It è il romanzo capolavoro scritto da Stephen King nel 1986. Per chi non conoscesse la trama, la storia inizia nel 1957 nella cittadina americana di Derry con una barchetta di carta, un tombino, un clown e un bambino ucciso brutalmente. Una morte violenta, ma che non è certo l’unica che deturpa la quiete della comunità, come alcuni hanno modo di accorgersi. E quelli che si accorgono davvero di quanto sta accadendo non sono altro che ragazzi poco più che bambini, un gruppo che si fa chiamare i Perdenti e che si trova unito in una lotta contro qualcosa di più grande di loro, un male che periodicamente si risveglia per nutrirsi e quando lo fa, fa dilagare la follia e la violenza di cui è portare. Ben Hanscom, Eddie Kaspbrak, Bill Denbrough, Richie Tozier, Stan Uris, Beverly Marsh, e Mike Hanlon sono gli unici a opporsi a IT, l’essere spietato che ha fatto di Derry la sua casa. La cosa non va bene al mostro, che prende a perseguitare i membri del gruppo, ma questo non basta a fermarli: affrontano la malefica creatura, sconfiggendola ma non uccidendola. I ragazzi temono che ritornerà e allora fanno un giuramento di affrontarlo nuovamente se tornerà a saltare fuori.
Passano ventisette anni. Tutti hanno lasciato Derry e hanno avuto successo; tutti tranne Mike, che è rimasto nella cittadina ed è l’unico che non ha dimenticato il mostro e il passato: lui è la memoria del gruppo ed è quello che li ricerca per farli tornare e affrontare IT. Uno di loro non reggerà a questo ritorno, ma gli altri andranno avanti nella lotta, perché sanno che non avranno un’altra possibilità per fermarlo.
Questa è a grandi linee la storia narrata da King, ma la trama del romanzo è molto più profonda e articolata e solo leggendola nella sua interezza si può comprendere l’ampiezza del lavoro dello scrittore, di quanto va a fondo nel caratterizzare i personaggi e scavare nella realtà di Derry e dell’animo umano. It è molto più di un romanzo dell’orrore: è una storia di consapevolezza, che parla della crescita, dell’amicizia, della memoria e della perdita; è qualcosa di una bellezza difficile da spiegare a parole, ma è qualcosa che rimane dentro.
Proprio per questo, per le sue tante sfaccettature e sfumature, è difficile pensare che una trasposizione per il grande schermo (nel 2016 dovrebbero iniziare le riprese per due film dedicati a IT) possa riuscire a suscitare le emozioni che il romanzo è capace di creare, e soprattutto possa riuscire a cogliere il vero significato del libro: occorrerebbe una grande sensibilità, aver colto appieno il suo spirito.
I dubbi che sorgono in questi casi sono diversi: ne parlo in questo articolo su Letture Fantastiche, dove faccio alcune riflessioni ed esprimo alcuni timori sull’uscita della pellicola tratta dal romanzo di King. Riuscirà il regista (e chi ha realizzato il copione) a mostrare quanto contenuto nel libro? Il compito preso in consegna non è cosa da poco e non è esente da rischi, come non è esente da ricompense: se si riesce nell’intento, si può realizzare un capolavoro. Altrimenti si perde una grande occasione.
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