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Un mondo solo per donne

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Il rosso, colore simbolo contro la violenza sulle donne«”Caro, dove andremo quest’anno in ferie?”
“Da nessuna parte. Tra il caro bollette, il caro vita, il caro affitti e i tagli allo stipendio, non ci sono soldi per le ferie.”
“Proprio non ci sono soldi…?”
“No. Mica li posso rubare.”
… “Sostegno vittime di violenza? Salve, mio marito non mi rispetta e mi tratta male, potete intervenire? Non ce la faccio più, la mia vita è un inferno…”
Fu così che tante segnalazioni fatte al 1522 (il numero telefonico contro la violenza sulle donne) iniziavano. Così tante che le istituzioni non riuscivano a risolverli; le donne allora decisero di scendere in massa in piazza all’urlo di “Uomo! Bastardo! T’infiliamo nel gnulo il petardo!”, richiedendo una soluzione immediata alle vessazioni maschili che costantemente subivano.
Il governo fece delle proposte ma nessuna soddisfece le donne, che a gran voce richiesero un referendum per l’istituzione di un nuovo corpo di polizia. La loro richiesta passò e così nacquero i Caschi Rosa, un corpo armato in stile polizia morale dell’Iran, i cui membri erano tutte donne e avevano poteri di giudice, giuria e boia, in stile Dredd (un vecchio fumetto che anni prima di quei fatti andava di moda; ci fecero anche due film).
“Mio marito non mi ha fatto ridere ieri sera.” 10 manganellate.
“Mio marito non mi porta fuori a cena tutte le sere.” 30 manganellate
“Il mio fidanzato mi ha chiesto di fare sesso ieri sera, ma io ero stanca perché l’avevo data ai miei amanti in un foursome.” Brutto bastardo! 100 manganellate più sodomizzazione, così impara cosa si prova a prenderlo!
Queste erano solo alcune delle punizioni che gli uomini subivano per le accuse che venivano fatte loro. Ci furono molti morti per punizioni eccessive e furono fatte manifestazioni per questo, facendo notare che si stava facendo la stessa cosa di cui alcuni uomini si erano macchiate, ma furono represse con la forza e i pochi che continuarono a protestare furo messi a tacere.
Le donne non si limitarono a tutto ciò e ottennero la separazione dei sessi: scuole e ospedali per donne. Fu solo l’inizio: avanzando sempre più nei ranghi sociali, ottennero un potere sempre maggiore, arrivando nelle posizioni di comando. Nel lavoro venne dato sempre più spazio alle lavoratrici, mentre gli uomini venivano sempre più relegati a compiti di manovalanza e di scarsa retribuzione; certo questo non valeva per tutti: per i più belli e aitanti c’era un occhio di riguardo, purché, s’intende, fossi disponibili a soddisfare le voglie sessuali delle loro superiori.
Ma tutto ciò non bastava: le donne volevano una rivincità maggiore per tanti anni di sofferenze patite. Dapprima agli uomini fu vietato entrare in certi edifici, poi prendere i mezzi pubblici; poi intere aree gli furono proibite. Qualcuno protestò che si stava facendo come in America a metà del XX secolo con le persone di colore, ma le donne tacciarono le proteste asserendo che quello era un atto di giustizia dovuto; alla fine gli uomini furono costretti a vivere in paesi riservati solo a loro. Ma anche questo però non bastò e gli uomini furono mandati nelle regioni più lontane, così sarebbero state libero per sempre dalla minaccia dell’uomo.
All’inizio, vista la mancanza di manovalanza maschile, ci furono problemi, ma le donne seppero riorganizzarsi e creare una società funzionante: a quelle più avvenenti toccarono ruoli di comando e decisionali, mentre quelle considerate meno belle presero il posto degli uomini nei lavori più umili, quali quelli in fabbrica e di manutenzione.
La felicità della loro libertà dal lato maschile della loro specie non durò però molto, dato che la biologia della loro natura le spingeva ad avere voglia di fare dei figli. E soprattutto per uomini belli e aitanti, ma anche per chi aveva spiccate abilità, fu una fortuna, perché le donne erano disposte a pagare qualsiasi cifra per farsi dare il seme più promettente; sorse così il business dello spermatozoo, uno dei più fiorenti mai visti nella storia dell’uomo. Per il seme dei maschi migliori si creavano vere e proprie aste, dove le cifre raggiungevano vette monetarie mai viste. Questo logicamente valeva solo per le donne più ricche; per le altre c’erano i discount dello sperma, dove si poteva trovare il seme di uomini comuni.
Senza rendersene conto, le donne avevano ricreato la stessa società maschile che tanto avevano odiato, fatta di privilegi e preferenze, di differenze sociali, ma che importava? Erano libere, erano al sicuro dal maschio prevaricatore.
Ma anche se gli uomini erano stati tolti di mezzo, la violenza non era finita, perché la violenza non ha nè sesso nè età nè ragione sociale: appartiene alla razza umana. Dopo un periodo di apparente tranquillità, l’aggressività era tornata a mostrare il suo volto e aveva bisogno di trovare sfogo di nuovo; le prime a darvi il via furono le donne più prepotenti e dominanti, che armate di megadildi dalla testa rotante presero ad abusare delle sottoposte, arrivando a giochi sempre più sadici dove si usavano fruste e corde. Le sottoposte a loro volta fecero lo stesso con chi stava sotto di loro, ripetendo il copione del potente che calpesta il più debole, proprio come gli uomini facevano con loro. Il vento fa il suo giro e cose che erano state, tornarono a essere come prima, con una storia già vista che ricomincia da capo, vestita in modo differente, ma sempre con le sue parti oscure.»
Il vecchio trasse un lungo respiro, appoggiandosi allo schienale della sedia, fissando negli occhi il bambino che lo guardava dall’altra parte del tavolo. «Ed è qua la risposta alla tua domanda del perché dove noi abitiamo tu non hai mai visto dal vivo una donna.»

Raccontino provocatorio scritto in risposta all’additare il maschio umano come unico problema della violenza sulle donne e alle tante iniziative sorte in questi giorni riguardo la questione. Come già detto in precedenza, la violenza non ha nè sesso nè età nè ragione sociale: se non si capisce ciò, il problema non verrà risolto, si avrà soltanto una risoluzione parziale, tampone, momentanea, che in apparenza farà andare meglio le cose per un poco. Ma la violenza riemergerà, sotto altri aspetti, e solo intervenendo su un’educazione che riguarda tutti, la si potrà limitare per davvero (probabilmente non è possibile debellerla del tutto, perché essa fa parte della natura umana).
Inoltre, tutto quello che si sta vedendo a seguito dell’omicidio di Giulia Cecchettin è una grave mancanza mancanza di rispetto verso tutte le altre donne uccise: la loro vita valeva meno di quella di Giulia? Meritavano di vivere meno di questa ragazza? Una vita tolta è sempre un atto grave, non c’è chi merita più attenzione e chi meno.
Convenuto su questo, ci si chiede perché questo omicidio ha così tanta attenzione, soprattutto adesso, specie dal governo. Di solito, quando questo accade, è perché si sta cercando di distogliere l’attenzione. Ma da cosa?

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