Bisogna partire con una premessa: Avengers: Age of Ultron svolge molto bene il suo compito di divertire e intrattenere. E’ un prodotto ben realizzato, spettacolare. Inizia subito con gli Avengers nel pieno dell’azione, intenti a combattere l’Hydra per recuperare lo scettro di Loki, un artefatto che come si vedrà sarà al centro degli eventi del film e di due nascite: quella di Ultron e quella di Visione. All’origine della catena di eventi innescati ci sono i gemelli Pietro e Wanda Maximoff, mossi da sete di vendetta nei confronti di Tony Stark, che paga il suo passato di venditore di armi; è infatti a causa degli ordigni da lui creati che i due hanno perso la casa e la famiglia e per questo vogliono avere la loro rivalsa. Con i poteri di manipolazione mentale, Wanda condiziona la mente di Stark, facendo venire a galla le sue paure, creando una visione nella quale non è riuscito a salvare i suoi amici e la Terra dall’attacco dei chitauri. Dopo questa esperienza, con l’aiuto di Banner, decide di dare vita a un’intelligenza artificiale capace di proteggere il mondo e dargli la pace. Ma l’uso di un potere alieno sconosciuto come quello del bastone di Loki non fa andare le cose come si vorrebbe e così si dà vita a Ultron, una macchina pensante, capace costantemente di evolvere e divenire sempre più forte e difficile da battere, mettendo a dura prova la forza e la coesione degli Avengers, che più di una volta sono sul punto di spaccarsi a causa d’incomprensioni, segreti e mancanza di fiducia.
Chi si appresta a vedere Avengers: Age of Ultron deve partire dal presupposto che la pellicola ha preso strade molto differenti dal fumetto, spesso ha riscritto le cose; si può tranquillamente dire che sono due mondi differenti, con il primo che prende qualche spunto dal secondo per creare una storia nuova, funzionale a quanto creato finora dalla cinematografia Marvel.
La prima grossa differenza si vede fin da subito nella base della storia del film: Ultron non è creato da Tony Stark, dato che il suo padre originario nel fumetto è Hank Pym, scienziato deciso a creare la macchina perfetta per difendere la Terra. Nel film, l’essere portatore di distruzione e guerra di Ultron è giustificato (e quindi accettabile) dal fatto che prende origine dal proprio “padre” Strak, un tempo produttore di armi, la cui industria fomentava i conflitti in giro per il mondo; ma che la spinta che dà il via all’atto della sua creazione venga dal desiderio di vendetta dei due Maximoff (nessuna menzione che il loro padre sia Magneto) è una forzatura stridente per immettere due personaggi del mondo Avengers al centro della storia. E’ vero che i due non hanno un passato facile e che sono stati anche dalla parte sbagliata (all’inizio hanno appoggiato le idee di Magneto), ma c’erano altri modi per creare una storia che mostrasse una strada non sempre retta.
La storia degli Avengers è lunga e tante sono state le vicende narrate negli anni (francamente ne ho seguite solo alcune e quindi la mia conoscenza è limitata), ma altre forzature e stravolgimenti saltano subito all’occhio, come quella di Occhio di Falco versione family man oppure Vedova Nera e Banner/Hulk che recitano il ruolo di la Bella e la Bestia in una storia d’amore tormentata ma anche dolce, ma che non risulta essere presente nelle storie fumettistiche ed inventata di sana pianta per mettere un tocco di romance. Altra grossa forzatura e stravolgimento è la nascita di Visione: viene sì creato da Ultron, ma il suo venire alla vita avviene grazie agli Avengers, con l’intervento di Thor, del Mjolnir e del fulmine che il dio comanda, che fa venire subito in mente la nascita del mostro di Frankenstein e le teorie del passato secondo le quali dall’elettricità venisse la vita. Altra forzatura a livello di trama è che per creare Visione, Ultron rompe lo scettro di Loki e usa la Gemma della Mente in esso contenuta (che in realtà è blu, mentre quella gialla, come appare nel film, è quella della Realtà) per conferirgli i poteri (escamotage usato per dare il via agli eventi del terzo film, che vedrà la storia vertere su Thanos, il Guanto dell’Infinito e le sue, probabilmente ispirandosi a La Crociata dell’Infinito).
I personaggi visti nel primo episodio si mantengono su buoni livelli, mentre Pietro, Wanda e Visione si limitano al ruolo di comparse, senza alcun approfondimento psicologico ed è un peccato, specie per gli ultimi due che sono stati dei capisaldi storici del gruppo Avengers (soprattutto. Da Visione ci si aspettava molto di più).
Belli gli scontri (specie quello tra Hulk, fatto impazzire da Wanda, e Stark con l’armatura Hulkbuster, qui chiamata purtroppo Veronica), con situazioni che ripetono quanto visto nel primo film (come già visto in precedenza, Hulk affronta il nemico protagonista di turno e lo pesta tanto e di brutto; certo che Ultron che esclama “oh, santo cielo” nel vedersi arrivare addosso il gigante verde è un po’ patetico). Di per sé la storia è buona, ispirata solo nel titolo al ciclo di Bryan Bendis su Ultron (niente futuro apocalittico, viaggi nel tempo, nuove linee temporali create), ma che, vista l’entità del nemico, poteva dare di più a livello di drammaticità, come fatto nella storia Ultron Unlimited (forse la migliore realizzata sulla malefica IA) scritta da Kurt Busiek e disegnata da George Pèrez (in parte il film si rifà alle scene del conflitto viste nel fumetto in Slorenia,).
In definitiva, Avengers: Age of Ultron è un buon film d’intrattenimento, che fa passare bene le due ore e venti di visione, ma che magari farà storcere un po’ il naso a chi conosce i fumetti.
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