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2017

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2017: un anno più di ombre che di luciIl 2017, come preventivato, è stato un anno negativo, dove c’è stato poco o nulla da salvare; non si è trattato di avere la sfera di cristallo o avere doti da preveggente, ma semplicemente arrivare a conclusioni ovvie osservando come stavano andando le cose.
Tutto è stato un andare alla deriva, un continuo peggioramento di situazioni già critiche.
Tutta la classe politica italiana non ha fatto che continuare a prendere in giro, un guazzabuglio litigioso dove non si salva nessuno: ci sono stati sempre più casi di corruzione, le menzogne sono dilagate per non parlare degli insulti, mentre di fatti concreti per migliorare una situazione ormai allo sfacelo sono risultati assenti.
Il famoso e tanto decantato joc act non solo non ha risolto i problemi occupazionali, ma ha peggiorato le condizioni lavorative.
La buona scuola di buono non ha nulla e l’alternanza scuola/lavoro ha dimostrato di essere quello che si temeva ovvero uno sfruttamento di lavoro giovanile, il tutto per aiutare le grandi imprese, ulteriore conferma che oramai i governi sono dalla parte esclusivamente delle ditte, mentre poco importa dei lavoratori.
Il fascismo sta tornando ad alzare la testa, facendosi sempre più presente e minaccioso.
Ci sono sempre più morti ammazzati, spesso per soldi o futili motivi, anzi molte volte si muore senza sapere nemmeno perché. Si sa invece che queste morti sono violente e brutali.
L’informazione è sempre meno informazione.
Malattie del passato stanno ritornando perché non si vogliono effettuare vaccinazioni.
C’è sempre più malasanità.
Si legge sempre meno.
La verità è sempre più messa da parte e distorta per dare spazio a menzogne e proclami.
Le cose vengono fatte con meno qualità, ma ci si autocelebra sempre di più, anche se di buono non s’è fatto nulla.
Questo solo per quanto riguarda l’Italia.
A livello mondiale le cose non vanno meglio, sempre più in balia d’individui che fremono dalla voglia di scatenare conflitti di grossa portata. Terroristi, presidenti con manie di potere e grandezza: per la pazzia di pochi, tanti piangeranno lacrime e verseranno sangue.
Non bastassero gli uomini, anche la natura si è messa a fare il suo numero. Terremoti, alluvioni, incendi. Si è passati da un’estate dove non è mai piovuto a una stagione dove quando piove o nevica fa dei danni per milioni di euro, senza contare il vento, che si è messo a soffiare anche sul nostro paese con forza spaventosa anche dove non tirava con una simile potenza.
Il 2017 è iniziato male e finisce male: è stato un ano di peggioramento globale, dove tante persone hanno dato il peggio di sé. Niente fa auspicare che il 2018 possa essere diverso. E nonostante ciò, c’è gente che ha voglia di festeggiare, che non fa che ripetere che va tutto bene e andrà tutto bene. A queste persone si può rispondere allo stesso modo di Katrin (un personaggio di L’Ultimo Potere): non ne sono per niente sicuro.

La verità è l’opposto di quello che si dice

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La verità è l’opposto di quello che si dice: pare essere questa la regola di questo periodo.
Quanto più si parla di una cosa, quanto più è vero il contrario.
Si parla tanto di equità, giustizia, diritti, ma è sotto gli occhi di tutti che i diritti sono calpestati, la disuguaglianza tra le persone e i ceti aumenta, l’ingiustizia regna sovrana con la legge che si schiera con il più forte e chi ha più soldi.
Tanti declamano la democrazia, ma appena hanno la possibilità di ottenere un ruolo di potere, impongono la propria volontà e ciò che creano è una sorta di dittatura.
Dio viene invocato in continuazione, a lui si rivolgono preghiere e invocazioni per attuare la Sua volontà, ma se si guardano i risultati si scopre che di Dio non c’è nulla; c’è invece qualcosa che con Dio non ha nulla a che fare.
S’inneggia alla libertà, ma se si guarda bene, ci si accorge che in verità non si è liberi: vincoli, catene, restrizioni, limitazioni, muri, condizionamenti. Da tutte le parti giungono elementi che vogliono limitare, e spesso ci riescono, la libertà dell’individuo.
Si urla che il fascismo non sta tornando, ma sempre più fatti dimostrano che sempre da più parti, chi appoggia questo movimento che tanta morte, distruzione e orrore ha creato (e creerebbe ancora) sta rialzando la testa tentando d’imporre con la violenza il suo ritorno. La verità è che chi segue questo movimento e chi tacitamente non fa nulla per opporvisi, ha voglia di scatenare rabbia e violenze a lungo represse dentro di sé portando a un’escalation che porterebbe solo a una cosa: guerra. Perché è questo ciò di cui si ha voglia adesso.
Se si riflette usando la propria testa, non seguendo il sistema in atto o la maggioranza, ci si accorge che non si ha a che fare con la verità, ma con la menzogna. E a tanti va bene così, perché la verità non è piacevole, non è facile, non è bella, non consola, non tranquillizza, fa pensare, mette in contrasto con l’autorità e la maggioranza; la verità rende scomodi, fa essere isolati, insultati, perseguitati. Ma è l’unico modo che fa essere individui e rende la vita meritevole di essere vissuta.

Festa in casa Muppet

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Festa in casa MuppetDifficile non conoscere Canto di Natale di Charles Dickens, una delle storie più famose sul Natale che non solo parla dello spirito natalizio, ma è anche una lezione sul rapporto con gli altri, sulle conseguenze delle proprie azioni, sulla durezza di cuore, l’egoismo e l’avarizia. E per avarizia non s’intende solamente l’attaccamento ai soldi, ma anche il non aprirsi e darsi agli altri, vuoi per delusioni, ferite del passato, l’ascoltare gli altri che hanno portato a credere che il successo sia l’unica cosa che conta.
In una notte particolare, quella prima di Natale, Ebenezer Scrooge viene visitato prima del fantasma del suo socio defunto da anni, che lo avvisa dell’arrivo di tre spiriti, quello del Natale Passato, quello del Natale Presente e quello del Natale Futuro. Con le loro visioni Ebenezer apre gli occhi su come è stato e ha vissuto, cambiando da un giorno all’altra la sua esistenza. Certo la paura ha avuto una parte in questo cambiamento, ma anche il rimpianto, la tristezza, il dolore e la solitudine: tutti questi sentimenti lo portano a prendere la decisione di vivere in modo diverso.
Il cinema non poteva non fare film su una storia del genere: basti pensare a Il Canto di Natale di Topolino della Disney, S.O.S. Fantasmi con Bill Murray, la pellicola d’animazione in 3D A Christmas Carol. Per chi non l’avesse visto (o se l’ha visto, di rivederlo) consiglio Festa in casa Muppet, in cui attori umani (con Michael Caine nei panni di Scrooge) sono affiancati da alcuni dei pupazzi animati del Muppet Show: lo spirito della storia di Dickens è mantenuto, a cui vanno aggiunte le gag divertenti dei Muppet. Non sarà una pellicola che ha cambiato la storia del cinema, ma è qualcosa di buono per ritrovare l’atmosfera di questo periodo di feste e del suo vero significato.
E con queste suggerimento, auguro a tutti di passare delle serene feste.

Promozione Natalizia

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Dal 23 dicembre al 6 gennaio Strade Nascoste, L’Ultimo Potere, L’Ultimo Demone, Jonathan Livingston e il Vangelo saranno in promozione sui vari store con uno sconto del 50 % (ovvero saranno in vendita a 0.99 E).

La Crociata dell’Infinito (The Infinity Crusade)

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La Crociata dell'InfinitoLa Crociata dell’Infinito è una serie a fumetti di sei numeri della Marvel di Jim Starlin (storia) e Ron Lim (disegni), pubblicata tra giugno e novembre 1993 ed è il seguito diretto di La Guerra dell’Infinito; se Il Guanto dell’Infinito era una lettura a sé conclusiva, le due opere sopra citate non lo sono, dato che nella Guerra si affronta la parte malvagia di Adam Warlock, mentre nella Crociata si combatte contro la sua parte buona.
La Guerra dell’Infinito si era conclusa con la sconfitta del Magus e il suo confinamento all’interno del Mondo dell’Anima, ridotto a poco più di un’ombra che non può essere vista da nessuno, nemmeno dagli spiriti in essa racchiusi, dato che è solo un aspetto di un’anima. Tutto sembra tornato alla normalità, ma con un Warlock incosciente in seguito allo scontro con la sua parte malvagia, Thanos è l’unico ad aver notato una cosa importante e a rendersi conto che le minacce non sono finite: il Magus, per poter attuare il suo piano e giungere al possesso del Guanto dell’Infinito, da altrettante dimensioni aveva raccolto cinque Cubi Cosmici; prima che il Magus entrasse in possesso del Guanto, qualcuno, di cui si è ignorata l’identità, è riuscito a rubarli. Thanos ha un sospetto, che si rivelerà essere giusto. (Una precisazione per chi non sapesse cosa è un Cubo Cosmico: si tratta di un oggetto dai poteri praticamente illimitati; il primo fu creato in laboratorio dall’A.I.M., un gruppo di scienziati malvagi, ma in seguito i scoprì che in realtà era un oggetto capace di attirare l’energia del regno degli Arcani, creature semidivine di un’altra dimensione).
In La Crociata dell’Infinito si scopre che questo furto è stato attuato dal lato buono di Adam Warlock, la Dea, che ha raccolto decine di Cubi per creare l’Uovo Cosmico e attuare il suo sacro piano: una crociata che la porti a creare un mondo perfetto da lei guidato. Usando il potere ottenuto, ora il più grande dell’universo, dato che per decreto di Eternità le Gemme dell’Infinito non possono più lavorare insieme e quindi il Guanto è inutilizzabile, si fa seguire da una parte dei supereroi, ovvero tutti quelli che hanno una fede religiosa, perché la difendano mentre espande il suo potere e porta la pace in ogni angolo dell’universo condizionando la mente degli esseri viventi.
La manifestazione spirituale della DeaSulla Terra, i supereroi rimasti discutono se considerarla davvero una minaccia, qualcosa da fermare, dato che tutte le guerre stanno cessando, un risultato che mai loro hanno ottenuto. I dubbi che hanno sono tanti, soprattutto su come sta ottenendo tutto ciò, dato che è qualcosa d’imposto, non una libera scelta; senza contare, come dice Bestia, che il fervore religioso in passato ha portato l’umanità su sentieri assai pericolosi.
Sorprende un poco che dalla parte dei “buoni” ci sia Mefisto, ma non lo fa certo per bontà, dato che la Dea lo eliminerebbe e non può affrontarla da solo. La Dea col suo piano estirperebbe tutto il male dall’universo, ma facendo così estirperebbe anche il bene, l’altra faccia della stessa medaglia, e gran parte delle entità sarebbero prive di spirito senziente.
Mentre sulla Terra i supereroi si apprestano ad attaccare la Dea e i suoi seguaci su Paradiso Omega, il pianeta che ha creato dal nulla e dove risiede, Mefisto si allea con Thanos e Adam Warlock, ripresosi dall’attacco subito dalla sua parte buona all’inizio della storia; naturalmente la sua collaborazione ha un prezzo, ma è qualcosa da pagare se si vuole avere una possibilità di successo.
Lo scontro tra le due fazioni ha inizio. E mentre la battaglia infervora, Adam Warlock, entrato nel Mondo dell’Anima, incontra il Magus, anche se sa che non lo aiuterà, ma questo fa parte del piano per fermare la despota; assieme a Thanos e un altro paio di alleati, affronterà la sua parte buona impedendo che metta in atto la sua Estasi.
La Crociata dell’Infinito conclude la trilogia creata da Jim Starlin e iniziata con Il Guanto dell’Infinito; come già visto in La Guerra dell’Infinito, oltre a temi cosmici vengono ripresi quelli di Il Visconte Dimezzato di Italo Calvino. Una buona storia, ben orchestrata, solida, ma che risulta essere leggermente inferiore alle due che l’hanno preceduta, perché non possiede l’imprevedibilità della Guerra o l’epicità del Guanto; tuttavia, la sua struttura sarà d’ispirazione a famose saghe future della Marvel come Civil War e Avengers V. X-Men, con i supereroi che si affrontano tra di loro.
Sul fronte dei disegni, Ron Lim è sul livello dei due precedenti volumi, mantenendo un tratto solido e adatto alle ambientazioni futuristiche e spaziali.
La Crociata dell’Infinito è una buona storia, con il suo punto di forza nel duo Adam Warlock/Thanos, dove si capisce che Jim Starlin ha una predilezione per questi due personaggi, soprattutto il pazzo Titano.

Andrà tutto bene

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Ferma sulla collina, Katrin fissava la città. Sulla pianura sembrava uno stretto imbuto, ma lei non ci fece caso, la sua attenzione rapita dall’intreccio dei palazzi, lunghe sagome affilate che facevano apparire la città un immenso campo di lance. Un campo inquietante, sulla cui sommità incombeva una densa foschia giallognola alimentata dalle colonne di fumo che nascevano dalle zone centrali.
Erano soprattutto le rovine d’acciaio e cemento della periferia, simili a lame smussate e dentellate, a renderla restia ad avanzare. Stava per tornare sui suoi passi, ma un gorgoglio dello stomaco le ricordò che da due giorni non mangiava. Alzò lo sguardo di nuovo sulle colonne giallo/grigie che salivano al cielo.
“Dove c’è fumo, c’è fuoco” pensò. “E se c’è fuoco, ci sono anche esseri umani, che sicuramente hanno del cibo con sé.”
Si fece coraggio e riprese il cammino.
Dopo un paio d’ore raggiunse i primi edifici della periferia, casermoni sventrati o collassati su se stessi. Tenendosi lontana da loro, proseguì lungo la strada principale per un pezzo, ma quando cominciò a trovare tracce di animali, piegò alla sua sinistra, percorrendo strade più strette e invase dai cadaveri di auto arrugginite.
Spaurita e disorientata, avanzò in mezzo a palazzi che sembravano volersi chiudere su di lei. Presto iniziò a sentire versi che non aveva mai udito; aggredita dalla loro durezza, fu presa dal panico, cominciando a svoltare a destra e a sinistra come un animale in fuga. Saltò sul marciapiede quando un forte sbuffo risuonò vicino a lei.
Fissò per alcuni secondi la nuvoletta di gas che si levava dal tombino; poi, disgustata dall’odore, tornò a camminare sulla strada.
Gli umori acuti e penetranti dei peti dei tombini la circondarono, invadendole le narici e impregnando gli abiti e la pelle con la loro malsana emanazione. In pochi istanti si sentì sporca, provando l’impellente bisogno di lavarsi.
“Questo è troppo.” Ritornò sui suoi passi, decisa a lasciare quel letamaio. Quando raggiunse l’incrocio, si rese conto di non sapere quale direzione prendere per tornare alle colline.
“Mi sono persa.” Il panico crebbe ancora di più.
Con uno sforzo cercò di calmarsi.
Andrà tutto bene, te lo prometto.
Si ripeté la frase che le diceva suo padre quando doveva affrontare qualcosa che le faceva paura.
“Se solo fosse qui con me. Se solo lo avessi fermato quando è partito con mio fratello alla ricerca di cibo. Perché non ho dato retta al mio istinto?” Ma già conosceva la risposta: perché aveva avuto paura, perché voleva sentirsi dire da suo padre quelle parole.
Andrà tutto bene, te lo prometto.
Si costrinse a calmarsi. Con lo sguardo al cielo, usò le volute di fumo come punti di riferimento, come se fosse un marinaio che seguiva le stelle.
Continuando a schivare i vapori sulfurei che uscivano dai fori dell’asfalto, finì in quartieri sempre più sporchi, dove le pareti dei palazzi degradavano in colorazioni che passavano dal grigio al marrone al nero e tutto sapeva di fumo.
Le strade si mutarono presto in budelli tortuosi, dove ogni buco era stato trasformato in fortificazione: istrici di spranghe e lamiere, rafforzate da auto ribaltate e mobili d’appartamenti depredati. Volti sporchi di cui s’intravedevano solo gli occhi la scrutavano dalle fessure delle barricate.
Cominciò a sentire un vociare soffuso, che presto si fece più vicino, accompagnato dal sottofondo di metallo che veniva divelto e di corpi che cozzavano contro i muri. Rallentò il passo.
Quando raggiunse l’incrocio, vide alla sua destra quello che era stato un negozio bruciare con furia, soffiandole contro una densa fumana nera che sapeva di carbone e plastica fusa.
Si allontanò da quel luogo, continuando a seguire il vociare. Vide di nuovo il fumo giallo/grigio che aveva scorto dalla collina salire da dietro un basso caseggiato. Dimentica di ogni timore, si affrettò a raggiungerlo.
Superato l’angolo dell’edificio, si bloccò.
Il fumo non apparteneva a falò da campo, dove il cibo era cotto: era l’esalazione di roghi d’esseri viventi che venivano gettati all’interno di profondi crateri e lasciati bruciare fino a che non ne rimaneva che ossa.
La sua mente si chiuse dinanzi al quadro d’orrore che aveva davanti.
Prese a correre all’impazzata, dimentica di tutto, se non che doveva allontanarsi il più possibile da quell’inferno. Poi, quando le forze scemarono, con i polmoni e le gambe in fiamme, dovette rallentare; continuò solo per disperazione, non aveva le energie nemmeno per alzare lo sguardo dall’asfalto.
Si sentì afferrare per un braccio, costretta a muoversi in fretta. Per un pezzo si lasciò guidare, ma poi la mente cominciò a schiarirsi. Lentamente si voltò verso chi la teneva: si vide riflessa nelle lenti scure di una maschera di gomma gialla.
L’uomo grugnì qualcosa che non riuscì a comprendere.
Katrin strabuzzò gli occhi, guardandosi attorno.
Un altro uomo con una maschera identica spuntò da dietro un palazzo e si diresse verso di loro; alle sue spalle saliva al cielo un’altra colonna di fumo giallo/grigio.
Lo vide avvicinarsi e solo allora si accorse che aveva quattro gambe.
“Questi non sono uomini…”
Riuscì a divincolarsi, ma si girò troppo in fretta e cadde a terra. Le due creature l’afferrarono per le gambe, trascinandola verso il fumo.
Camminando sgraziatamente a gambe aperte, i due esseri avanzarono a testa bassa, strattonandola senza pietà.
Katrin tentò di afferrarsi a qualsiasi appiglio trovasse lungo il marciapiede.
«Aiuto!» urlò disperata mentre veniva trascinata.
Stizziti, i due intensificarono gli sforzi, sballottandola di qua e di là con più violenza.
«Aiuto!» continuò a strillare Katrin, dimenandosi con tutte le forze.
Il fumo si avvicinava sempre di più.
«Aiutatemi!» I muscoli si tesero sul collo sottile e denutrito, scavando una fossetta sopra lo sterno mentre cercava di liberarsi. «Per favore, che qualcuno mi aiuti!» Katrin s’inarcò cercando d’avvinghiarsi attorno a un palo di metallo. «Io non voglio morire!»
Katrin lanciò uno sguardo verso il vicolo scuro alla sua destra prima di perdere la presa sul palo e tornare a essere trascinata verso la sua fine.
Improvvisamente le sue gambe furono libere.
Sentì un cozzo.
Si voltò appena in tempo per vedere un uomo afferrare le maschere delle due creature e strapparle dalle teste adunche. Le facce cadaveriche si contorsero come carta che bruciava, la pelle raggrinzì e si riempì di vesciche in pochi istanti. Un gemito strozzato uscì dalle bocche prive di denti, come di chi non riusciva a respirare. Una serie di spasmi violenti e i due giacquero immobili a terra, il volto che si liquefaceva in una poltiglia biancastra.
«Cosa stai aspettando? In piedi, sei libera!» si sentì intimare. «Forza! Potrebbero arrivarne altri!»
La prospettiva di una nuova cattura le diede la scossa di tornare a muoversi.
Seguì l’uomo che la precedeva a passo spedito.

Sdraiata sul letto della casa nella quale si erano rifugiati, Katrin guardava la nebbia che vorticava fuori dalla finestra e ripensava alle parole di Guerriero, l’uomo che l’aveva salvata.
Alle volte c’è qualcosa di strano in quel grigio: non è una nebbia normale. È viva: sembra un gigante che respira, che non riesci a vedere, ma che è vicino a te. Quando c’è, la realtà cambia. È come se si aprissero delle porte, delle finestre che si affacciano su altri mondi, facendo arrivare il loro alito sulla Terra. Un sospiro capace di mutare la realtà. Le persone spariscono in mezzo a essa.
All’interno dei palazzi erano al sicuro, le aveva detto, dato che la nebbia non passava oltre ciò che era chiuso.
“Ma sarà davvero così?” pensò con un tremito. “Era meglio se fossi rimasta sulle colline, a patire la fame, piuttosto che finire in questo inferno.” Si raggomitolò su se stessa, come se questo potesse proteggerla da un mondo dove tutto era ostile.
Andrà tutto bene, te lo prometto.
“Non ne sono sicura, papà.” Si strinse con forza le braccia al petto. “Non ne sono per niente sicura.”

La Guerra dell'Infinito (The Infinity War)

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The Infinity War (La Guerra dell’Infinito) è una storia a fumetti di sei numeri della Marvel, scritta da Jim Starlin e disegnata da Ron Lim, seguito di Il Guanto dell’Infinito e pubblicata tra giugno e novembre del 1992. Le vicende riprendono nel punto in cui si erano concluse nel capitolo precedente, con Thanos, ritiratosi in un pianeta isolato a coltivare la terra, che si accorge che l’intero universo è in grave pericolo. Dismessi gli abiti da contadino e rimessi i vecchi che lo avevano visto conquistatore, parte alla volta della fonte dello smisurato potere che è comparso da poco. Con sua sorpresa, scopre che dietro tutto ciò c’è il Magus, alter ego malvagio di Adam Warlock, che supponeva essere confinato all’interno della sua personalità; lì fa anche la conoscenza del suo doppelganger.
Ma non è l’unico: sulla Terra Reed Richards, Iron Man, Spider-Man e Wolverine si ritrovano a combattere contro i loro doppioni malvagi. Nel frattempo Eternità, una delle entità cosmiche, è in stato comatoso e Thanos viene allontanato dal Magus perché avvisi Adam Warlock del suo ritorno.
Sulla Terra intanto tutti i gruppi di supereroi sono avvertiti della minaccia incombente, anche se ancora non è chiaro per loro chi sia l’avversario da battere: Vendicatori, X-Men, New Warriors, X-Factor, Alpha Flight si riuniscono per affrontare la minaccia.
Destino e Kang il Conquistatore si alleano per avere un vantaggio da quanto sta accadendo.
The Infinity War - Confronto Magus-Adam Warlock-1Galactus recluta Strange, Nova, Silver Surfer per indagare su chi ha ridotto in quel modo Eternità
Intanto, sull’Isola dei Mostri, dimora di molte creature bizzarre e protettorato dell’Uomo Talpa, Adam Warlock ha trovato residenza assieme ai suoi Guardiani dell’Infinito (Gamora, Drax, Pipp il Troll e Dragoluna); lì vengono raggiunti da Thanos, giunto per chiedere il loro aiuto e rivelare che il Magus vive. Adam è sorpreso, convinto di aver distrutto la sua linea temporale e averlo fatto svanire dall’esistenza; con la Gemma dello Spazio si recano nel Palazzo di Lady Morte per fare chiarezza sul ritorno del Magus. Grazie al Pozzo dell’Infinito vengono rivisti eventi del passato: la nascita del Magus e la sua sconfitta da parte di Adam e Thanos; l’ascesa di Thanos a Dio grazie al Guanto dell’Infinito e la sua sconfitta, con il potere passato nelle mani di Warlock ma non posseduto a lungo a seguito della condanna del Tribunale Vivente di non poter avere una simile forza tra le mani. Per questo Warlock affidò in custodia a ognuno dei suoi compagni e a un individuo di cui non rivelò il nome una Gemma dell’Infinito. Ciò che però nessuno sapeva è che durante il suo periodo di onnipotenza, Adam, perseguendo la perfezione per adempiere meglio ai suoi doveri, sentendo che solo la logica pura gli avrebbe permesso di svolgere tale compito, per non essere offuscato nel giudizio, espulse inconsciamente dal suo essere il bene e il male dentro di lui . In questo modo il Magus si è reincorporato nei pressi di un crocevia che conduceva a strane realtà, acquisendo una misteriosa e quasi infinita fonte di potere da cinque diverse realtà. Da un’altra dimensione ha radunato soldati per il suo esercito, alterandoli per i suoi scopi e creando i doppelganger che avrebbero dovuto sostituire i bersagli originali.
Sulla Terra i supereroi si sono riuniti, ma qualcuno tra loro è un falso, come viene denunciato e scoperto da Wolverine; prima però che si scoprano i loro piani, vengono prelevati dal Magus e dal doppelganger di Thanos.
Tutto pare andare secondo i piani del Magus, che nell’ombra tesse un’intricata tela per confondere le acque e far sì che i suoi avversari si combattano tra loro: è così che, mentre gli eroi rimasti sulla Terra affrontano i loro doppelganger, nello spazio Adam Warlock, Thanos e i Guardiani dell’Infinito combattono contro il gruppo che ha inseguito la falsa pista creata dal Magus. Almeno fino all’arrivo di Galactus, che svela come stanno le cose.
Dinanzi alla rivelazione e al potere del nemico, ad Adam Warlock non rimane che riunire le Gemme e usare di nuovo il Guanto dell’Infinito. Il Magus però ha previsto anche questo (essendo una parte di Warlock) e lo rapisce aprendo un portale, prendendo possesso dell’artefatto. La situazione sembra disperata, le battaglie epiche non mancano ma appaiono inutili. Tuttavia, il Magus ha sottovalutato l’astuzia di Warlock, e sarà inevitabile che lo scontro finale sia tra loro due. Uno scontro di volontà.
Jim Starlin con The Infinity War crea una storia dal ritmo serrato e dai molti colpi di scena, realizzando dialoghi molto belli tra Thanos e Adam Warlock e tra quest’ultimo e il Magus, i veri protagonisti di questa vicenda cosmica. Non si può non notare come la trama, anche se con ambientazione differente, si rifà come tema a Il visconte dimezzato di Italo Calvino, con il bene e il male presenti in Adam Warlock scissi in due entità separate (la parte buona verrà affrontata in La Crociata dell’Infinito).
Ron Lim come in Il Guanto dell’Infinito fa un buon lavoro; veramente belle le tavole a tutta pagina piene di decine di personaggi.
In conclusione, The Infinity War è una lettura consigliata per chi ama questo genere di fumetti, degno seguito della storia che l’ha preceduto.

Sui cartoni animati (e non solo)

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Sono nato in anni in cui c’erano cartoni animati decenti. Certo, anche negli anni ’80 e ’90 (quand’ero bambino e adolescente) c’erano delle boiate, non era tutto perfetto; crescendo, ci si accorgeva dei difetti e delle ingenuità di certe serie, soprattutto perché dalle storie si esigeva di più perché si era maturati. È naturale, ripensando a quei cartoni animati, sorridere dei loro limiti e difetti: basti pensare a Holly & Benji, con il campo di calcio che sembrava posizionato sulla cima di una collina, dove occorrevano diverse puntate per raggiungere la porta avversaria, con la palla che diventava oblunga, luminosa e capace di lasciare la sua impronta in un muro di cemento, con gente che faceva mosse strane (la catapulta infernale, lanciarsi da un palo all’altro della porta); come non nominare i Cavalieri dello Zodiaco, con armature che non coprivano i punti vitali, che dopo lunghi voli a causa di un colpo subito si schiantavano sempre di faccia e che ripetevano spesso la frase “lo stesso colpo non funziona due volte” (ma se fosse così, visto il numero limitato di colpi dei personaggi, gli scontri sarebbero dovuti finire sempre in pareggio). I Gem Boy, prendendo in giro i cartoni animati di quel periodo, hanno creato dei veri e propri cavalli di battaglia.
un'immagine con i personaggi e i mezzi di Fortezza Superdimensionale Macross in Robobtech, uno dei cartoni animati degli anni 80In mezzo a loro c’erano però delle belle chicche, basti pensare a Fortezza Superdimensionale Macross (in Italia conosciuto grazie alla serie Robotech, di cui faceva parte), Evangelion, Patlabor, Maison Ikkoku (conosciuta in Italia anche come Cara dolce Kyoko), per non parlare di Gargoyles e di Duck Tales. Quali che fossero i gusti, tutti questi cartoni animati avevano un punto in comune, seppur appartenenti a generi differenti: avevano una storia da raccontare, sapevano emozionare. Che parlassero di quotidianità o di salvare il mondo, sapevano coinvolgere lo spettatore perché erano di spessore, erano fatte per colpire chi le guardava. Parlavano di sentimenti, di problemi da affrontare, scelte difficili da prendere, di avventure, combattimenti; anche se erano prodotti commerciali, atti a creare un guadagno, erano qualcosa di vivo, avevano qualcosa in sé che li rendeva particolari e amati.
In molti cartoni animati di oggi, soprattutto per i più piccoli, tutto questo non c’è più. Oggi ci sono Spongebob, Peppa Pig, adesso hanno fatto anche Trulli Tales, un cartone animato made in Italy ambientato tra i trulli della Puglia, atto a spingere la dieta mediterranea e i prodotti fatti in Italia, tra i quali l’olio di oliva. Oltre che disegnato male, questo cartone è senz’anima perché non è nato per narrare una storia, ma è stato creato con il fine di pubblicizzare e far vendere i prodotti del territorio italiano.
Come si è giunti a questo punto?
Mancanza di idee perché ormai si è visto di tutto e non si può creare nulla di nuovo? Si ritiene inutile impegnarsi nel creare qualcosa di buono perché tanto passato il momento della novità si cercherà altro, nel tipico spirito del consumismo sfrenato attuale? Perché l’unica cosa che conta è il denaro e tutto è in funzione di vendite e guadagni e chissenefrega di tutto il resto?
Una cosa è certa: certi cartoni animati del passato, seppur con difetti, sono diventati icone, mentre quelli di adesso passano senza lasciare traccia.
Perché?
Io penso che chi fa i cartoni animati di adesso si sia rincoglionito di brutto, oltre che a essersi venduto al consumismo. Non solo: tale gente crede anche che le persone sono dei coglioni a cui può essere propinato di tutto perché tanto non è capace distinguere un prodotto buono da uno scarso e quindi non si dà da fare per realizzare qualcosa di meglio perché tanto va bene tutto.
Solitamente sono più diplomatico nel scrivere certe cose, ma alle volte occorre essere brutali e dire chiaramente le cose come stanno.
Purtroppo la cosa non è limitata solo ai cartoni animati ma riguarda anche fumetti (basta vedere come DC Comics e Marvel negli ultimi anni stanno raschiando il fondo del barile riproponendo copioni già usati), film (ne parlava Bruno Bacelli in questo articolo), libri (se in Italia si vendono cose come quelle di Alessandro Di Battista, che ha pubblicato solo perché è un politico, non ci si deve meravigliare se l’editoria poi va in crisi). C’è da pensare che se fino a un certo punto la razza umana è andata verso l’evoluzione, ora sta involvendo, facendo registrare un calo nella sua intelligenza; si ha presente il film Idiocrazia?
Si può sembrare disfattisti, ma non siamo messi bene. E non si creda a chi dice il contrario: sta solo prendendo in giro, cercando di illudere e far star calme le persone. I problemi però restano, sono tanti e sono gravi: prima se ne prende atto, meglio è.

Il Guanto dell'Infinito (Infinity Gauntlet)

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Il Guanto dell'Infinito (The Infinity Gauntlet) è una serie a fumetti della Marvel di sei numeri pubblicata da luglio a dicembre 1991, realizzata da Jim Starlin (storia) e George Pérez/ Ron Lim(disegni)Il Guanto dell’Infinito (Infinity Gauntlet) è una serie a fumetti della Marvel di sei numeri pubblicata da luglio a dicembre 1991, realizzata da Jim Starlin (storia) e George Pérez/ Ron Lim(disegni) ed è su di essa che si basa il film il cui trailer sta girando da poco in rete, Avengers: The Infinity War. Si è già detto, ma lo si ribadisce, che film e fumetti sono due mondi differenti, con i primi che prendono spunto dai secondi e hanno una vita propria. Tradotto più semplicemente: sceneggiatori e registi fanno quello che gli pare. Avengers: Infinity War non è da meno.
Partiamo dal titolo, che è lo stesso della serie a fumetti The Infinity War sempre scritta da Jim Starlin e disegnata da Ron Lim (Pérez non ha fatto parte questa volta del progetto), e che è il diretto seguito di Il Guanto dell’Infinito(di questo se ne parlerà in un altro articolo). La storia su cui si basa il film però è quella di Il Guanto dell’Infinito e The Thanos Quest, con molte differenze, alcune importanti, ma evidentemente non ritenute tali da chi l’ha realizzato. Innanzitutto nel film ci sono molto meno personaggi e la scelta ha una sua logica, visto che il fumetto praticamente ha coinvolto tutti i personaggi Marvel creati fino agli anni ’90 e tanti di essi non sono comparsi in nessuna pellicola. Non ha logica invece (se le cose stanno come si è appreso finora) l’eliminazione di un personaggio cardine e cruciale ai fini delle vicende narrate. Al posto suo e dei suoi compagni della Guardia dell’Infinito (che compaiono nella serie The Infinity War) sono stati messi i Guardiani della Galassia (d’accordo che due dei personaggi della Guardia dell’Infinito fanno parte anche dei Guardiani della Galassia, ma sono due gruppi differenti e soprattutto, nella storia originale, i Guardiani della Galassia non ci sono).
Il Guanto dell'Infinito: Adam Warlock disegnato da George PérezDopo questa divagazione sulle differenze tra film e cartaceo, veniamo alla storia originale.

Thanos, uno degli Eterni del pianeta Titano, riesce a ottenere le sei Gemme dell’Infinito (Anima, Mente, Tempo, Realtà, Spazio, Potere; evento narrato nella miniserie The Thanos Quest) e a sfruttare tutto il loro potere costruendo un guanto dove incastonarle (da qui appunto il nome della serie). Con questo potere Thanos ha tutto ciò che desidera; è tutto ciò che desidera; niente e nessuno lo può contrastare. In poche parole è supremo. È Dio, come dice Mefisto, primo accolito del pazzo Titano.
L’allarme di quello che sta per capitare viene portato da Silver Surfer sulla Terra a Strange: per compiacere e conquistare la sua amata, Lady Morte, Thanos (richiamato dal regno dei morti proprio da lei per forgiare l’universo a suo piacimento) ha deciso di esaudire la sua volontà. Il pazzo Titano è fuori controllo e anche Lady Morte si è accorta di aver fatto un errore a lasciarsi convincere da lui nell’ottenere le sei Gemme: Thanos, guardando nel Pozzo dell’Infinito dell’amata, ha capito che potere poteva acquisire e cosa poteva diventare.
Silver Surfer e Drax il Distruttore hanno cercato di fermarlo, ma sono stati sconfitti facilmente e la loro essenza spirituale rubata dal potere della Gemma dell’Anima, finendo nel mondo metafisico all’interno di essa. Lì hanno incontrato il leader spirituale del Mondo dell’Anima, Adam Warlock (conosciuto nelle serie a lui dedicate realizzate da Roy Thomas e Jim Starlin), che fa tornare il loro spirito al corpo dal quale era stato strappato. Ma non sono gli unici a farlo: lo stesso Warlock, assieme a Gamora e Pip il Troll, torna nel mondo materiale, inserendo il loro spirito nel corpo di tre persone morte in un incidente.
Nonostante un potere infinito, Thanos non è padrone di tutto; nonostante quello che ha fatto, non riesce a ottenere l’amore di Lady Morte. Anzi, ottiene l’effetto contrario, perché lei si sente ingannata, si sente una schiava del suo amore, dato che ora Thanos ha un potere superiore al suo, capace di soggiogarla. Per conquistarla, dapprima il Titano crea un santuario perché sia venerata da tutti. Poi le dona la nipote Nebula, ridotta a un ammasso distrutto di carne e ossa e tenuta in uno stato tra la vita e la morte. Infine, ricordandosi del voto fattole, estingue la luce di metà della popolazione dell’universo.
Il Guanto dell'Infinito - Confronto finale disegnato da Ron LimAll’improvviso, sulla Terra, metà delle persone sparisce nel nulla, nessuno escluso, nemmeno i supereroi: Avengers, X-men, Alpha Flight, Fantastici Quattro, Excalibur.
Contattato da Warlock, Strange deve riunire tutti i supereroi e far accettare Adam come loro leader perché è l’unico in grado di poter sconfiggere Thanos e il suo potere illimitato. Ma non è l’unico fronte che si oppone alla minaccia: entità dell’universo come Galactus, Eternità, l’Osservatore, Eon, Kronos, Lord Caos e Padrone Ordine, lo Straniero, Amore e Odio, Celestiali, scendono in campo.
Ma il mero potere è la giusta risposta al grave problema che ha colpito l’universo? Come si può affrontare qualcuno di onnipotente?
Che cosa si nasconde dietro al piano del misterioso Warlock? Perché chi deve guidare in battaglia nutre dei dubbi nei suoi riguardi?
Il piano è disperato: quando i supereroi sono sconfitti, entrano in gioco le forze dell’universo, scatenando uno scontro dove gli stessi pianeti sono armi da usare contro Thanos. Nonostante gli sforzi, il Titano esce vittorioso da ogni battaglia. Ma Warlock sa, essendo vissuto nella Gemma dell’Anima quando Thanos la possedeva e conoscendo bene il cuore dell’avversario, che è solo questione di tempo prima che Thanos commetta un errore; un errore che Thanos inconsciamente vorrà commettere, come già accaduto in passato tutte le volte che è stato vicino a ottenere tutto il potere desiderato. Warlock conosce il Titano meglio di quanto lui conosca se stesso e sa che nel profondo della sua anima Thanos non ritiene di meritare un simile potere.
Quanto previsto avviene e Thanos perde il Guanto, preso dalla nipote Nebula che ora vuole vendicarsi. Anche lei però lo perde, non pronta a gestire un simile potere: alla fine sarà Warlock a divenirne il nuovo custode, riportando tutte le cose a com’erano prima degli eventi a cui Thanos ha dato il via.

Il Guanto dell’Infinito è un’avventura cosmica di tipo supereroistico, su questo non c’è dubbio, ma è pure qualcosa di più: è anche una lettura in alcune parti introspettiva, che rivela i tormenti che si celano nell’animo di alcuni personaggi (vedere i dialoghi tra Hulk e Wolverine e tra Thanos e Warlock), e che fa riflettere sul potere, una merce effimera, difficile da guadagnare, facile da perdere, come afferma Thanos in una delle ultime tavole.
Parlando di tavole, i disegni sono quelli tipici di inizio anni ’90 della Marvel. Dal numero 1 al numero 3 George Pérez è il disegnatore ufficiale; nel numero 4 lavora assieme a Ron Lim, che lo sostituisce poi completamente nei numeri 5 e 6. Il cambio non influisce sulla qualità del tratto, mantenendosi sempre su buoni livelli; certo, Lim non è così particolareggiato nei dettagli come Pérez, ma si rivela essere un ottimo sostituto.
Per chi ama le saghe galattiche, quasi asimoviane, Il Guanto dell’Infinito è una lettura consiglia, coinvolgente, avventurosa, ma anche capace di dare spunti di riflessione.