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Sempre alle solite

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In Italia, ormai da anni si ripetono sempre i soliti copioni e ancora non si è imparato a riconoscerli e a stancarsene.
Per l’ennesima volta si sta aprendo l’ennesima crisi di governo: prevedibile quando si fa un governo basandosi sul compromesso e si sottostà a ricatti per mantenere la posizione che si è ottenuta, per mantenere equilibri che danno benefici. In un paese che va sempre più a rotoli, non è possibile che l’unica preoccupazione sia il tentare di salvare in ogni modo un individuo che ha fatto sempre e solo il proprio interesse a discapito della popolazione e in barba alle leggi: con tutti le problematiche che ci sono, l’unico messaggio che è capace di dare la politica attuale è che conta salvare l’insalvabile.
No, tutto non può girare attorno a una sola persona, non deve essere così importante da essere al di sopra di un intero paese e delle sue leggi. Per qualcuno tuttavia deve avere questa importanza, dato che se cade Berlusconi, cadono molti che sono nel suo partito e che sono al governo, perdendo i privilegi accumulati finora, cosa che in ogni modo vogliono evitare, perché nessuno ci sta a rimetterci. Gente che è stata ed è al governo pensando solo al proprio interesse, che non ha fatto nulla per portare il paese fuori dalla crisi e ha puntato invece solo sui giochi (i cui ricavi, gestiti da chi era premier negli anni passati, sono serviti a pagare i debiti di una società di suo possesso, la Mondadori), venendo pagata con i soldi dei cittadini, venendo stipendiata per un lavoro che non fa, e che per questo dovrebbe essere licenziata, essere sbattuta via. Non solo: non dovrebbe avere più la possibilità di essere eletta, di avere cariche pubbliche e di governo.
Tutto questo è sbagliato certo, ma c’è un altro fatto: si è partiti con il piede sbagliato per l’ennesima volta, perché non si può realizzare un sistema di governo che si basa sul compromesso: tutto ciò deve sparire, si deve resettare totalmente. Bisogna ripartire con basi differenti dove conta la preparazione, l’esperienza, la capacità, il merito, non mettere delle persone che non hanno nulla a che vedere con determinati ruoli (e non conoscono minimamente la materia di competenza) solo perché hanno le conoscenze, sono raccomandati.
Tutto ciò deve finire. Ma perché finisca, deve iniziare dal basso. Perché non si pensi che le raccomandazioni, avere posti non per merito ma per spinte, appartenga solamente alla politica, è così dappertutto, in qualsiasi ambiente, anche per piccoli ruoli: enti pubblici, ditte, scuole, palestre, piscine. Sono poche le persone che hanno determinate mansioni per le loro sole capacità, per i meriti di quanto sanno fare: sempre di più ci si trova ad avere a che fare con persone che sono in un posto solo grazie alle conoscenze che hanno. Ma i risultati di questo modo di fare che sputa in faccia alla meritocrazia si vedono: creano solo perdita, solo danni.
Gli individui se desiderano che tutto ciò non si ripeta, devono volere che ci sia cambiamento, ma perché avvenga, occorre che siano loro i primi a cambiare mentalità e rifiutare in maniera netta e precisa quello che è stato solamente un gran cumulo di fango inquinante. E per farlo, servono fatti, non lamentele.

2 comments to Sempre alle solite

  • Be’, direi che con questa “crisi” siamo arrivati alla barzelletta totale (se non fosse purtroppo tragica la cosa), ha disfatto e rifatto tutto lui in un paio di giorni. Mi chiedo come abbiamo potuto permettere, come Paese, che si arrivasse a ciò. Ma venendo all’altro argomento, il punto non è solo la raccomandazione, tu dici bene: meritocrazia. Io sto cominciando a nutrire un’avversione verso molti dipendenti pubblici. Es. io collaboro con l’università quindi quello è un posto che frequento abitualmente, non parlo per sentito dire. Bene, andiamo a vedere in portineria o in vari uffici come si “lavora”… facendo i solitari sul computer mentre la gente è in attesa che tu abbia finito il tuo solitario per poi dare l’informazione richiesta… per non parlare di chi guarda video su you tube o su… molto peggio (tutte storie vere). Questo vale anche per tanti dipendenti pubblici nei comuni e in tremila altri luoghi. Costoro sono dipendenti pubblici a tempo indeterminato e nessuno li può schiodare da lì. Se fossimo basati sulla meritocrazia, si valuterebbe (con giusti criteri) il lavoro di queste persone e, se non sono all’altezza, li si licenzierebbe… Finché questo sistema permane, la vedo dura partire dal basso, perché “il basso” è appunto costituito anche da tanti parassiti di questa risma… sembra di essere in un romanzo russo.

    • Quello che è successo è dimostrazione dello stato confusionario in cui si è vissuto. E se c’è stato è perché mancavano basi solide di preparazione, di progetto, d’idee: si è andati avanti pensando solo a usare il potere per se stessi.
      Su come è potuto accadere, purtroppo è semplice: la gente ha voluto credere alle illusioni, credere a chi gli diceva che andava tutto bene, che non c’erano problemi. Hanno chiuso gli occhi per non vedere la realtà, affidandosi agli altri, sperando che gli risolvessero i problemi: davvero una pia illusione.
      Purtroppo non è solo nel pubblico il modo di fare di cui parli: c’è anche nel privato. E dà molto fastidio l’arroganza di persone che avendo una posizione e sentendosi intoccabili hanno verso gli altri.

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