
Siete tutti allievi, praticanti, maestri. (1)
Richard Bach con Illusioni propone un libro che percorre la stessa strada di il Gabbiano Jonathan Livingston, un cammino sulla consapevolezza che l’individuo deve avere di sé e dell’esistenza, in modo da essere libero da tutte le catene, le illusioni che la società, i ruoli, impongono, causando limiti che portano amarezza, tristezza e rabbia.
Sembra incomprensibile, ma agli uomini non piacciono la libertà e la felicità: sono talmente condizionati, abituati ad avere a che fare con catene e prigioni (intesi come limiti spirituali) che concepiscono ormai solo la fatica, le privazioni, la perdita, l’amarezza.
Imposizioni, obblighi, obbedienza: l’uomo non riesce a concepire altro, ritenendo che certi elementi, come a esempio la famosa Illuminazione, sia cosa per pochi. Proprio tale pensiero è il limite che spesso ci si pone e che preclude d’intraprendere certe strade. Ed è per questo che per secoli anche l’insegnamento del Vangelo è stato compreso da così poche persone, ritenendo che il Messia sia il ruolo riservato a qualche raro eletto, che pochi possono essere Maestri capaci d’insegnare, quando invece “ogni persona, tuti gli eventi della tua vita sono lì perché tu li hai attratti lì. Quello che decidi di fare con essi dipende da te” (2), come fa dire Bach in La guida del Messia, il libricino che Donald Shimoda porta con sé. Un personaggio strano, particolare, ma soprattutto un essere libero che per caso (ma si sa che il caso non esiste) incontra Richard, aviatore che si guadagna da vivere facendo volare la gente per tre dollari per dieci minuti, e gli apre gli occhi su un mondo nuovo, ma soprattutto sul modo di vedere le cose, che è completamente diverso da quello cui è abituato: un incontro che sembra predestinato, ma che invece è un ritrovarsi perché di rado gli appartenenti a una famiglia crescono sotto lo stesso tetto. (3)
Come in altri libri scritti da Bach, la lettura si presenta leggera come una piuma, capace con la sua leggerezza di far riflettere sull’esistenza e su come la si approccia, comprendendo come spesso si dia peso alle cose di minor importanza e si perda di vista ciò che conta, ammantandosi d’illusioni, prendendo troppo sul serio elementi quali i soldi, la materialità, e caricandosi sulle spalle pesi che finiscono con lo schiacciare e incattivire perché, anche se non lo si vuole ammettere, rendono schiavi. E in tale condizione, le persone non sopportano chi riesce a essere libero, provano nei suoi riguardi un odio che fa anelare la sua distruzione, perché gli rammenta come vivono e come sono schiavi, incapaci d’essere felici perché non vogliono essere felici, nascondendosi dietro parole come sacrificio, responsabilità.
Essere un Messia, in qualsiasi tempo, non è un compito facile, anzi è pure pericoloso, e non c’è da meravigliarsi se c’è chi rinuncia a tale ruolo, se non lo rivela, perché è stancante vivere costantemente con le pretese, le aspettative degli altri, avere sempre folle che circondano e domandano e risucchiano ogni spazio; soprattutto è stancante avere folle che non ascoltano, sanno solo pretendere che siano gli altri a risolvere i propri problemi, senza capire che ognuno deve vivere la propria vita. E che si deve vivere solo per se stessi, cercando d’essere felici.
1,2,3) Illusioni. Richard Bach
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