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Le violenze sulle donne

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In Italia, purtroppo sono tante le derive che stanno prendendo sempre più piede: razzismo, populismo, prepotenza, prevaricazione. Tutte dovute a una mentalità sbagliata, fatta di pregiudizi e ignoranza.
Una mentalità che si dimostra sempre più preoccupante quando si parla della violenza sulle donne.
E’ di qualche giorno fa il sondaggio che mostra cosa ne pensa parte della popolazione su tale questione. Le risposte avute e soprattutto le percentuali raggiunte sono allarmanti.
Per il 39,3% degli italiani una donna è in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole. Il 23,9% pensa che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire. Il 15,1%, è dell’opinione che una donna che subisce violenza quando è ubriaca o sotto l’effetto di droghe sia almeno in parte responsabile. Il 6,2% della popolazione è convinto che “le donne serie” non vengono violentate. Il 7,4% ritiene accettabile sempre o in alcune circostanze che un ragazzo schiaffeggi la sua fidanzata perché ha civettato o flirtato con un altro uomo; il 6,2% che in una coppia ci scappi uno schiaffo ogni tanto. Il 18% ritiene accettabile sempre o in alcune circostanze che un uomo controlli abitualmente il cellulare della propria moglie o compagna. L’1,9% della popolazione è convinto che non si tratti di violenza se un uomo obbliga la propria moglie o compagna ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà.
Simili risposte sono aberranti.
Molte persone hanno una mentalità distorta che fa molto preoccupare, per non dire che certi discorsi fanno accapponare la pelle. Sentire dire che una donna che porta i pantaloni non può essere violentata, mentre una che porta la gonna se la va cercando e che è proprio quella che vuole, è una cosa che fa ribrezzo, e non importa se a dirlo è un uomo, una donna, un giovane o un vecchio: è qualcosa di sbagliato sempre e comunque.
Siamo negli anni duemila ma sembra di essere indietro di secoli possedendo una simile mentalità. Le donne devono sottostare all’uomo, devono stare in casa a badare i figli, devono vestire in una certa maniera. Questa è una mentalità malata.
Le donne non sono proprietà di nessuno. Non sono oggetti. Non sono inferiori.
Eppure questi tre semplici concetti sono duri da concepire per una fetta della popolazione italiana.
La donna viene vista come appendice dell’uomo, un essere al suo servizio, un pezzo di carne che deve sollazzare l’uomo, non importa se vuole o non vuole, nient’altro che un mezzo di piacere personale. Non si tiene che prima di tutto la donna è un individuo con esigenze, sogni, aspettative.
Il corpo delle donne di Lorella ZanardoPurtroppo viviamo in una società dove le donne sono viste come una merce da esibire, da guardare, di cui godere; corpi da ammirare, da usare, come purtroppo i media mostrano da anni. Soprattutto la televisione e i social danno un messaggio sbagliato con donne che si mostrano in abiti succinti o seminudue (quando non nude) per avere un gran numero di fan (o followers, come si chiamano adesso). Un bisogno di apprezzamento per sapere di valere, di essere qualcuno; un avere bisogno di un potere che ha potere su gli altri. La donna che neccesita di essere guardata, ammirata è un messaggio sbagliato perché si ferma solo all’apparenza, al corpo. Ma una donna è molto più di questo: è un mondo di pensieri, di idee, di sentimenti che va rispettato. Ma per essere rispettato occorre prima avere rispetto per se stessi, non ci si deve vendere per far piacere gli altri, per ottenere successo. Occorre dignità, da tutte le parti. Bisogna cambiare assolutamente mentalità e perché questo avvenga occorre innanzitutto debellare l’ignoranza ed educare a essere più consapevoli di sè e degli altri.
In primis lo devono fare gli uomini, perché devono imparare a controllare i propri istinti, a capire che non possono fare tutto quello che vogliono. Occorre che imparino che le donne non sono oggetti di sua proprietà, che non debbono sentirsi superiori a loro. Devono imparare a gestire la propria rabbia e non usare le donne (ma anche i bambini) come mezzo per scarirare le proprie frustrazioni e i propri fallimenti (una violenza che non è solo fisica, ma anche verbale).
Non si devono più sentire certi ragionamenti dove le donne, dopo essere state vittime, passano anche per carnefici. “Aveva la minigonna, aveva una maglietta un po’ scollata, quindi è colpa sua se le è capitato di essere violentata.” E’ colpa sua se non ha incontrato un uomo ma una bestia che non riesce a trattenersi? E’ colpa sua se la natura le ha donato un bel corpo e il cosidetto uomo ha ben pensato di averlo per sè a tutti i costi, poco importa se con il suo gesto le rovinava per sempre la vita?
E’ tempo di finirla di scaricare la colpa sulle vittime, di prendersi le responsabilità e vedere le cose come stanno. Ignoranza, mancanza di consapevolezza, mancanza di dignità, violenza: sono tutti elementi correlati che portano solo rovina e sofferenza.
E’ tempo di vedere le donne per quello che sono realmente; non i falsi modelli imposti dalla tv, non le idee sbagliate che ci si tramanda da tempo, ma persone con diritti e dignità che vanno rispettati, sempre e comunque. Occorre rifiutare questi  esempi che vengono imposti, perché anche essi sono violenza, dato che sono uno stravolgere la natura personale. Per questo sarebbe bene cominciare a non essere più condizionati da certi copioni, come ben mostrato dal documentario realizzato da Lorella Zanardo; si suggerisce anche la lettura dell’omonimo libro, Il corpo delle donne, sempre realizzato da Lorella Zanardo per capire come funzionano certi meccanismi e cominciare a metterci un freno.

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