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Sulla pornografia

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Adriana Chechik, l'attrice hard che ha avuto seri problemi fisici a causa del suo lavoro nella pornografia

Photo by Glenn Francis/www.PacificProDigital.com

Qualche tempo fa, ho letto un paio di articoli che Bruno Bacelli ha scritto riguardo la pornografia partendo dalla lettura di due libri sull’argometno, L’Ideologia del Godimento (Fabrizio Fratus e Paolo Cioni) e Your Brain on Porn (Gary Wilson); poi mi è capitato di vedere un video sempre sullo stesso argomento, Ecco come i porno ti distruggono il Cervello. Il discorso fatto da Bruno è più approfondito, quello di Marco Tomasin è più accennato, ma entrambi si basano sullo stesso concetto: la pornografia è una problematica. Una problematica diffusa, ma di cui si parla poco e che specie in Italia sembra essere quasi tabù. Tale fenomeno è già preoccupante quando va a colpire gli adulti (come con gioco, droghe e alcol, si può arrivare a parlare di dipendenza da sesso, al punto che sono nati centri per disintossicarsi: la sessualità è qualcosa di naturale, ma se la si vive in modo inappropriato, se diventa ossessione, allora occorre intervenire, come successo a figure note del mondo dello spettacolo come Michael Douglas, Ben Affleck, Rocco Siffredi), ma lo diventa ancora di più quando si tratta di adolescenti.
La pornografia c’è sempre stata, quello che però è cambiato negli ultimi anni è stata la sua fruibilità: se prima per un ragazzino era più complicato trovare materiale pornografico (riviste, videocassette, dvd), ora con uno smartphone e una connessione a internet si può avere una quantità illimitata di contenuti pornografici. E spesso non c’è bisogno neanche di andare su siti pornografici, vista la mercificazione che viene fatta del corpo umano, soprattutto quello femminile: per avere like, per avere visibilità, per essere più seguiti, ci si mette in mostra in modo molto esplicito (basta vedere le pagine dei social di influencer o figure note, come per esempio quella di Wanda Nara: una visibilità nata non certo per capacità intellettuali, ma per la mostra che si fa del corpo).
Non si fanno moralismi e non ci si scandalizza certo se si guarda un bel corpo: a tutti fa piacere vederlo e questo riguarda sia uomini sia donne. A tanti è capitato di soffermarsi a osservare un corpo in costume in piscina o al mare (e finché ci si limita a questo va tutto bene; non va per niente bene se invece si va oltre e si commettono dei crimini, come spesso succede, ma di quello che scatta in certi casi se ne parlerà fra poco). Il problema sorge quando diventa una continua ricerca di stimoli per avere questa gratificazione, questo piacere: in questo caso si può parlare di disturbo, che può divenire ossessione e patologia. E il problema diventa ancora più grande se a esserne colpiti sono degli adolescenti, maggiormente influenzabili, dato che la loro psiche e il loro cervello sono in fase di sviluppo, e non hanno ancora quei meccanismi di difesa che dovrebbero svilupparsi con l’età adulta: sono come delle spugne che assorbono tutto quello che incontrano. E in certi casi, come questo, non è certo un bene, dato che assorbono insegnamenti sbagliati che portano a comportamenti sbagliati, deleteri per se stessi e per gli altri.
Uno degli effetti negativi della pornografia è che allontana dalla realtà (cercando di sorridere un poco, viene in mente una puntata della serie Friends, quando Joey e Chandler si ritrovano per caso a prendere sulla loro tv un canale pornografico e si meravigliano che nella realtà le donne che incontrano non si comportano come in quei film) e per gli adolescenti è un grosso problema, dato che in certi casi si arriva a pensare che quello che vedono faccia parte della normalità; viene da domandarsi se tanti casi di violenza commessi da giovani siano dovuti proprio a questa mancanza di distinguere da ciò che è reale da ciò che è finzione. E si nota anche come senza un’educazione adeguata i ragazzi pensano che si possa avere tutto quello che vogliono, trovandosi poi destabilizzati quando nella vita reale ciò non avviene; non abituati ad avere dei paletti, ad avere dei no, se non ottengono quello che vogliono, allora se lo prendono con la forza, arrivando anche a punte di violenze estreme come purtroppo si sente nei notiziari.
La pornografia, occorre ribadirlo, è proprio questo: una finzione, che spesso non trova riscontro nella realtà. Si tratta di uno spettacolo, di una forma d’intrattenimento (un po’ particolare e che non dovrebbe essere per tutti) fatta per essere seguita dal maggior numero di persone, che però può portare a fare danni se non si è consapevoli di cosa si sta guardando, che nell’atto sessuale sono coinvolte persone che hanno sentimenti e che non è semplicemente un’attività fisica che non lascia conseguenze. Si pensa che sia solo un divertimento, un passatempo, dimenticandosi che avendo a che fare con un’altra persona, se le cose sono fatte in una maniera distorta, possono esserci degli strascichi, possono rimanere dei segni emotivi non da poco.
Vedendo spettacoli porno, tanti pensano che sia un bel divertimento, ma non è tutto rosa e fiori; si sentono commenti in cui si dice che fare l’attrice o l’attore porno sia uno spasso, il lavoro più bello del mondo, ma non si prende in considerazione quanto torbido possa essere, quanto fango possa esserci in un simile ambiente, e non si pensa che per avere i fisici che si vedono nello schermo occorrono ore di palestra. Non è un caso poi che siano sorte associazioni di supporto psicologico per chi lavora in questo mondo, visto che per accontentare un pubblico sempre più esigente si arrivino a fare cose che mettono a dura prova la propria psiche.
Il problema con le dipendenze è proprio questo: con l’andare del tempo, quello che dava piacere comincia a perdere efficacia e si cercano nuovi stimoli, si cerca qualcosa che faccia provare di più, spingendosi verso gli estremi. La pornografia non scampa a tutto ciò: il mostrare il normale atto sessuale con il tempo non è più bastato e così ci si è spinti a filmare orge, pratiche bdsm, umiliazioni e torture più spinte (quando gli attori del porno, per fare il loro mestiere, hanno conseguenze fisiche, si capisce che non si è più davanti a qualcosa di normale). Il puntare a ricercare e mostrare cose sempre più estreme fa fare un’analogia con il film horror Hellraiser di Clive Barker, dove la ricerca di nuovi piaceri porta un personaggio a sconfinare in una dimensione infernale. Un’analogia che non è neanche tanto forzata, dato che ci si trova davanti a cose che di piacevole hanno ben poco, mentre hanno tanto di orrore e angoscia.
Trovare una risoluzione al problema è cosa lunga e forse non la si risolverà mai a livello globale (a livello personale, invece, ci si può riuscire benissimo, se si ha la volontà di farlo), ma una cosa è sicura: occorre tornare a seguire i ragazzi ed educarli in modo consapevole, in modo che non vengano danneggiati dall’abuso della pornografia e soprattutto dall’abuso della rete, visto la gran dipendenza che sta sviluppando nei giovani.

2 comments to Sulla pornografia

  • Premetto che mi fa piacere quando i miei articoli vengono seguiti e generano un interesse o una reazione.
    Una osservazione la vorrei fare sul video che hai linkato: all’inizio del video c’è il paragone tra il tizio che guarda i video porno e quello che non lo fa, e ha tutte le ragazze che gli corrono dietro. Questo è ridicolo e fuorviante, non è un modo serio di approcciare questo discorso. Se fosse così semplice, la pornografia non interesserebbe a nessuno. Il video si riprende un po’ nel prosieguo.

    Nel tuo post tocchi un altro tema che io ho trascurato: cosa succede a chi la pornografia la produce stando davanti alla telecamera. Se si va a leggere l’elenco degli attori/attrici porno e la fine che hanno fatto, si può avere una esperienza impressionante. Morti giovani, spesso; morti male, spessissimo. Droga, incidenti stradali e altri eventi mortali dovuti a una vita incauta, omicidi, suicidi. Oggi forse sta cambiando (sembra che chiunque possa aprire un onlyfans e fare un po’ di soldi senza grosse preoccupazioni) ma, almeno fino a qualche anno fa, fare quel “mestiere” era come infilarsi in un ghetto.

    • Sì, il video accentua alcuni aspetti (diciamo che li esagera pure: l’autoerotismo cinque volte al giorno, per un uomo, anche se giovane, lo vedo alquanto difficile). Certo il seguire in maniera ossessiva il porno non aiuta l’autostima e fa rinchiudere in se stessi, ma non è vero che il contrario (non avere a che fare col porno) aiuti ad avere successo con l’altro sesso: ci sono tanti altri fattori di cui tenere conto.

      Il mondo del porno ha tanti aspetti oscuri che spesso non si conoscono, o si fa finta di non conoscere. C’è stata (e c’è ancora) l’ombra dell’AIDS su chi lavorava nel mondo della pornografia, anche se per chi è in questo settore ci sono controlli medici; oggi ci sono medicine contro l’HIV, ma quando cominciò a diffondersi, era una sentenza di morte, basti pensare a quanto accaduto a John Holmes (hanno fatto anche un film sulla sua vita).
      Decisamente il mondo del porno non è come tanti pensavo.

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