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Farsi sfruttare per il gioco dell'ego

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Ci sono diversi tipi di giochi online: giochi di carte, giochi di ruolo, giochi con cui s’interagisce con altri giocatori sparsi in tutto il mondo.
Tali giochi, se vissuti nel modo sbagliato, possono creare dipendenza, facendo arrivare a non avere più una vita sociale (ad esempio, può succedere con gli RPG dove si può avere un’altra “vita”), facendo prendere la mano e giocare ingenti somme di denaro, arrivando a indebitarsi a livelli catastrofici (come può accadere con il poker).
Se non controllato, il gioco può scaturire in un’ossessione, in una patologia che necessita un ricovero per un periodo di tempo determinato dall’entità del danno subito: una disintossicazione e rieducazione necessaria per ritrovare un’esistenza equilibrata.
Il gioco (come d’altronde tutte le cose che sfuggono al controllo) può essere una dipendenza come la droga, l’alcool, il sesso, che va curata con interventi che portano a eliminare le tossine che esso ha prodotto; si tratta di un lavoro concentrato sulla mente e sui suoi meccanismi, un processo incentrato sugli atteggiamenti e sulle cause (ansie, paure) che li scatenano, necessario per far tornare il paziente alla normalità.
Di cliniche che intervengono su questo punto ce ne sono sempre di più. Tecnologia, Facebook, sono solo alcune delle nuove dipendenze che questa società ha creato. Una società che aliena sempre di più l’individuo; mai come nella sua storia l’uomo presenta fragilità, talloni d’Achille in cui può essere colpito con tanta facilità. Invece di divenire più forte con le scoperte e i mezzi messi a disposizione dal cammino evolutivo intrapreso, l’essere umano si ritrova a essere più debole, esposto ad attacchi da ogni lato. Bombardato da modelli sbagliati e travianti, viene sfruttato in maniera indebita: la sua debolezza usata per creare guadagno.
Un esempio banale.
Riprendiamo i giochi in rete, i cosiddetti giochi di ruolo dove si crea un pg che interagisce assieme ad altri in un mondo fantastico, pieno di missioni, avventure, storie da vivere. Un’esperienza divertente, se la si vive solo come un gioco.
Solo che alle volte così non accade.
Insoddisfatti della vita che si vive, piena di problemi, incomprensioni, difficoltà, si cerca di trovare uno spazio dove le cose non sono così aride, dove si sente di avere un valore, di essere qualcuno, di riuscire in qualcosa e non essere continuamente mortificati da situazioni e persone. Se lo si vuole vedere in un certo modo, è una ricerca di amor proprio, una sorta di guscio protettivo verso la sofferenza che il mondo gli infligge; per questo si proietta sul pg, sulla versione virtuale di sé, ciò che si vorrebbe essere. Questo desiderio, questo bisogno, è una debolezza che certi individui (ma non solo: anche i creatori di tali giochi, pure quelli free, mettono a disposizione sezioni premium, a pagamento, per rendere i giocatori più forti e competitivi e sfruttare il loro punto debole, l’ego) sono pronti a sfruttare per ricavare un guadagno; persone che non vedono il gioco come un divertimento, ma come un modo per fare soldi; persone che sviluppano pg di elevato livello (oppure recuperare oggetti ed equipaggiamenti preziosi per il gioco) per poi venderli a chi è disposto a versare una somma adeguata. E c’è sempre chi è pronto a fare tale acquisto. La gente è disponibile a tutto in questo periodo per soddisfare il proprio ego, è alla ricerca disperata di qualsiasi cosa che la faccia sentire qualcuno per qualche instante, anche se si tratta di un file di pochi byte, capace di dissolversi per una semplice perdita di dati o mancanza di corrente; un file però in grado di generare una finzione dove si può essere quello che non si è nella realtà, dove si può immaginare un riscatto da tutte le delusioni patite.
Un osservatore esterno può provare compassione, pietà o disprezzo per chi si trova in questa condizione, compatendo questo scivolare in basso.
Ma prima di essere giudici severi e inflessibili, ci sarebbe da chiedersi se non si è stati responsabili con il proprio atteggiamento di quella parte di massa che è stata fautrice di ferite e umiliazioni inflitte a quelle persone, divenendo così creatori di creature che non si considerano più come simili, ma esseri inferiori.
Ancora una volta, l’Ego e la Società sono la malattia da curare, mentre alcool, droga, sesso, internet, giochi e ogni dipendenza, sono solo i mezzi con cui si manifestano gli effetti dei disagi generati dai primi due.