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Situazione italiana

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M’è capitato di leggere un articolo pubblicato sul giornale del comune in cui abito (articolo preso dal blog di Beppe Grillo) su quali potrebbero essere le possibili mosse del governo sui prelievi fiscali. Il quadro, già non ottimistico, non fa ben sperare. Anzi.

“Il default quando arriva, arriva. E poi? Cosa succederà? Immaginiamo tre scenari: “default morbido”, “quasi morbido”, “praticamente in mutande”. Il default morbido prevede un prelievo dai conti correnti (stile Amato), un aumento generalizzato delle imposte indirette, la reintroduzione dell’ICI, l’innalzamento dell’età pensionistica, il blocco di ogni turn over delle assunzioni nella pubblica amministrazione, aumento delle tasse locali, dei trasporti, dell’acqua,dell’elettricità e del gas. Il default morbido è però improbabile con un debito pubblico maggiore di 1.900 miliardi e le banche che non valgono un soldo bucato con in pancia 220 miliardi di titoli di Stato, 85 miliardi di sofferenze e un immenso patrimonio immobiliare che prima o poi andrà svalutato. Per piazzare sul mercato i nostri titoli Tremorti deve riconoscere sempre maggiori interessi. Nel 2011 ne dovremo pagare tra gli 80 e i 90 miliardi. Forse aumentare gli interessi non basta più. L’asta pubblica dei titoli di Stato di metà agosto è stata annullata per il timore che andasse deserta.
Vediamo ora le conseguenze del default quasi morbido. Patrimoniale secca su beni mobili e immobili, eliminazione delle Province e accorpamento dei comuni sotto i 5.000 abitanti (misure queste meritorie), innalzamento della tassazione diretta, a iniziare dall’Irpef, aumento dei costi della Sanità, raddoppio tassazione delle rendite sui patrimoni finanziari, eliminazione agevolazioni fiscali alle regioni e province autonome, introduzione del “giusto contributo” del 5% per ogni reddito uguale o superiore ai 30.000 euro. Ovviamente a queste misure vanno aggiunte quelle del default morbido. In Italia ci sono 19 milioni di pensionati e circa 4 milioni di dipendenti pubblici che, tutti i 27 del mese, devono ricevere la pensione o lo stipendio. I disoccupati sono milioni e centinaia di migliaia le aziende che hanno chiuso. Meno gettito fiscale a parità di costi, finora coperto dal debito, dalla vendita di Bot e Btp, porta al collasso. La coperta dei titoli è diventata corta.
Passiamo quindi allo scenario praticamente in mutande. Blocco del rimborso dei titoli di Stato a scadenza per i cittadini italiani, fallimento di alcune banche, taglio degli stipendi nella Pubblica Amministrazione e delle pensioni del 20/30%, blocco temporaneo di accesso ai propri conti correnti con un prelievo massimo giornaliero di 100/200 euro, sospensione delle carte di credito, privatizzazioni delle quote Eni, Enel e di qualunque bene dello Stato che abbia un mercato. Misure che vanno aggiunte quelle di default morbido e quasi morbido. In ogni caso ci sarà un periodo di recessione e di crollo dei consumi, aumenterà la disoccupazione e le spinte secessionistiche, a Sud come a Nord. “Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente”, Mao Tse-Tung”

Non ci sono certezze, data l’instabilità del momento, ma una cosa è certa: sono sempre le persone comuni, i lavoratori a pagare. I ricchi invece non pagano (e non vogliono pagare) mai. Questa è l’idea di giustizia che ha chi governa l’Italia.

Mistborn. The Alloy of Law - Un nuovo inizio per Brandon Sanderson

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Una news giunge da oltre oceano: sta per essere pubblicata una nuova opera di Brandon Sanderson, Mistborn. The Alloy of Law, il quarto capitolo della saga di allomanti e feruchemici. Lo scrittore americano ha dato una nuova impronta alla serie; solitamente sono un pò diffidente quando vengono prese decisioni del genere, un pò perché ci si è affezionati all’ambientazione conosciuta e ai suoi personaggi, un pò perché non sempre il nuovo è all’altezza del precedente, ma in questo caso sono curioso (e anche fiducioso) di scoprire il nuovo romanzo. Brandon Sanderson ha dimostrato di saper gestire bene i cambiamenti, sia per quanto riguarda la serie dei Mistborn sia per avere preso in mano le redini di un’opera monumentale qual è La ruota del Tempo di Robert Jordan.
Non resta che rimanere in attesa della traduzione in italiano del suo nuovo lavoro (almeno per chi non ha una gran padronanza della lingua inglese).

Piccola nota. Alle volte penso che bisognerebbe ringraziare che scrittori come Sanderson, Erikson, Jordan, King, Brooks, Rothfuss non sono nati in Italia, perché se fosse stato così ci scorderemmo di leggere le loro opere; opere di spessore, in tutti i sensi. Ma proprio a causa di questi valori (la lunghezza dei volumi, la complessità dell’intreccio, il portare avanti la storia con più personaggi) che in Italia non avrebbero trovato spazio per la pubblicazione, dato che vengono privilegiati volumi di non più di trecento pagine, con storie lineari, con il fulcro delle vicende che ruota attorno a storie “d’amore”.
Questo è il mercato attuale. Ma non chiamatelo letteratura, neppure di genere: è solo consumismo, sfruttare la moda del momento.

Ci si può fidare della tecnologia?

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O meglio, ci si può fidare dei gruppi, delle persone che la creano?
Un dilemma di non facile soluzione, specie quando si vive nell’Era del Grande Fratello (come scritto anni fa da George Orwell in 1984) e dell’Economia, dove per far soldi si è capaci di accantonare qualsiasi valore etico e morale, oltrepassare quei limiti che sarebbe meglio non varcare.
Fin dove ci si può spingere in nome della sicurezza, della comodità?
Certo la tecnologia offre molti benefici, ma ci si è mai soffermati a pensare cosa si nasconde dietro, se il prezzo che richiede vale davvero la pena di essere pagato? Un avere che come dare consegna un potere notevole in mano ad altre persone? Un potere che nasce dalla conoscenza di sapere tutto su di noi, dai nostri gusti, dalle nostre preferenze, perfino dove ci troviamo in una precisa ora? Controllati in maniera totale, senza più avere un posto nostro, conosciuti da altri meglio ancora di come conosciamo noi stessi?
Come dice Morgan Freeman in un contesto simile presente in Batman – Il Cavaliere Oscuro nel ruolo di Lucius Fox, è troppo potere in una sola persona. Immorale. Spaventoso.
Da dove nasce tale riflessione?
Proprio nel giorno della morte di Steve Jobs m’è capitato di leggere su un giornale un articolo dove due ricercatori Usa lanciavano un allarme secondo il quale cellulari e tablet di Apple tengono traccia degli spostamenti delle persone. Secondo i ricercatori, Iphone e Ipad conservano i dati sensibili dei loro possessori come posizione geografica e siti più visitati in un file chiamato consolidated.db, inviandoli ciclicamente alla casa madre, dove sono inseriti quando sono attivate alcune funzioni dall’apparecchio (es. quelle GPS) che servono a semplificare la vita delle persone, ma che lasciano traccia delle abitudini possedute.
Steve Jobs ha sempre negato questa eventualità, ma al momento non esiste chiarezza, non si ha modo di sapere con certezza che fine fanno le informazioni ottenute con tali tecnologie e come vengono utilizzate.
E’ un modo per sviluppare il merchandaising, per creare un mercato mirato e sempre vivo o si tratta di un sistema per tenere monitorate le persone, travalicando i principi di privacy e libertà? Fino ad allora il dubbio e restare attenti a osservare (magari con un pò di diffidenza per quegli oggetti così utili, ma che non conosciamo completamente) è lecito: l’ignoranza ha sempre qualche sorpresa da mettere in atto e non è mai piacevole.

Cose importanti

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In questi giorni la rete è impegnata a parlare di quanto avvenuto tra Vasco Rossi e Nonciclopedia. Ciascuno ha dato il suo contributo, scegliendo dove schierarsi ed esprimendo la propria opinione: se ne parla ad esempio qui, qui e qui.
Ma come succede spesso in Italia, impegnati a dare grande spazio al gossip, al calcio e alle discussioni politiche che non portano nulla di utile se non a chi è al potere, notizie come quella delle operaie morte nel crollo della palazzina a Barletta passano in secondo piano.
Le ennesime morti bianche.
Morti avvenute perché chi ha costruito l’edificio ha voluto arricchirsi non rispettando le regole, risparmiando sui materiali.
Morti avvenute sul lavoro, un lavoro in nero, dove venivano sfruttate, dove non c’erano diritti, dove c’era solo un misero stipendio, perché si deve pur mangiare, si deve sopravvivere.
Sopravvivere. Non morire.
Quanto sangue deve essere ancora versato per capire che servono diritti e tutele sul posto di lavoro? Quei diritti e quelle tutele che sono state tolti e che è stato permesso che accadesse.
Cosa serve ancora per risvegliare le coscienze? Fatti simili devono essere vissuti di persona, sulla propria pelle, perché si lotti e si difenda la dignità umana?
Non si distolga gli occhi dalle immagini di morte di questa sciagura non casuale, perché tutte le volte che si rinuncia ai diritti per lavorare, per guadagnare, accettando compromessi, svendendosi, perché “se non lo faccio io tanto lo farà un altro”, si mettono le basi per eventi simili, si è collaboratori nella creazione di questo sistema sbagliato.
Non serve a nulla dopo disperarsi e piangere: il passato non può essere modificato, ciò che è perso rimane perso.
E se il presente, figlio del passato, non cambia indirizzo, il futuro non potrà dare frutti migliori, perché il sangue dei padri scorre nelle vene dei figli.

Aggiornamento. “Non mi stento di criminalizzare chi in un momento come questo viola la legge, assicurando, però, lavoro a patto che non si speculi sulla vita delle persone.” Questo l’intervento del sindaco di Barletta che ha scatenato polemiche. Della serie, purché si paghi si può far di tutto; in fondo siamo o non siamo nell’Era dell’Economia e l’unico Dio conosciuto è Mammon, il Dio Soldo? Sempre il sindaco asseriva che “Sarebbe un paradosso se i titolari della maglieria che si trovava nel palazzo crollato, dopo avere perso una figlia e il lavoro, venissero anche denunciati”. Rispetto per il dolore, ma questa non è né pietà né misericordia, è lasciare che la giustizia venga calpestata, che il silenzio cali come se niente fosse, perché si vuol dimenticare quello che è l’errore di molti: nessuno vuole colpe, nessuno vuole responsabilità. Ma la verità è che tanti sono responsabili, tanti hanno avuto parte in questa tragedia.
Ora si vuole dimenticare?
No davvero. Chi ha infranto le regole deve rispondere delle proprie scelte e assumersi la parte che ha avuto in questo incidente. Basta con il subire danni e sberleffi, basta con il passare sopra la legalità e rendere legale l’illegale perché “così fan tutti”.

L'uso dei Nomi in Lontano dalla Terra

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“Chiamare ogni cosa con il suo nome, il suo vero nome.”
E’ una frase del film Into the Wild.
Una frase che dice molto, soprattutto che spinge alla ricerca della verità, della scoperta di se stessi, della vita, soprattutto di far cadere ed eliminare quelle illusioni che edulcorano quello che si chiama “vivere quotidiano”, pieno di violenze, ipocrisie, meschinità. No, non viviamo nel miglior mondo possibile, come riteneva per buona parte delle vicende il protagonista del romanzo di Voltaire, Candido.
Una realtà che ho voluto far presente nel racconto Lontano dalla Terra, utilizzando il senso della frase con il quale inizia questo post. Come già scritto nell’intervento precedente che parlava del racconto, i nomi dei protagonisti (Cavaliere, Strega, Principessa, elfo, gnomo, fauno) richiamano alla memoria gli archetipi e il messaggio che custodiscono (basta il solo nominarli per far riemergere dall’inconscio associazioni a valori e comportamenti): un modo per comunicare diretto, che va dritto al punto.
Ma ci sono modi più sottili, più mascherati per trasmettere significati. Modi che necessitano di chiavi di lettura, di un piccolo frammento di conoscenza.
L’utilizzo di nomi ebraici non è stato casuale e non è stato fatto perché possedevano una certa musicalità.
Enosh è ciò che è transitorio, libero, l’accettare la mutevolezza dell’uomo, l’inizio di una nuova natura che permette di vedere le cose in maniera diversa, liberando dai limiti (tradizioni, regole) che finora hanno condizionato.
Methushalah è il tratto che conduce alla Morte, l’ultimo pezzo di strada dell’esistenza terrena.
Lamekh è il culmine delle brame e delle paure umane di cessare d’esistere, ciò che a un certo punto pone un freno a queste energie perché non facciano arrivare alla dissoluzione: è simbolo dello Stato, con le sue ricchezze e regole, i suoi eserciti, i suoi enti. E’ il Controllo, il Dominatore, ciò che ha potere su molti e schiaccia l’Individuo, creando divisione all’interno dell’uomo in modo da poter crescere senza incontrare ostacoli: una ferita che si allarga deformando la psiche di molti.
Iubal, il lieve fluire di ciò che si trasforma, un riferimento all’intellettualità, alle scienze e alle arti perché sono un continuo evolversi.
Qain e Habhel, sono due elementi complementari della psiche umana, rappresentano il prendere e il dare, l’imparare, il far entrare dentro di sé, e l’insegnare, il condividere con altri ciò che si ha; elementi che dovrebbero vivere in armonia, ma che spesso si trovano in contrasto, creando squilibri e atteggiamenti che portano a tanti eccessi.
Adam e Aishah, non indicano, come la tradizione religiosa insegna, un uomo e una donna, ma sono l’Umanità (ovvero tutti quanti sono nati, nascono e nasceranno nel mondo: un intero costituito da molti che sta a mostrare l’uguaglianza tra gli uomini, andando oltre i concetti di sesso e razza) e l’Anima (un varco per l’umanità che la collega con l’immagine dell’Io, con quanto c’è di superiore: una crescita che sempre supera ciò che si è stati e si è, un continuo divenire).
Hanokh indica una fortificazione, un modo per chiudere e comprimere in se stesso, per proteggere, per consolidare, certo, ma anche per tenere fuori ciò che viene dall’esterno, un simbolo di chiusura; rappresenta la città con le sue barriere (che nel passato erano anche fisiche), con tutti i suoi pro e i suoi contro.
Provando a rileggere il racconto con questa conoscenza, Lontano dalla Terra assumerà un aspetto diverso, acquisendo un significato che scava più in profondità e rimarca lo spirito del testo realizzato.
Chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza di nomi ebraici, consiglio di leggere le opere di Igor Sibaldi, autore la cui opera “La Creazione dell’Universo” è stata di supporto per quanto ho scritto.

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un post esaustivo contro la legge bavaglio voluta dal governo.