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Berserk – L’epoca d’oro

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Berserk - L'epoca d'oroBerserk – L’epoca d’oro è una trilogia di film dedicata a quello che per molti è il miglior arco narrativo della storia narrata da Kentaro Miura. Senza dilungarsi troppo sulla trama, le pellicole raccontano dell’ingresso di Gatsu (qui chiamato Guts), adolescente ma già esperto guerriero, nella Squadra dei Falchi dopo aver perso a duello con il suo comandante, Grifis. Una vittoria dopo l’altra, il gruppo di mercenari guadagna sempre più notorietà presso la corte del re delle Midland; oltre alla fama però cominciano a sorgere anche l’invidia e il rancore da parte dei nobili, che non sopportano che persone che vengono dalla plebe ottengano una simile attenzione: ciò porterà attentati alla vita di Grifis, che però falliranno.
La vendetta del Falco Bianco non si farà attendere e chi si metterà sulla sua strada farà una brutta fine.
Tutto sembra andare per il meglio, se non fosse per la profezia che Zodd l’Immortale ha rivelato a Gatsu dopo essersi scontrato con lui e Grifis e aver visto che quest’ultimo indossa il Bejelit del Re Conquistatore. Un presagio oscuro, un presagio di morte, aleggia su Gatsu e i suoi compagni e la causa di tutto sarà proprio Grifis.
Le nubi nere però per il momento sembrano lontane e i Falchi ottengo un’importante vittoria contro i nemici delle Midland, al punto da essere elevati al rango di nobili. Gatsu però non è soddisfatto di ciò e decide di andarsene per trovare la propria strada, convinto dalle parole pronunciate da Grifis su chi considera suo amico. Ma ciò che è perso con la spada, va riconquistato con la spada e per potersene andare deve sconfiggere a duello Grifis.
La sconfitta lascia una profonda ferita sul Falco Bianco che, incapace di accettare l’abbandono di Gatsu, perde il controllo e fa qualcosa di avventato, andando a letto con la figlia del re delle Midland; scoperto, viene imprigionato e torturato per un anno. La Squadra dei Falchi viene messa al bando e braccata senza pietà; solo il ritorno di Gatsu eviterà il peggio. Assieme a Caska, Judo e Pipin, libereranno Grifis ma ormai il capo dei Falchi è un rudere, con tendini di gambe e braccia recisi e lingua tagliata. La condizione in cui versa e l’aver rivisto Gatsu generano in lui una disperazione tale che lo porta ad attivare il potere del Bejelit: l’Eclissi ha inizio e i membri della Mano di Dio (demoni di un’altra dimensione) giungono sulla terra per accogliere il quinto di loro, che altri non è appunto che Grifis.
Grifis accetta quanto offerto e sacrifica i suoi compagni. Inizia una carneficina tremenda, dove solo Gatsu e Caska sopravvivono; l’uomo perde un braccio e un occhio, la donna, stuprata da Grifis rinato come Phempt, il Falco delle Tenebre (qui chiamato corvo), perde la ragione. Solo l’intervento del Cavaliere del Teschio li salva da morte certa; ma sarà una salvezza effimera, perché portando su di loro il marchio del Sacrificio, saranno sempre perseguitati da spiriti, mostri e Apostoli (servitori della Mano un tempo umani divenuti mostri dopo aver usato un bejelit).
Berserk – L’epoca d’oro presenta grossi difetti. Tralasciando la computer grafica che non è eccezionale (anche se è meglio di quella dell’ultima serie realizzata su Berserk, ma ci voleva poco), il vero problema riguarda i tagli, che lasciano buchi di trama non da poco, e la rivisitazione dei dialoghi, che fanno perdere molto della bellezza del manga. Tradotto in parole povere: anche questi film non si avvicinano al livello del manga.
Si può comprendere che con il tempo a disposizione non si possa mettere tutto, ma la scelta di cosa mettere e cosa no compromette la comprensione della storia.
Del passato di Gatsu c’è un breve flashback di qualche secondo dove, se non si conosce il manga, non si capisce chi sono le figure mostrate (uno è Gambino, il mercenario che l’ha adottato, l’altro è il soldato a cui il padre adottivo l’ha venduto e che l’ha violentato). Il bejelit rosso viene mostrato da Grifis a Gatsu in un momento diverso da quello del manga, dando una spiegazione differente: è più lunga e articolata, ma rivela troppo e toglie aspettativa, facendo capire troppo di quello che accadrà. Viene eliminata la figura della regina delle Midland e tutta la parte a essa relativa. Stessa sorte tocca a Godor il fabbro, all’arco narrativo che lo riguarda e al periodo che Gatsu ha passato lontano dalla Squadra dei Falchi. Idem per i Barkilaka, Wiald e i Cani Neri. Nello scontro tra Gatsu e il generale dei Rinoceronti Viola viene eliminato l’intervento di Zodd, decisivo per l’esito del combattimento. Il rapporto sessuale tra Gatsu e Caska dopo il ritorno del guerriero tra ciò che resta della Squadra dei Falchi viene semplificato, eliminando la parte in cui Gatsu ricorda la violenza subita da piccolo e ha una reazione improvvisa contro la donna.
Tutti questi sono tagli importanti, ma la cosa più grave è la modifica fatta ai dialoghi, uno dei punti di forza dei manga: troppo affettati, al punto da essere a tratti banali. Con questa scelta si perde troppo della poesia e della profondità trovata tra le pagine disegnate da Kentaro Miura.
In definitiva, il giudizio dato a Berserk – L’epoca d’oro non è propriamente positivo, al punto che si rivaluta la prima serie realizzata negli anni novanta per questo manga. Peccato aver perso un’occasione per fare un buon lavoro.

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