Quando si fa la trasposizione cinematografica di un libro, sono sempre diffidente, soprattutto se mi è piaciuto: It di Stephen King non ha fatto eccezione.
Avevo già espresso in altre occasioni i miei dubbi, temendo che la storia venisse ridotta al mostro che mangia i bambini. Ma It (non solo inteso come mostro) è molto più di questo: non solo per come affronta i temi della paura e del male, ma anche per la caratterizzazione dei personaggi, i vari approfondimenti. La scelta di fare due film (uno che mostra le vicende da bambini dei protagonisti e uno da adulti), fa perdere molto rispetto al come King ha invece strutturato il romanzo; già questo non faceva che acuire i miei dubbi. Dubbi che sono aumentati vista la gran campagna pubblicitaria: più un prodotto è pubblicizzato, più diffido, perché per me non vale il discorso che, visto che si parla tanto di una cosa, allora questa deve essere sicuramente valida.
L’articolo di Andrea Micalone per Letture Fantastiche non ha fatto che dare conferma della mia scelta di non andare a vedere il film. Ne consiglio la lettura, suggerendo che per rendersi conto (per chi non l’ha fatto) di cosa è veramente It è necessario leggere il libro.
Non ho letto il libro e non m’intendo di King, ma il film l’ho soprattutto trovato noioso e poco efficace nel provocare paura, inquietudine o qualsiasi altra emozione.
Se il tuo giudizio è questo senza aver letto il romanzo, pensa se lo leggessi…il film però non credo ti abbia invogliato a farlo. Quello che per me fuorvia, è il ritenere It un’opera basata sulla paura; certo la paura è presente (ma è qualcosa di più sottile dello spavento facile), ma c’è molto di più.