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Le Maschere dell'Amore

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In un suo post , Valberici si chiedeva di quali racconti le donne parlassero nel passato. Le ipotesi sono tante: Val suggeriva che fossero storie di vita e non di morte. Penso possa avere ragione. Come gli uomini raccontavano di battaglie, di cacce, tutte cose legate alla morte, mi piace pensare che le donne parlassero d’amore, un sentimento di vita.
A questo pensiero s’è associata una scena del film di Mel Gibson, Braveheart, quando la dama di compagnia parla alla principessa di William Wallace e della sua amata uccisa dagli inglesi. Emblematica è la frase della principessa quando asserisce di non conoscere l’amore; un’ignoranza che la renda infelice.
Quanti possono dire di conoscere l’amore? (Amore vero, non quella parola che tanto spesso si usa senza conoscerne davvero il significato.) Pochi, davvero pochi, dato che spesso lo si confonde con altre cose. Mi viene in mente una storia che lessi tempo fa.

Dio stava creando il mondo e ogni giorno mandava nel mondo cose nuove. Un giorno mandò nel mondo la Bellezza e la Bruttezza. Dal paradiso alla Terra il viaggio è lungo; ed esse arrivarono nelle prime ore del mattino, mentre stava sorgendo il Sole. Atterrarono entrambe accanto a un lago e decisero di fare un bel bagno, poiché i loro corpi e le loro vesti erano impolverati. Non conoscendo le leggi del mondo, che erano appena state create, si spogliarono e si tuffarono nelle fresche acque del lago, completamente nude. Stava sorgendo il Sole e la gente cominciava ad arrivare.
La Bruttezza giocò un tiro birbone alla Bellezza: mentre questa nuotava al largo, tornò a riva, indossò gli abiti sfarzosi e ricchi di ornamenti della Bellezza, poi fuggì. Quando la Bellezza si rese conto che “la gente sta arrivando e io sono nuda”, si guardò intorno… ma i suoi abiti erano spariti. La Bruttezza era fuggita e la Bellezza era in piedi, nuda, accarezzata dal Sole e la folla si stava avvicinando. Non trovando altra sohizione, indossò gli abiti della Bruttezza e andò alla sua ricerca, per fare uno scambio degli abiti.
La storia racconta che la Bellezza sta ancora cercando di trovare la Bruttezza… che è subdola e continua a sfuggirle. La Bruttezza è tuttora rivestita con gli abiti della Bellezza; è mascherata da Bellezza; mentre la Bellezza va in giro indossando gli abiti della Bruttezza.

Quante volte dietro il nome amore si nascondono cose negative: egoismo, possessività, dipendenza.
C’è anche la paura. Sì, la paura un sentimento che domina la nostra epoca e che sta facendo rivivere un nuovo medioevo. Emblematici sono i simboli di quel periodo: i castelli. Fortificazioni per difendersi, per tenere fuori i nemici. Mura erte per proteggersi, che separano, timorosi di essere danneggiati, predati perché si era in un’epoca di barbarie. Un simbolo di chiusura, perché è questo che fa la paura.
I costumi sono cambiati, ma i temi della storia si ripetono: anche se tecnologicamente più progrediti, le barbarie continuano a esistere, solo con una maschera diversa. Muri invisibili si ergono tra le persone, chiuse nel loro piccolo mondo, nel loro egoismo. Sì, la nostra epoca è pervasa dalla paura, stiamo vivendo un altro medioevo.
Di cosa si ha paura?
Possono essere tante cose, ma ogni individuo ne ha una particolare, una personale, quella peggiore, quella più difficile da affrontare.
Qual è?
Nessuno può dirlo, se non il diretto interessato, e può essere fatto solo mettendosi davanti a uno specchio. Questo strumento ora ha perso molto del significato e del potere originario perché ci si sofferma alla superficie, all’aspetto esteriore, ma, come spesso succede quando si parla con qualcuno, non si guarda quanto davvero è importante: gli occhi.
Lo specchio dell’anima, il riflesso dell’interiorità che si possiede.
Che sia propria dell’anima, con le sue luci e ombre, con le sue grandezze e piccolezze, ciò di cui si ha paura?

2 comments to Le Maschere dell’Amore

  • Si, credo proprio che si tratti dell’ “anima”, che metto tra virgolette perchè ha diversi significati ed io prediligo quello materialista che la vede parte della mente umana. 🙂

  • Se ci si mette a parlare dell’anima, non la si finisce più, dato che è infinita, senza origine e senza fine 🙂
    Ci sono tanti modi di pensare, tutti differenti tra loro e tutti validi, se portano a riflettere e meditare. A me piace pensare che l’uomo sia l’unione di corpo, mente e spirito; l’anima fa parte di essi, ma è qualcosa di più, qualcosa legata al tutto, che permea ogni cosa. E noi riusciamo a percepirla solo a sprazzi.
    Come la si voglia chiamare Val, penso che si sia d’accordo su ciò da cui si fugge via: una parte di noi stessi che non è “materialista” 😉

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