Sogniamo il futuro e il futuro non c’è ancora.
Speriamo nel futuro, ma è solo un’intenzione.
Attendiamo il richiamo, ma non prestiamo ascolto.
Sfuggiamo alla battaglia, quando invece dovremmo combattere.
Sogniamo la gloria, anche se non la desideriamo.
Sogniamo un giorno nuovo e quel giorno è già arrivato e noi non lo viviamo.
Sogniamo la saggezza che eludiamo ogni giorno.
Preghiamo un salvatore, senza sapere che la salvezza dipende da noi.
Tutto quello che sappiamo fare
è essere immersi nel sonno della mente,
continuando a dormire,
senza volerci svegliare.
Sogneremmo anche il riscatto
un Paese giusto e bello,
però poi sembra sia matto
chi ci rischia anche un capello
Intanto si potrebbe cominciare non dando più seguito a chi prende in giro e mettersi a ragionare con la propria testa e non con quella di chi si definisce “guida”: sarebbe già un passo avanti.
“Ma pensare è complicato
fa sudare la Ragione!”
pensa il popolo intruppato
con la guida di un cogl****
E’ questo uno dei problemi del presente: scegliere la via veloce e facile, adeguarsi e voler far parte di gruppi per non sentirsi giudicati e messi da parte, anche se è sbagliato.
Fa pensare il fatto che non si faccia nulla se tolgono diritti sul lavoro, accettando questo come se fosse una cosa normale, al massimo brontolando con una scrollata di spalle “tanto che ci si può fare”, mentre ci si mobilita in massa per difendere il “diritto” d’insultare in ogni modo allo stadio.
La più grande vittoria è stato convincere la gente che non può opporsi
La gente lo ha permesso: senza consenso, nessuno ha potere.