Dio con il passare degli anni nella storia dell’uomo ha perso sempre più valore. Con lo sviluppo crescente delle scienze e delle risposte che ha saputo dare, togliendo quel velo di mistero che apparteneva alle cose, la sua presa sull’uomo è diminuita, fino a quando molti hanno ritenuto che non fosse più necessario, che fosse qualcosa di arcaico, appartenente a epoche passate. La gente ha smesso di credere in lui, di ascoltare le sue parole, di leggere i libri sacri, perché lo riteneva qualcosa di superato. In parte questo è vero: l’immagine (che è una proiezione dell’inconscio umano) del vegliardo dalla barba bianca che siede su un trono dorato poteva far presa sugli animi delle persone delle antiche società patriarcali, non in quelle moderne.
Dio è stato chiamato così nel tempo in molte parti del mondo. Il suo nome è stato pronunciato in molte lingue. L’hanno mominato in molti modi, ma tutti volevano indicare la stessa cosa. L’hanno raffigurato in molti modi, gli hanno assegnato ogni ruolo possibile e immaginabile. Ma mai che si sia capito chi era realmente, mai che si cogliesse nel segno; pochi sono riusciti ad avvicinarsi per avere almeno un’idea di ciò che era, perché troppo impegnati a chiedere, ad aver bisogno di qualcosa, concentrandosi solo sulle proprie paure e pretese. Rassicurazioni, favori, giuramenti presto dimenticati, preghiere, invocazioni: sempre ad aspettarsi la risoluzione a qualsiasi problema si verificasse. Un continuo io, io, io che giungeva da tutte le parti, ma mai che ci fosse qualcuno che fosse disposto ad ascoltare quello che aveva da dare in risposta.
Dio è stato considerato un mezzo che va usato a proprio piacimento o capriccio. Un mezzo cui si ricorre perché dotato di grande potere, di capacità che nessuno è in grado di possedere. Un potere che si considera esclusiva di qualche essere unico, di qualche prescelto particolare.
E’ stato inevitabile, con una mentalità del genere, andare incontro a delusioni e a perdere la fede, a credere che non c’è bisogno di Dio.
Quanto invece c’è bisogno di Dio! Soprattutto in periodi, società come queste, c’è bisogno di Dio, perché nella loro stoltezza gli uomini sono andati a ingrassare tutto ciò da cui invece dovevano tenersi alla larga e si sono fatti sfruttare nelle varie lotte per il potere, per la supremazia l’uno sull’altro. Guerre, guerre e ancora guerre: in tutte le epoche questa è stata la costante; agli esseri umani deve fare schifo la pace, la tranquillità, non trovano quiete e soddisfazione nello scoprire e nel far crescere. Sempre in tensione, sempre in ansia, protesi verso qualcosa che non sanno nemmeno definire.
Sbagli si sono accumulati su sbagli.
Nessuno ha capito chi è Dio, che Dio è ed esiste quando c’è Creazione, che la Creazione è Dio e pertanto può esserlo chiunque mentre è impegnato a creare. Perché Dio è la manifestazione più alta dell’Uomo e l’Uomo è la manifestazione più bassa di Dio: i due sono la stessa identica realtà, solo con livelli di consapevolezza diversi.. Occorre questa consapevolezza per ritrovare un senso all’esistenza, per ritrovare equilibrio in un sistema sballato, perché Dio è consapevolezza, quella consapevolezza che tanti hanno dimenticato e sembrano averlo voluto fare apposta.
Io sono in Te e Tu in Me, dice Gesù parlando di Dio e dell’uomo, esortando le persone ad accorgersi di questa realtà: Dio è dentro di noi, perché noi siamo Dio. Realtà che Gesù tiene a sottolineare, ribadendolo in un altro brano del Vangelo “Io ho detto: voi siete dei” (Giovanni 10, 34) (una frase che viene usata e fa da fulcro al romanzo Straniero in Terra Straniera di Robert A. Heinlein, che ben riprende il significato di tale messaggio), perché questo è il modo in cui l’essenza divina aiuta l’uomo a evolvere. E l’uomo, evolvendo, aiuta a sua volta il Dio a crescere e a essere quell’infinito di cui tanto si parla.
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