I Mondiali di calcio ormai sono conclusi e si può tranquillamente dire che non sono stati dei bei Mondiali: lo spettacolo in campo non è stato il massimo (fortunatamente non c’è stato un altro tipo di spettacolo fuori del campo di gioco e ci si riferisce a scontri tra tifosi o anche peggio; visto il periodo che si sta vivendo, questo può già essere considerato un successo). A parte alcune partite, non si è visto un bel gioco e i giocatori più attesi nella maggior parte dei casi hanno disatteso le aspettative.
Questo Mondiale verrà ricordato più che altro per le sceneggiate fatte in campo da tanti calciatori per i falli subiti, uno su tutti Neymar: è stato uno spettacolo ridicolo vedere gente allenata, che deve essere abituata al contatto fisico, rotolarsi a terra appena veniva toccata come se gli fosse stata rotta una gamba.
Non solo: anche se c’entra poco o nulla, più che per le sue partite, sarà ricordato per l’affare del secolo, ovvero il passaggio di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid alla Juventus. A parte il battage pubblicitario mondiale esagerato (è stata una delle notizie più seguite, più di quelle che dovrebbero essere veramente importanti, dove c’è in ballo la vita di tante persone), quello che dovrebbe far pensare sono le cifre di questo affare. Negli ultimi anni si è vista una lievitazione dei prezzi del costo del cartellino dei calciatori e dei loro stipendi; il calcio non è certo l’unico sport che vede simili cifre: c’è la Formula 1, il basket e il football americano. Tuttavia, come anche per questi sport, sentire stipendi con così tanti zeri risulta davvero stridente considerando che tanti non hanno i soldi nemmeno per comprarsi un tozzo di pane e devono andare alle associazioni caritatevoli o cercare tra gli scarti della spazzatura per sfamarsi.
Nell’affare Ronaldo pare che sia intervenuta anche la Fiat (legata come si sa alla Juve per via della famiglia Agnelli): questo ha fatto indignare tanti, soprattutto lavoratori di questa ditta. Il che non sorprende, visto quello che negli ultimi anni hanno dovuto passare (mesi di cassa integrazione, rischio di perdere il posto, aumenti di salari che non avvengono da tempo). Naturalmente c’è stato chi ha cercato di difendere l’operato di Juve e Fiat, asserendo che sono due cose separate, che questo è il mondo degli affari e bisogna cogliere opportunità che danno risalto e possono portare altri soldi.
Soldi. Non si fa che pensare ai soldi. Ognuno può pensare quello che crede, ma rimane il fatto che simili cifre (quando ci sono migliaia, milioni di persone che, quando hanno uno stipendio, fanno fatica ad arrivare a fine del mese per avere il minimo indispensabile per sopravvivere) sono un insulto.
Questo non è più sport: questa è soltanto l’Era dell’Economia. Sarebbe ora di darci un taglio, ma purtroppo per molti vale la legge dello “show must go on”.
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