Il lupo dei Drenai di David Gemmell vede come protagonista Waylander, un assassino che è quasi leggenda, vivere lontano dal mondo, sotto falsa identità, dopo la scomparsa della moglie, perso nel passato e nella tristezza, occupandosi della figlia rimastagli al fianco, Miriel, dopo che la gemella si è sposata e si è fatta la propria vita. Un’esistenza tranquilla e malinconica, fino a quando non gli vengono sguinzagliati contro dei sicari per eliminarlo.
Questo è quanto fin da subito viene mostrato in Il lupo dei Drenai, senza colpi di scena, senza misteri: tutto è chiaro e ci si aspetta, nello svolgersi della trama, uno scontro epico tra Waylander e i tre micidiali assassini che gli stanno dando la caccia. Aspettativa ben presto disillusa, sia perché Waylander dimostra capacità fin troppo superiori, quasi sovrumane, anche se non possiede alcun tipo di magia, sia perché i tre o dimostrano di non essere così forti come sono stati raffigurati o finiscono con schierarsi con il lupo dei Drenai in un disegno più grande e complesso.
E’ così che con Miriel, Belash, Senta e Angel, Waylander si ritrova invischiato in una guerra di macchinazioni e potere tra i Nadir, i Drenai e i Gothir, dove il vero nemico si nasconde nell’ombra e orde le sue trame alle spalle di tutti. Una lotta che vedrà crudi combattimenti e poteri arcani all’opera, dove sono usate motivazioni ben conosciute per lo svolgersi dell’intreccio narrativo: l’avverarsi di una profezia che vede in futuro l’unione di un grande popolo, la sete di conquista, il raggiungimento del potere assoluto, il possedere giovinezza e vita eterna.
In alcuni punti il romanzo può mostrare delle forzature, essere quasi sbrigativo (esempio, quando Belash si unisce a Waylander) nel far accadere gli eventi, ma nel complesso dimostra una struttura solida, ben congeniata, con i personaggi mossi da motivazioni credibili e giustificate, rendendo la lettura scorrevole e piacevole, senza scadere ed essere banale, come già visto con Gemmell.
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