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Non è più una questione di sport

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Il calcio, più che sport, è un businessE questo lo si sapeva da un pezzo. Ormai tutto è al servizio dello show, dell’attirare il maggior numero di spettatori, perché i grandi numeri portano grandi guadagni. Troppi interessi sono in ballo e per questo i veri valori dello sport, le sue regole, vengono piegati a favore del business e di chi ha maggiore influenza.
Ne è esempio il campionato italiano di calcio, dove praticamente ogni domenica ci sono episodi che favoriscono alcune delle squadre più grandi. Le cose però non vanno meglio in ambito europeo: anche qui ci sono dei club aiutati. Ne è un esempio il Barcellona, basti vedere la vittoria in Champions League di 6 a 1 sul Paris Saint Germain, dopo che all’andata aveva perso per 4 a 0: un risultato molto improbabile da ribaltare e che eppure si è verificato. Alcuni giornali hanno spiegato la vittoria sottolineando la potenza del Barcellona e la remissività del Paris Saint Germain, ma la partita è stata indirizzata verso questo risultato da un arbitraggio scandalosamente e palesemente di parte: due rigori netti negati al Paris St. Germain, due rigori inesistenti regalati al Barcellona, tre giocatori del Barcellona non espulsi. La cosa è stata troppo eclatante per non far venire dei sospetti sulla regolarità della gara; un atteggiamento che non è nuovo, dato che negli ultimi anni questa squadra in Champions League ha avuto aiuti arbitrali: un altro caso famoso furono le direzioni arbitrali nella semifinale del 2010 contro l’Inter, con mancate espulsioni di giocatori del Barcellona (vedere Messi che colpì deliberatamente Maicon al viso, facendogli saltare un dente e costringendo la sostituzione dell’interista perché faceva fatica a stare in piedi) ed espulsioni inventate di giocatori dell’Inter (Thiago Motta espulso per una simulazione di un giocatore del Barcellona che si buttò a terra come se avesse preso un pugno in viso senza neppure essere stato sfiorato). Ma quell’Inter era molto forte, più forte anche di aiuti arbitrali, e andò lo stesso in finale, vincendo poi la coppa; rimane però il fatto che il tentativo di far andare avanti il Barcellona ci fu e non fu una cosa bella.
Rimanendo in ambito calcistico, non si può non parlare della costruzione del nuovo stadio della Roma, dove il progetto è stato fatto passare nonostante dovesse essere bocciato per i tanti errori che conteneva. Oltre a questo fa pensare che si dia il via a costruzioni che con lo stadio non c’entrano nulla e questo denota che giro d’affari ci sia dietro e le pressioni che sono state fatte a una classe politica che non fa altro che assecondare i fini degli imprenditori.
Andando oltre al calcio, si può pensare allo scandalo delle costruzioni di impianti sportivi finiti poi in nulla quando ci furono i mondiali di nuoto in Italia, ai tanti casi di doping nel ciclismo, quelli alle Olimpiadi (basti pensare a quelli della Cina qualche anno fa o a quelli della Russia nel passato recente). Le cose non vanno meglio nel piccolo, dato che purtroppo anche qui si fa uso di sostanze dopanti per migliorare le prestazioni e ottenere vittorie e piazzamenti alti in praticamente tutti gli sport.
Va preso atto che non è più una questione di sport, che i suoi valori sono stati accantonati per fare soldi. L’attività sportiva non è più una questione di divertimento, di benessere fisico e psichico, ma è competizione e guadagno: è diventata tutta una questione di business.

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