L’Uomo ha perso il suo essere, la dimensione in cui vivere.
Sfruttato, calpestato, traviato, venduto. Un continuo lasciarsi andare che si ripete epoca dopo epoca; pochi individui brillano in questo mare d’oscurità di luce vera, luce accesa trovando l’essenza che è dentro di loro.
E’ davvero così difficile scoprirla, ritrovarla? Solo se non lo si vuole.
Appartiene a pochi eletti, a prescelti? E’ una scusa per non assumersi responsabilità personali, per non essere felici: questa luce appartiene a ogni individuo.
Ci sono tanti modi per farla emergere, diversi l’uno dall’altro, ma tutti giusti. Tanti individui hanno mostrato una via da percorrere, sono state da esempio. Esempi, perché il più grande Maestro che si può incontrare è se stessi: perché si possono avere i migliori insegnamenti del mondo, ma se non vengono ascoltati e messi in pratica non servono a nulla. Dipende tutto dall’individuo, ciò che fa della vita che ha ricevuto è sua responsabilità, che sia luce od ombra, imparando a trovare il giusto peso da dare alle cose, a trovare equilibro nel centro dell’Essere.
Se riuscirai a non perdere la testa quando tutti
la perdono intorno a te, dandone a te la colpa;
se riuscirai ad aver fede in te quando tutti dubitano,
e mettendo in conto anche il loro dubitare;
se riuscirai ad attendere senza stancarti nell’attesa,
se, calunniato, non perderai tempo con le calunnie,
o se, odiato, non ti farai prendere dall’odio,
senza apparir però troppo buono o troppo saggio;
se riuscirai a sognare senza che il sogno sia il padrone;
se riuscirai a pensare senza che pensare sia il tuo scopo,
se riuscirai ad affrontare il successo e l’insuccesso
trattando quei due impostori allo stesso modo
se riuscirai ad ascoltare la verità da espressa
distorta da furfanti per intrappolarvi gli ingenui,
o a veder crollare le cose per cui dai la tua vita
e a chinarti per rimetterle insieme con mezzi di ripiego;
se riuscirai ad ammucchiare tutte le tue vincite
e a giocartele in un sol colpo a testa-e-croce,
a perdere e a ricominciar tutto daccapo,
senza mai fiatare e dir nulla delle perdite;
se riuscirai a costringere cuore, nervi e muscoli,
benché sfiniti da un pezzo, a servire ai tuoi scopi,
e a tener duro quando niente più resta in te
tranne la volontà che ingiunge: “tieni duro!”;
se riuscirai a parlare alle folle serbando le tue virtù,
o a passeggiar coi Re e non perdere il tuo fare ordinario;
se né i nemici o i cari amici riusciranno a colpirti,
se tutti contano per te, ma nessuno mai troppo;
se riuscirai a riempire l’attimo inesorabile
e a dar valore ad ognuno dei suoi sessanta secondi,
il mondo sarà tuo allora, con quanto contiene,
e – quel che è più, tu sarai un Uomo, ragazzo mio!
Joseph Rudyard Kipling
Mettersi gioco, per sè e per gli altri: questo è il difficile.
Essere se stessi è il difficile, almeno all’inizio.