
Ci sono libri, personaggi di romanzi che rimangono impressi nella memoria, lasciano un segno interiore che accompagna per tutta la vita. Storia che fanno entrare in mondi, dimensioni diverse dalla quotidianità, ma che s’avvertono con una tale forza da arrivare quasi a considerarle reali, dato che possiedono una vita propria.
Certo non va intesa come l’esistenza posseduta da un essere umano o un animale, ma tutto ciò che è capace di far provare emozioni, di far riflettere, di dare un diverso punto di vista è una faccia dell’infinita gemma che è la vita e incontrandola si riesce a scoprirne un pezzo in più e se ne viene arricchiti: è come avere a che fare con qualcosa di magico, di speciale.
E’ quanto accaduto con la prima trilogia di Shannara realizzata da Terry Brooks : avventure, lotte appassionanti in storie dal respiro epico. Viaggi indimenticabili accompagnati da personaggi le cui vicende arrivano a toccare le corde dell’anima. Non si possono dimenticare figure come la dolce Amberle, il misterioso Allanon, lo scorbutico Slanter o l’aura quasi leggendaria di Stee Jans o Garet Jax.
Anche se virtuali, sono quel genere d’incontri che lasciano una traccia in chi ha avuto la fortuna d’incrociare la strada con loro. Una fortuna che si vuole che altri incontrino: è questo quanto mi spinge a scrivere articoli su libri che ho letto, come ho fatto anche questa volta scrivendo su Fantasy Magazine per la prima saga di Shannara.
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