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Piccole Soddisfazioni

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“Che cos’è quello che più cerchiamo? Che cos’è quello che ciascuno di noi vuole? Sicuramente è importante scoprirlo. Probabilmente la maggior parte di noi cerca qualche genere di felicità, qualche genere di pace; in un mondo sconvolto dai tormenti, dalle guerre, dalle contese, dalla lotta, vogliamo un rifugio dove ci possa essere pace. Penso che sia quello che la maggior parte di noi vuole. Così ci mettiamo al seguito di qualcuno, passiamo da un leader all’altro, da un’organizzazione religiosa all’altra, da un maestro a un altro.
Ora, noi cerchiamo la felicità oppure cerchiamo una gratificazione di qualche tipo, dalla quale speriamo di derivare la felicità? C’è differenza tra felicità e gratificazione. Si può cercare la felicità? Forse si può trovare gratificazione ma sicuramente non si può trovare felicità. La felicità è derivata; è un sottoprodotto di qualcos’altro. Allora, prima di mettere le nostre menti e i nostri cuori su qualcosa che richiede una grande dose di onestà, attenzione, pensiero e cura, non dobbiamo forse scoprire che cos’è che stiamo cercando, se la felicità o la gratificazione? Temo che i più stiano cercando la gratificazione. Vogliamo essere gratificati, alla fine della nostra ricerca vogliamo trovare un senso di pienezza.”

Queste sono le prime righe di La ricerca della felicità di Krishnamurti, riflessioni che sono iniziatiche di una presa di consapevolezza di sè, della vita, di che cosa si cerca in essa. In fondo quello dell’uomo è sempre stato un continuo viaggio, un continuo inizio di qualcosa di nuovo e non c’è mai una vera fine, una meta cui arrivare.
Quello che spesso gli individui non riescono a cogliere è che ciò che conta di più non è tanto l’inizio o la fine, quanto il cammino che si conduce, il viaggio e ciò che in esso s’incontra.
Una vita è meritevole d’essere vissuta più che per raggiungere un obiettivo (se ci si fa caso, spesso, quando questo avviene, ci si sente svuotati perché si è perso lo scopo, la meta che era divenuto il fulcro della vita), per il saper cogliere quanto l’esistenza ha da proporre giorno per giorno. Spesso non ci si accorge di questo perché troppo concentrati (o distratti) su altre cose, su se stessi, e si pensa che ci sia solo povertà quando invece per rendere ricca la vita basterebbe veramente poco, basterebbe accorgersi di ciò che si ha intorno, aprire gli occhi: l’incontro con una persona, un paesaggio, un libro. Tante piccoli fatti piacevoli che rendono l’esistenza più luminosa.
Dal canto mio, in questi giorni una piccola soddisfazione l’ho avuta, ancora migliore dato che non l’ho cercata: fa piacere ricevere la richiesta d’essere menzionati sul sito ufficiale di Guy Gavriel Kay l’articolo che avevo scritto sulla trilogia di Fionavar (lo si può vedere in questa pagina del sito dell’autore canadese).
Certo, non è un fatto che cambia la vita, ma la rende un pò migliore, dato che è una soddisfazione ricevere un apprezzamento da chi si è apprezzato.

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