Spesso le apparenze possono ingannare, una bella facciata può portare a fare delle scelte, a dare dei giudizi superficiali. Certo, un aspetto gradevole invoglia ad avvicinarsi e magari a preferire un prodotto rispetto a un altro: può succedere con un libro dalla bella copertina, ma con un contenuto scarso o inesistente e uno stile discutibile, con un’auto sfavillante, ma che dà poca affidabilità alla guida e sicurezza.
Sepolcri imbiancati, direbbe Gesù.
Certo il suo discorso era rivolto ai farisei e a tutte quelle persone che davano estrema importanza alle regole e alla tradizione piuttosto che ciò che contava realmente, l’uomo e la vita. Ma si può applicare in qualsiasi ambito che dà estrema rilevanza all’apparenza invece che alla sostanza: politica e media italiani, riviste, atteggiamenti, alimentazione.
Sì, anche alimentazione.
Spesso ci si lascia attirare dalla confezione, dalla pubblicità, senza soffermarsi a guardare la convenienza, ma soprattutto a riflettere sulla lavorazione che c’è dietro al prodotto: quale sostanze vengono usate, le condizioni di lavoro dei dipendenti delle case produttrici, come queste si procurano le materie prime per realizzare il prodotto.
I fattori da prendere in considerazione sono tanti. Un esempio è quello di Macdonald’s1 e Macdonald’s2.
Ancora una volta dalla conoscenza potere e possibilità di cambiare il mondo che ci circonda. Perché il cambiamento inizia sempre dalle scelte dei singoli.
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