Che Il Campione delle Ere di Brandon Sanderson mi abbia colpito non è un segreto, ne ho parlato qualche giorno fa in un post. Che sia di una bellezza e profondità straordinari, capaci d’insegnare molto sulla vita e quanto vi accade è un dato di fatto: la storia è fatta di cicli e in questo romanzo è arrivato il tempo di Distruzione, una forza che vuole spazzare via ogni cosa, portare rovina nel mondo.
E se ci si ferma e si osserva si può notare che è quello che sta accadendo nel nostro paese, nel grande come nel piccolo. La classe politica che governa ne è un esempio, fa gli interessi per pochi, cercando di distruggere tutto quello che può essere utile alla popolazione: servizi, lavoro, istruzione (ne ho parlato in questo post qualche giorno fa e c’è anche questo articolo di Licia Troisi che mostra questo stato delle cose).
Ogni azione non è mai fine a se stessa, porta sempre delle conseguenze, condiziona e influenza ciò con cui viene a contatto. Perché il modo di fare di certi politici, così presente nella vita della gente grazie al tamtam mediatico che fanno televisioni e giornali, ha portato le persone a prenderli a esempio: non è un caso che i toni dei dialoghi e dei rapporti tra le persone siano sempre più esasperati, dove spesso si alzano i toni e ci sono aggressioni verbali, seguite da un modus operandi che vuole infangare la persona, annichilirla, distruggerla con il metodo della macchina del fango che ben si conosce; un atto che vuole distruggere la dignità della persona, che vuole isolarla. E tutto questo perché si ha il coraggio delle proprie azioni, di dire quello che si pensa.
E’ quanto è accaduto a G.L.D’Andrea e a Lara Manni. La vicenda è iniziata in seguito a una bravata che poteva avere un esito diverso da quello che in realtà è stato; un fatto grave (spacciarsi per un’altra persona è un reato), che in diversi hanno cercato di far passare come una cosa da poco, come se niente fosse, perché tanto così fan tutti, perché in questo paese le regole non vengono rispettate e il rispetto per gli altri non ha alcun valore, perché chi commette l’illegalità viene premiato e va avanti nella vita: questo è l’insegnamento che passa adesso una parte dell’Italia.
Questo è quanto molti vogliono convincere a seguire.
Il tempo di conformarsi a questo sistema deve finire, bisogna levare la voce a dire no a questo svilimento e contrastare questo fenomeno. Loredana Lipperini, Francesco Falconi, Tanabrus (Gabriele Ninci), sono alcune delle voci che non ci stanno ad assecondare questo modo di fare.
Perché in questi ultimi anni si sta verificando tutto questo?
Le ragioni sono tante: decadimento morale dovuto a un benessere nato dal consumismo e dalla materialità, la capacità d’ottenere le cose senza sforzo, senza doversi impegnare, il narcisismo, l’apparire, l’ostentazione, il voler essere per forza protagonisti e avere qualche attimo di notorietà. Tutti fattori che hanno contribuito a costruire una cultura di morte.
Ma c’è anche la noia dietro tutto questo, il fatto di non avere più stimoli capaci di far apprezzare l’esistenza e renderla meritevole d’essere vissuta. Un senso di niente che fa lamentare le persone, facendogli avvertire come se nella loro vita manchino tantissime cose, ma non si sappia cosa siano.
Che cosa cercano allora le persone?
Mi vengono in mente le parole di Igor Sibaldi: un’altra vita, un altro mondo. E ce ne sono tantissimi: mondi, esistenze passati, immaginari capaci di meravigliare e far riscoprire quel senso di scoperta che riaccende la voglia di vivere. Una scoperta che è la scoperta della vita, che è infinita e dalla quale non si finisce mai d’apprendere. Storici, scrittori di qualsiasi genere, aiutano a fare questo; un agire molto bello, che spinge l’immaginazione a raggiungere lidi nuovi, sconosciuti e facendoli scoprire, fa scoprire parti di sé che non si conoscevano.
Una scoperta che svela come creazione e creatività non siano poi tanto lontani tra loro; come forse il segreto della vita non sia poi solo prerogativa di divinità o esseri superiori, ma possa appartenere a tutti.
Per questo occorre preservare chi dà il suo contributo cercando di costruire qualcosa, di dare il proprio personale punto di vista, perché capace d’aiutare gli altri e chissà, se viene permesso, magari di renderli anche migliori.
Credimi…io ancora non mi capacito di come si sia scatenato il putiferio.
In maniera stupida e banale, perché la gente non pensa a quello che fa e dice.
E se c’è qualcuno che fa notare che esistono regole da rispettare, c’è chi si sente in dovere di dare addosso.
Ho seguito la vicenda. Purtroppo non ho ancora scoperto il genere fantastico, quindi ho osservato le cose dall’esterno. Ho iniziato leggendo la discussione (in risposta alla signora Manni) sul famoso forum e già a pagina 8 avvertivo un vago senso di nausea. Così sono saltata all’ultima pagina (che era la 12 o la 14 in quel momento) e come sospettavo i toni scadevano ulteriormente: si arrivava al livello troll.
Questi ragazzi non si rendono conto (e non so come facciano a non rendersene conto) che mettere in discussione i toni di un intero forum non è – e mai sarà – equiparabile a delle accuse personali rivolte a uno scrittore.
Persino mettere in discussione i toni di un nickname non equivale e mai equivarrà a discutere una persona che ci mette la faccia e il nome.
Questi sedicenti recensori sono in realtà clienti scontenti: il vero lettore non si comporta così. Non confonde mai il libro e la scrittura, con la persona che ha scritto. Non cerca l’autore per infamarlo e diffamarlo. Semplicemente, cerca di meglio da leggere. Oppure critica le scelte editoriali infelici. O ancora: fonda una sua casa editrice.
Un vero lettore non spreca il suo diritto di critica (e di acquisto) spalando letame su una persona per rifarsi della spesa (tra l’altro quale oRRRore spendere per libri che non piacciono: non dev’essere mai capitato a nessun lettore nella storia dei libri! è sicuramente una stortura moderna impossibile da accettare. eh.)
Un lettore non cerca un libro solo per trovarne i punti deboli e dire io farei meglio – anzi, ehi, io SONO meglio!
Un lettore non considera nonciclopedia un baluardo dell’ironia – è solo un passatempo lecito, ma infantile. Tra l’altro un lettore capisce la differenza tra creare una pagina sarcastica su uno scrittore e una pagina su una figura veramente pubblica – un attore, un cantante pop – che dell’apparenza e della sua vita privata ha già messo tutto a disposizione “per contratto”. Quello che va messo in discussione è sempre il libro e mai la persona autore.
Tra l’altro sono cose che sanno benissimo anche : avrebbe risposto “mica sono scemo” quando gli fu chiesto se avrebbe mai offeso a quel modo, e con quei toni, lo scrittore in questione.
Ma quello che mi dispiace di più è che poche settimane fa ho letto una bustina di Eco dove parlava proprio di questo tema e purtroppo devo dargli ragione: i talebani del web esistono. Quelli che invece di usarlo in modo equilibrato, lo considerano territorio da guerra santa.
Quelli che assumono atteggiamenti da branco: una critica ad un utente del loro forum è una critica al forum. Una critica al forum riguarda tutti. E chi magari non è mai sceso a certi livelli, si trova a difendere a spada tratta chi quei livelli li raggiunge regolarmente. Quelli che si sentono forti perché hanno ragione. Hanno sempre ragione loro, inevitabilmente. Loro sono gli oppressi, violentati dalla brutta (per loro) scrittura.
L’individualità va un po’ a quel paese. L’importante è ferire mortalmente quell’autore: che non sia più in grado di tenere in mano una penna.
In conclusione, per me un vero lettore non va mai a cercare un autore per distruggerlo: lo ignora. Non lo compra, non lo legge e non lo consiglia. Non lo sconsiglia infine, perché l’esperienza di lettura è un’esperienza squisitamente personale ed è molto difficile sconsigliare, e anche trovare i punti deboli di un testo (magari senza giudicare, ma esponendo con neutralità) non deve trascendere in una censura totale del libro, dovrebbe rimanere un invito neutrale a leggere con attenzione.
(ammesso che si abbiano veramente le capacità di trovare le debolezze di un’opera: e se le si possiede perché allora non iniziare la carriera di editor, invece di perdere tempo a sputare “sarcastico” veleno?)
E un vero critico è capace di autocritica, cosa che i ragazzi di quel forum mi pare , troppo impegnati a difendersi da chi saggiamente tenta di dirgli che non ha senso, e non è intelligente, mettere al rogo gli scrittori che non ci piacciono.
Dove sta la maturità quando si scende sul personale, dove finisce il lettore se oltrepassa il libro per criticare i modi dell’autore? Seriamente, cosa c’entra il carattere di un autore con i suoi libri? Un ca**o.
Sarei già più d’accordo sulle critiche alle case editrici, perché le CE fanno a volte scelte commerciali e bastarde, e le proteste dei clienti insoddisfatti dovrebbero andare a loro.
Ho scritto tanto, ma questa vicenda mi ha disgustata e mi è dispiaciuto scoprire che grazie a un forum il linciaggio dell’individuo non è più una cosa da ragazzini delle medie, ma viene confuso con il diritto di critica…
Come lettrice, seppur non (ancora) di fantasy, sono amareggiata. Sono comportamenti ingiustificabili: mi dispiace per chi in quel forum sa ancora non fare gogne, e sa distinguere i libri dal suo autore… ma purtroppo a causa di altri l’atmosfera è irrespirabile persino per una lettrice casuale.
Agli scrittori però consiglio, se possibile, di mantenersi su un altro livello, e non rispondere direttamente a chi confonde insulti personali, nomi di persone esistenti, ed emoticon giapponesi tutte in uno stesso messaggio…
Per quanto mi renda conto che è difficile accettare tutta la supponenza e l’arroganza di lettori che si ergono a savonarola degli autori censurabili. Ed è difficile tollerare che il successo che avrà tra gli idioti il “passaparola dello sputtanamento”… Ma davvero discutere con certe persone avvelena tutto e basta.
E.C.: Tra l’altro sono cose che sanno benissimo anche LORO: un utente del forum avrebbe risposto “mica sono scemo” quando gli fu chiesto se avrebbe mai offeso DI PERSONA lo scrittore in questione a quel modo, e con quei toni.
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E un vero critico è capace di autocritica, cosa di cui mi pare NON SIANO CAPACI i ragazzi di quel forum, troppo impegnati a difendersi da chi saggiamente tenta di dirgli che non ha senso, e non è intelligente, mettere al rogo gli scrittori che non ci piacciono.
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Mi scuso per lo spazio occupato per uno sfogo in fondo del tutto personale. Ma è troppo avvilente per me assistere a queste arene moderne, così come non mi sarei divertita a vedere qualche cristiano sbranato dai leoni, ai tempi…
e nella foga mi sono confusa: il savonarola non c’entra molto in questa storia, il Malleus Maleficarum (oggi detto “Forum Dei Massacri”) e l’indice dei Libri Proibiti invece sì, un po’ c’entrano…
Ciao Laura, benvenuta su questo sito 🙂
Purtroppo di vicende del genere negli ultimi anni ce ne sono state diverse su vari forum e blog; un modo di fare che non condivido perché non porta a niente di buono e costruttivo. Criticare, anche duramente (senza arrivare agli insulti o alla volgarità), un libro è concesso a qualsiasi individuo, perché ognuno è libero di esprimere il suo parere, ma c’è modo e modo: non si deve arrivare a colpire personalmente lo scrittore, dileggiandolo o facendo insinuazioni non riscontrabili.
Uno scrittore scrive come sa e di quello che vuole parlare, che sente suo: può piacere o non piacere, gli si possono fare appunti sullo stile o sulle scelte narative, sulla costruzione dell’intreccio, ma a mio avviso le critiche maggiori vanno rivolte alle case editrici con le loro scelte su target e tipologia di storie che si vogliono pubblicare.
Tutta colpa delle case editrici?
No, perché le case editrici pubblicano ciò che richiede il mercato, perché il loro scopo è fare utile e per farlo deve accontentare la domanda. Certo, un editore dovrebbe preoccuparsi di creare prodotti di qualità, validi, ma siamo nell’era del consumismo e tutto deve far guadagnare, poco importa a che prezzo. Certo, ci sono editori coraggiosi che non si adeguano a tal sistema, ma sono una minoranza al momento. Se si pubblicano romanzi non ritenuti all’altezza è perchè, parlando del fantastico, in Italia c’è scarsa conoscenza del genere, si è fermi alla superficie che la moda per anni ha passato; ma se si vuole che questo cambi, sono i lettori che devono spingere a fare il salto di qualità, a pretendere prodotti migliori. Purtroppo nel nostro paese si legge poco e ci si accontenta di quello che passa il mercato, non si va oltre, non si ricerca, non ci si documenta, si segue la pubblicità e la moda; soprattutto non si fa quel confronto tra vari scrittori che permette di sviluppare senso critico.
Ciò che è sbagliato è che si fa tanto clamore sui libri che non sono piaciuti (e senza rendersene conto gli si fa una pubblicità gratuita), quando invece occorrerebbe dare risalto a opere che hanno colpito, che sono valide. Per i libri mediocri occorre indifferenza, non post che ne parlano per pagine e pagine.
Se si vuole che le cose cambino, occorre che siano innanzitutto i lettori, le persone a cambiare, a sviluppare una consapevolezza maggiore in quanto si legge, provando scrittori e generi differenti: questo porterà un cambiamento, anche se occorrerà tempo. Ma perchè avvenga bisogna partire sempre dal piccolo, dal singolo, non dal grande.
Così nella letteratura, così nella vita.