La scrittura nel corso del tempo è mutata, seguendo l’evoluzione dell’uomo. Dai disegni sulle pareti delle grotte si è passati all’uso di caratteri cuneiformi, ai geroglifici, agli alfabeti composti di lettere.
Anche le tipologie di storie sono cambiate. Dagli dei ed eroi greci, si è passati ai cavalieri e ai re del periodo medievale, fino ad arrivare agli uomini di scienza: ogni epoca, con la sua tipologia di pensiero dominante, ha influenzato le opere scritte divenute maggiormente famose.
Ecco l’incipit dell’articolo realizzato per FM, dove sono riportate osservazioni sulle attuali pubblicazioni in ambito fantasy.
Tipologie di storie raccontate, stile: molte cose sono cambiate. Quando si pensa al cambiamento si pensa che sia in meglio, sia un’evoluzione, ma non sempre è così e questi tempi lo hanno dimostrato. Per il consumismo, per la maggior commercialità e quindi il maggior guadagno, per la fretta di coprire fette di mercato e accaparrare più profitto possibile non si è data attenzione alla sostanza, alla qualità.
Se a questo si aggiunge l’influenza nello scrivere e creare storie che hanno trasmissioni televisive, social network, salta fuori il quadro attuale. E non si può certo dire che sia un quadro soddisfacente.
Il fantasy è stato ristretto nelle categorie ben standardizzate che oggi possono piacere a un pubblico di massa. Scrivere altro è possibile, ma venderlo? Chi vuole essere diverso rischia il ruolo del predicatore nel deserto.
Comunque perfino in Italia ci sono scrittori che hanno avuto successo (relativamente parlando) mantenendo una personalità. Il Dimitri di Pan o Francesco Barbi, ad esempio.
Solo che con questa commercialità si sta saturando il mercato, soffocandolo.