si corre il rischio di farsi prendere la mano pensando di fare il bene per il proprio animale, quando invece ci si allontana da ciò che è fondamentale e importante: per l’animale tutti queste cose non contano nulla, quello che lui vuole è la compagnia e l’affetto del compagno umano, del passare tempo assieme a lui, di avere attenzione, fare passeggiate nel verde e stare a contatto con la natura. Si sbaglia se si pensa di poter comprare l’affetto di un animale, come spesso si fa con le persone, quando invece all’amico a quattrozampe bastano poche cose: essere accudito, giocare insieme a lui, fare una passeggiate ed essere carezzato. Occorre rispettare la sua natura, il suo essere animale, non cercare di umanizzarlo, stravolgendo quello che è realmente.
E infine, dopo tutto ciò, che è quanto conta veramente, smettere di farsi sfruttare per arricchire altri che vogliono fare del legame di fedeltà e fiducia un business.
Concordo in pieno…