L’uomo nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì.
Così nel 1982 Stephen King in L’Ultimo Cavaliere (The Gunslinger) cominciava a narrare le vicende di Roland, ultimo erede di Gilead, una sorta di nuova incarnazione degli antichi cavalieri dediti alla ricerca del Graal, solo che in questo caso l’obiettivo da raggiungere è la Torre Nera, ragione di vita e ossessione del pistolero (a cui lo scrittore americano per la sua creazione si è ispirato al Cavaliere senza Nome interpretato da Clint Eastwood), oltre che punto di snodo dell’universo.
Sono trascorsi più di venti anni prima che questa lunga storia giungesse a conclusione con l’ultimo capitolo della serie, La Torre Nera (2004), una saga ispirata, oltre al cinema, ai poemi Childe Roland alla Torre Nera giunse di Robert Browning e The Waste Land di Thomas Stearns Eliot, ma che attinge anche dalle altre opere che l’autore ha realizzato, come se fosse il punto focale che raccoglie tutto: da Le Notti di Salem a Desperation, da L’Ombra dello Scorpione e Gli occhi del drago a La casa del buio e Cuori in Atlantide.
Una serie che può essere definita la magnum opus di King, che ha dato tanto ma che ha ancora tanto da dire, visto che a novembre di quest’anno sarà pubblicato un altro capitolo, La Leggenda del vento, che si colloca cronologicamente tra La sfera del buio e I lupi del Calla dove Roland narra al suo ka-tet due storie che gettano una nuova luce sul suo turbolento passato. Passato che viene ben mostrato nella serie a fumetti edita in Italia dalla Sperling&Kupfer, che ha raggiunto i sette volumi pubblicati, l’ultimo dei quali è Torre Nera: L’Ultimo Cavaliere – Le Piccole Sorelle di Eluria che ho recensito per Fantasy Magazine: una graphic novel ottimamente realizzata dove si scoprono le esperienze che hanno reso Roland come lo si è conosciuto fin dalla sua prima apparizione nel cartaceo e che, se fino al sesto volume, Il viaggio comincia, approfondiva la storia di Roland seguendo accenni che il pistolero aveva dato al suo ka-tet lungo il viaggio per la Torre, in quest’ultima storia viene svelata un’avventura nuova ispirata dal romanzo fantasy Il Talismano scritto assieme all’amico Peter Straub, in special modo dalla visione familiare evocata dalla splendida dimora della Regina Laura nei Territori; come scrive Robin Furth nell’introduzione al primo volume di Dark Tower: a Concordance, la storia di Roland non è un semplice racconto d’avventura, ma un pellegrinaggio attraverso le rovine del Medio-Mondo che riecheggiano costantemente di miti e narrazioni della nostra comune eredità culturale, dove, in questo caso, il pistolero incarna il mortale costretto a varcare le porte dell’Oltretomba. Un capitolo che mostra come perdita e solitudine saranno le assidue compagne di un uomo costantemente in cerca, che può conoscere pace e riposo solo per brevi istanti nella propria vita.
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