Una storia dentro la storia dentro la storia.
Questo è La Leggenda del Vento di Stephen King, l’ottavo libro della serie La Torre Nera che cronologicamente si colloca tra La Sfera del Buio e i Lupi del Calla.
In viaggio verso la Torre Nera, Roland con il suo tet (Susannah, Eddie, Jack e Oy) viene colto da una spaventosa tempesta, lo starkblast, capace con il suo gelo di congelare all’istante qualsiasi cosa ed essere vivente, di sradicare alberi e case con le sue raffiche di vento. Grazie all’avvertimento del bimbolo, il gruppo trova per tempo un rifugio in un villaggio abbandonato, asserragliandosi all’interno di una casa dai muri di pietra e barricando ogni entrata. Avvolti da un’oscurità rischiarata dalle fiamme del camino tenuto sempre acceso, raggiunti dal gemito della tempesta, per far trascorrere le ore Roland racconta un episodio della sua gioventù, quando il padre e i suoi amici erano ancora vivi e Gilead esisteva ancora; la madre era morta da poco e lui assieme a Jamie, un altro pistolero, viene mandato in missione per scovare uno skin-man, un mutaforma che sta facendo strage di persone in un villaggio vicino.
E’ mentre sta facendo luce sul caso, che racconta a un ragazzo sopravvissuto alla strage una fiaba che la madre che gli raccontava da bambino prima d’addormentarsi: è La Leggenda del Vento, che vede come protagonista un ragazzino che si ritrova a intraprendere un viaggio attraverso una foresta antica, abitata da creature del mito e permeata da magia. Forze bianche e nere sono all’opera in questo territorio, aiuti e insidie si trovano sul cammino del ragazzino, pronte a ostacolarlo o a sorreggerlo.
L’opera di King non aggiunge nulla a quanto già si conosce del mondo della Torre Nera, è l’intermezzo di un lungo viaggio. Una storia semplice, ma come tutte le cose semplici ha un suo fascino: all’uomo è sempre piaciuto sedersi davanti a un fuoco e restare ad ascoltare storie che vengono raccontate. Avventure di tempi andati che rievocano immagini radicate nel profondo della propria memoria: l’orfano, la foresta, il mago, l’animale guida, il nemico, il genitore adottivo. Il cammino iniziatico che ogni giovane fa per passare dall’infanzia all’età adulta, superando le prove che lo faranno maturare per farlo divenire uomo.
Una storia che si è sentita migliaia di volte, che si ripete ogni generazione e che per questo risulta sempre nuova. King è andato sul classico, senza ricercare innovazioni, colpi di scena, senza voler stupire, riuscendo grazie a tale scelta a realizzare un buona lettura per essere di compagnia durante le lunghe e fredde serate invernali.
Ma se non ho ancora mai letto la serie della Torre Nera c’è il rischio di spoiler significativi o posso leggerlo come un libro più o meno indipendente?
Puoi leggerlo tranquillamente: ti ritrovi con il gruppo già formato e non viene raccontato niente di significativo dei volumi precedenti. Si fanno degli accenni a La Sfera del Buio, Terre Desolate e I Lupi del Calla, ma niente che possa rovinare la lettura.
Grazie! 🙂
Figurati 🙂
King è sempre King e si legge sempre tutto d’un fiato. Maestro delle descrizioni riesce a intrappolarti anche con una storia in realtà inesistente. A mio giudizio si può leggere anche senza aver letto gli altri, anche se con la lettura dei precedenti non ti perdi certi richiami. Least but not last: rileggere il nome del traduttore che ci ha accompagnato in tutti questi anni, una garanzia e una gioia.