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La Principessa di Landover - Terry Brooks

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Sono trascorsi più di venti anni da quando Brooks pubblicò Il Magico Regno di Landover, il primo romanzo della fortunata serie che vede per protagonista Ben Holiday, avvocato di successo di Chicago con tuttavia una vita vuota dopo l’improvvisa scomparsa della moglie e della figlia che portava in grembo. In un’esistenza trascinata per inerzia, si ritrova a leggere uno strano inserto su un catalogo natalizio:

Landover: terra d’incanto e d’avventura salvata dalle nebbie del tempo, terra di cavalieri e di scudieri, di draghi e di giovani castellane, di maghi e di stregoni. La magia si sposa al ferro delle lame, e la cavalleria è il codice di vita del vero eroe. Tutti le vostre fantasie sono realtà in questo regno di un altro mondo. A questo splendido arazzo manca un solo filo: voi, per governarlo come Sovrano e Alto Signore.

Così quasi per gioco, con più di un pizzico di follia, Ben si ritrova ad acquistare il fantomatico mondo, scoprendo che la magia esiste davvero, ma che le cose non sono come appaiono: il regno non è lo splendore tanto decantato, perché una terra senza un re è una terra destinata a morire. Una realtà che riprende i miti arturiani (riferimento al Re Pescatore), dove re e terra sono una cosa sola, ma che si sviluppa con un tocco più leggero, diverso dall’epicità che permeano le storie dei miti.
Con un misero seguito scalcinato, Holiday ricostruisce un regno che sarà anche un modo per ricostruire la propria vita. Affrontando demoni, draghi, streghe, complotti, riesce a ridare vita e stabilità a un mondo sulla via della rovina: gli anni passano, i cicli si aprono e si chiudono.
Così, dopo che per cinque volumi è stato protagonista di questa saga, Ben passa il testimone e al centro della scena sale sua figlia, Mistaya.
Se da un lato è un piacere rincontrare personaggi di un mondo che si è imparato ad amare, dall’altra si deve accettare che gli anni passano per tutti, anche per scrittori che si sono apprezzati e dispiace vedere che si sono adattati al mercato, perdendo quella scintilla di magia che un tempo avevano e sapevano trasmettere.
Brooks in La Principessa di Landover decide di dare uno stampo adolescenziale alla storia, adattandolo all’età della protagonista, dove tutto ruota attorno a lei e al suo punto di vista: l’incomprensione verso il modo di vedere e pensare degli adulti, il non sapere quale strada prendere, la testardaggine, la presunzione e l’irruenza che non fa riflettere, il cominciare a conoscere il sentimento dell’amore. Un punto di vista che per una prima parte dà nuova linfa a questa saga, sembra far riemergere lo spirito presente nei primi libri, dove si percepiva l’aura magica che pervadeva ogni cosa, allontanandosi dai toni cupi che avevano aleggiato in La Scatola Magica di Landover e La Sfida di Landover; una spensieratezza che è una brezza rinfrescante, leggera.
Forse troppo leggera.
Il sesto capitolo della saga di Landover è una gradevole e scorrevole lettura d’intrattenimento, ma è lontana dalla magia dei primi volumi, non riuscendo ad aggiungere nulla a una serie che sembra ormai aver già detto tutto ed è un usare e ripetere copioni già visti, come ho parlato più in dettaglio nella recensione realizzata per FM.

4 comments to La Principessa di Landover – Terry Brooks

  • Temevo una cosa del genere, quando avevo letto la trama del libro.
    Peccato, perché Landover era la serie più originale e interessante di Brooks.

    • Un’altra opportunità l’ho voluta dare a Brooks, dopo che mi ha insoddisfatto da Il Viaggio della Jerle Shannara in poi e il punto d’incontro che ha voluto trovare con questa saga e quella del Verbo e del Vuoto. Per quanto lo stile sia rimasto valido, la vena creativa s’è esaurita e, peggio ancora, s’è adattato a quanto vuole il mercato.
      Oltretutto temo nell’uscita di un altro volume su questa serie…

  • Sicuramente, ora che è tornato a Landover un altro libro o due non glieli toglie nessuno.

    Temo che dopo gli Eredi, Landover e Il verbo e il vuoto, ormai abbia ben poco da dire 🙁

    • Già. Visto la linea che ha deciso di seguire, penso che non prenderò le eventuali nuove uscite di Brooks; invece, quando mi prenderà la voglia, rileggerò volentieri le prime serie 🙂 (esclusa La Spada di Shannara, non mi ha convinto: fortuna che non ho conosciuto questo autore partendo da questa opera).

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