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Le Torri di Mezzanotte e il Mondo dei Sogni

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In Presagi di Tempesta Rand al’Thor è riuscito a far luce sulle tenebre che si stavano addensando su di lui e come il sole che torna a splendere dopo giorni cupi di pioggia è riuscito a innalzarsi, divenire quello che deve essere: non più un essere diviso in se stesso, perseguitato dalle ombre del passato come Lews Therin lo è stato per tanto tempo, continuamente teso verso un ruolo che pareva voler pretendere sempre più sacrifici da lui, privarlo di ogni umanità, renderlo un semplice mezzo del Potere, ma un individuo integro, saldo nei suoi intenti. La salita sul Monte Drago per lui rappresenta una Rinascita, una sorta di Resurrezione dopo il lungo calvario patito che lo fa ascendere e divenire il Drago che le profezie tanto attendono
In Le Torri di Mezzanotte, Rand si sta ormai apprestando al confronto con il Tenebroso, preparando il terreno per lo scontro, tirando le fila dei propri alleati pronti a scendere al suo fianco nell’Ultima Battaglia. Tarmon gai’don ha inizio.
Ma come si è visto in questa epica saga, non è l’unico protagonista della storia, non è l’unico da cui dipende il destino del mondo.
Egwene è riuscita a ripristinare l’ordine all’interno della Torre Bianca, non più divisa da lotte intestine tra le varie Aes Sedai, dove ogni gruppo cerca di strappare agli altri la fetta più grande di potere; ma perché le cose siano sistemate occorre trovare i membri dell’Aia Nera che ancora si annidano al suo interno, guidate da uno dei Reietti.
Mat è alle prese con il Golham e mentre cerca di sfuggire al letale segugio, pensa al modo di convincere chi produrrà su ampia scala i suoi draghi, la nuova e potente arma capace di sparare proiettili esplodivi a grande distanza. Senza contare l’impresa che sta per compiere insieme a due suoi compagni; un’impresa importante sia per se stesso sia per le vicende a venire.
E mentre Nynaeve apprende nuovi modi di guarire, avviene la riscoperta dei vari modi di Viaggiare, della creazione di nuovi ter’angreal e cuendillar; talenti perduti da tempo ricompaiono assieme al parlare con i lupi, la pulizia di Saidin. Capacità andate smarrite dai tempi dall’Epoca Leggendaria.
Tutto ciò fa da contorno alla trama principale del tredicesimo volume della Ruota del Tempo, incentrata su Perrin, che dopo essere riuscito a riavere al suo fianco Faile, ora deve preoccuparsi dei Manti Bianchi e della giustizia che vogliono che s’abbatta su di lui; oltre a occuparsi di una minaccia invisibile che sta tramando per colpire con forza e impedire che possa portare aiuto nell’Ultima Battaglia. Una minaccia che dovrà affrontare su un piano d’esistenza differente da quello materiale com’è il Sogno del Lupo; è questa a mio avviso la parte meglio riuscita del romanzo dal duo Jordan/Sanderson.
Il Mondo dei Sogni, come mi piace definirlo, è sempre stato fonte d’interesse e di fascino per me, perché è un mondo sconfinato, ermetico, pieno di misteri e significati ancora da scoprire; un mondo di cui si sa ancora poco, anche se uomini come Freud e Jung hanno mosso i primi passi per dipanare le nebbie che avvolgono questa dimensione.
Jordan non è stato l’unico nelle sue opere a usare il Mondo dei Sogni come altra dimensione in cui far muovere i personaggi e far svolgere le vicende: già altri scrittori hanno saputo utilizzarlo, come ha fatto Terry Brooks in Le Pietre Magiche di Shannara e nel Ciclo degli Eredi (anche se è stato un uso limitato, dato che ha usato questa dimensione come un poter guardare al futuro, un ammonimento su fatti che si devono ancora verificare). L’autore della Ruota del Tempo lo ha utilizzato invece come una dimensione parallela, riuscendo a rendere bene i meccanismi di quanto accade durante il sonno: un mondo continuamente mutevole, con leggi proprie che trascendono quelle conosciute nella realtà, dove è la volontà l’unica vera forza che conta. Una volontà che il più delle volte è inconscia, che crea le cose senza esserne consapevole, dove il sognatore spesso è in balia della propria creazione; il che è quello che accade sempre a chi sogna. Tutti subiamo passivamente ciò che sognano, vivendo il sogno come se fosse reale, come se fosse davvero la realtà: il sogno è il padrone che ci manipola, che ci terrorizza o ci fa stare bene, quell’energia che ci lascia scombussolati o compiaciuti a seconda di quello che incontriamo. Un modo per mostrare quanto poco conosciamo di noi stessi, quanto sono grande le zone buie e sconosciute del nostro essere, della nostra psiche; forze che spesso ignoriamo e teniamo fuori dalla nostra coscienza, che isoliamo, attorno alle quali creiamo dei muri per contenerle. Ma durante il sonno non c’è controllo, le barriere s’abbassano e ciò che è stato messo da parte sale alla ribalta, ribaltando le parti: chi era vittima diventa carnefice.
Una realtà già conosciuta e ben mostrata da Wes Craven con il personaggio di Freddy Krueger nella famosa serie cinematografica di Nightmare, dove chi nella realtà è stato vittima di linciaggio per i crimini commessi, torna a vivere nei sogni altrui per ottenere la sua vendetta, uccidendo i sognatori. Alcuni potrebbero pensare che è fantasia il ritenere che una persona che muore in un sogno possa morire anche nella realtà, ma spesso ignorano che la mente può essere più forte del corpo: se la convinzione è molto grande e si arriva a credere fermamente in qualcosa, il sogno diventa realtà. Così, se si è davvero convinti di morire nel Mondo dei Sogni, così avverrà in quello reale, dato che il corpo non può vivere senza mente, senza volontà; se il legame tra i due si spezza, la vita viene a cessare.
Attraverso queste invenzioni viene mostrata una realtà incontrovertibile: chi è inconsapevole di ciò che lo circonda ne rimane vittima. Più grande è l’ignoranza, maggiore è il danno che si subisce, allo stesso modo in cui si verifica nei sogni: più è grande l’ansia, la paura, più è forte l’incubo che ci perseguita. Nonostante lo scenario cambi in continuazione, data la natura mutevole che sta alla base che origina questo mondo, esiste una costante: la forza che permea le emozioni negative che danno vita all’Incubo. Ne viene dato un altro ottimo esempio grazie alla Corte dell’Incubo, i Signori Oscuri delle Terre dell’Incubo, uno dei Domini dell’ambientazione di Ravenloft (per chi volesse approfondire la’rgomento consiglio la pagina del sito Ravenloft-Il Cannocchiale): figure oscure e incomprensibili, incarnazione dell’inconscio ancora insondabile, sono i padroni di una piccola terra che è al confine tra il Piano Materiale e il Piano dei Sogni, completamente circondata da un anello di sfere lucenti ognuna dei quali è una dimensione separata in cui si dispiegano gli incubi; è in questo luogo che il Dr. Illhousen è stato trascinato assieme alla Clinica per Malati Mentali dopo aver osato sfidare la Corte dell’Incubo e aver perso. Dato che l’età culturale di tale luogo equivale alla cultura rinascimentale, il Dr. Illhousen rappresenta l’uomo di scienza che comincia a scoprire un mondo nuovo, come può essere stata la psicologia ai primordi, e che deve avanzare con prudenza, un passo alla volta, perché molto è ciò che è sconosciuto e senza la giusta conoscenza si può andare incontro al fallimento: e’ quello in cui tanto spesso è incorso il raziocinio umano di fronte ai meandri della psiche, illudendosi con i mezzi di cui era disposizione di poter controllare forze più grandi di lui.
Cosa che non accade invece a Perrin che grazie al lupo Hopper viene addestrato a conoscere il Mondo del Sogno, soprattutto ad acquisire una maggiore consapevolezza di sé e della propria doppia natura. E attraverso questa conoscenza, piega il Mondo del Sogno alla sua volontà, lo usa come mezzo per portare avanti la battaglia contro l’Oscuro, combattendo un nemico sfuggente. E’ grazie all’amico lupo che anche lui, come Rand, diventa quello che deve diventare, un nuovo essere temprato e reso forte dalle fiamme delle difficoltà.