Cosa dire di Tress del Mare Smeraldo? Partiamo dalla postfazione di Brandon Sanderson, dove racconta la genesi del romanzo, avvenuta durante il lockdown del Covid, subito dopo aver fatto vedere il film La storia fantastica (tratto dall’omonimo libro scritto di Williamm Goldman, conosciuto anche come La principessa sposa) alla sua famiglia; c’è da dire che l’idea non è nata proprio proprio dopo la visione della pellicola, dato che Sanderson aveva già in mente di scrivere un romanzo narrato dalla voce di Hoid (personaggio ricorrente nelle sue opere), in preparazione di un lavoro che parlasse proprio di questa figura. Sanderson voleva scrivere qualcosa sullo stile di Il cane e il drago (una storia narrata da Hoid a Kaladin in Il ritmo della guerra, quarto volume di Le Cronache della Folgoluce), una sorta di fiaba per adulti. Ed è qui che si capisce perché lo scrittore ha pensato a La storia fantastica, ma prima di continuare è bene fare un breve sunto delle vicende di questa storia (si prendono in considerazione quelle viste nel film), raccontata da un nonno al nipote malato. La giovane Bottondoro s’innamora del garzone Wesley; la loro sembra un’unione felice ma il ragzzo muore per mano del pirata Roberts dopo essera andato in mare in cerca di fortuna. Passa il tempo e Bottondoro decide di sposare il principe Humperdinck, che non ha buone intenzioni; infatti, il principe fa rapire la sua promessa sposa da un trio di banditi (la mente del gruppo Vizzini, il gigantesco Fezzik e lo spadaccino Inigo Montoya) così da dare la colpa del gesto ai suoi rivali e muovergli guerra. Non ha fatto i conti però col pirata Roberts, che prima batte in un duello di spada Montoya, poi mette al tappeto Fezzik e infine supera in astuzia Vizzini. Bottondoro non è felice di essere stata liberata da lui, reputandolo responsabile della morte dell’amato ma, con sua grande sorpresa, il pirata si rivela essere Wesley, risparmiato e col tempo divenuto lui stesso il temuto Roberts. Le cose però non si mettono bene per i due, dato che il principe non si dà per vinto e li cattura; nonostante tutto volga al peggio, Wesley trova in Fezzik e Montoya due alleati, che lo aiutano a salvare la principessa e a sconfiggere il principe.
Sanderson era stato entusiasta di questo storia, salvo un piccolo neo: la principessa non fa nulla, viene salvata e basta. La moglie convenne con lui, mettendogli la pulce nell’orecchio: cosa sarebbe accaduto se Bottondoro fosse partita alla ricerca di Wesley, non dandolo per morto?
Ed è su queste note che nasce Tress del Mare Smeraldo. Tress è una ragazza normale, senza grandi particolarità, salvo quella di riflettere molto e non voler essere di disturbo al prossimo (due elementi rari di questi tempi…), oltre ad avere una passione per le tazze, che colleziona. Vive su un’isola non proprio bella (anzi, per niente; non è un caso che venga soprannonimata la Roccia) e ha un caro amico, Charlie, che fa il giardiniere (si fa passare come tale, in realtà però non lo è: è il figlio del duca che regge l’isola). L’amicizia tra i due è diventata col tempo più forte, ma lei si rende conto dei suoi sentimenti solo quando Charlie sta per essere mandato a prendere moglie tra le figlie degli altri nobili; Charlie però fa di tutto per non sposarsi e restare fedele alla promessa che le ha fatto. E ci riesce così bene che il re decide di mandarlo dalla temibile Fattucchiera per contenere la sua minaccia (si sperava che la sposasse, ma era una speranza vana; in realtà, volevano toglierselo di torno): Charlie però viene catturato e la Fattucchiera ne chiede il riscatto, che nessuno però paga.
Tress, dopo aver ponderato a lungo, decide di andarlo a salvare. Riesce a lasciare l’isola (solo ai nobili era concesso farlo) imbarcandosi con un inganno su una nave, ma subito la nave viene attaccata dai pirati, che la prendono a bordo come sguattera (anche se il capitano Gazza avrebbe voluto lasciarla morire).
Fino a quanto raccontato sembra di vedere La storia fantastica come l’avrebbe voluta Sanderson: il personaggio femminile che non è passivo ma attivo, anzi, è il protagonista (come piace a tante storie odierne), cosa non certo una novità per Sanderson che ha descritto nei suoi vari romanzi donne di carattere, forti, seppur con le loro debolezze, i loro dubbi. Ma ecco che entra in gioco la capacità dello scrittore americano di creare mondi particolari: il mondo di Tress è composto di dodici mari, ma i mari non sono composti d’acqua, bensì di spore che cadono da dodici lune che gravitano attorno al pianeta. Ogni tipo di spora ha delle proprietà, se viene bagnato da un liquido (acqua, sudore, sangue): le spore verdi, quelle del mare dove si trova l’isola di Tress, fanno crescere rampicanti; quelle del mare di zaffiro creano esplosioni; quelle del mare rubino creano lastre di pietra rosa-rossastro simili a cristallo opaco; poi ci sono quelle del mare cremisi che generano aculei capaci di trafiggere qualunque cosa. E infine quelle del mare più temuto, quelle del mare di Mezzanotte, dove vive la Fattucchiera, capaci di dare vita a creature quasi senzienti che, inutile dirlo, sono al servizio della donna che Tress vuole andare ad affrontare.
Le cose non sono facili per la ragazza, ma grazie all’aiuto di Huck, un ratto parlante, e al saper farsi ben volere da alcuni membri della ciurma, l’impresa che all’apparenza sembrava impossibile un passo alla volta comincia a non sembrarlo più, specialmente quando Tress iniza a parlare con Hoid, mozzo sulla nave pirata e maledetto dalla Fattucchiera, regredito praticamente a scemo del villaggio (chi ha letto altri libri di Sanderson sa qual è il suo livello). Non si aggiunge altro sulla storia, salvo che è bello vedere che oltre Hoid c’è un altro personaggio proveniente da un altro mondo di Sanderson, quello dei Mistoborn.
Tress del Mare Smeraldo è una piacevolessima storia narrata dal punto di vista di Hoid, che fa da narratore; una storia di pirati (ma non pirati sanguinari, salvo il capitano Gazza), ma anche una storia di crescita non solo di Tress ma anche di altri personaggi come Ann, Charlie. Una storia buona, che mostra come chiunque abbia le risorse in sé per superare le difficoltà, ma che mostra pure però che alle volte si deve avere anche l’aiuto degli altri per andare avanti, con il saper creare legami che è importante quanto il sapersela cavare da soli. Conoscendo Sanderson qualche sorpresa viene un po’ meno (si era già cominciato a sospettare che Huck non la raccontasse giusta da quando Hoid aveva dato una certa dritta), ma questo non rovina il finale e nemmeno l’andamento dell’avventura che appassiona senza mai stancare. Bello bello: Sanderson ha fatto ancora centro.
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