
Il referendum dell’8 e 9 giugno è stata una sconfitta dei lavoratori. Una sconfitta che si sono cercata e creata con le proprie mani, perché in tanti, troppi, non sono andati a votare. Un grosso errore quello di non presentarsi alle urne perché si aveva la possibilità di cambiare leggi ingiuste, leggi che favoriscono datori di lavoro e che naturalmente vanno a influire in negativo sulle condizioni dei lavoratori. Il referendum è uno dei pochi mezzi che le persone hanno a disposizione per far sentire la loro voce, per poter dire cosa ne pensano di temi che li toccano diversamente, e per questo va sfruttato. Purtroppo così non è stato ed è qualcosa che oltre a far molto riflettere su cosa sono diventati gli italiani, fa molto arrabbiare; è comprensibile che si decida di non andare a votare alle politiche perché si ha a che fare con una classe politica mediocre, dove, se si va a votere, si cerca di votare il meno peggio, ma non votare a un referendum su questioni lavorative che toccano praticamente una gran fetta della popolazione lavorativa è qualcosa di veramente stupido. Quello che soprattutto fa arrabbiare è che si sentono tanti lamentarsi del lavoro e delle loro condizioni e poi, avendo una possibilità di cambiare qualcosa col referendum, non la si sfrutta. E non la si sfrutta per motivi stupidi: si sono sentiti tanti dire che non sarebbero andati a votare perché dovevano andare al mare, perché non si poteva rinunciare a una domenica in spiaggia per rilassarsi e divertirsi. A parte che l’estate deve ancora cominciare e quindi c’è tanto tempo per andare al mare, ergo per una volta si poteva rimandare perché il mondo non finisce; a quanto pare però per gli italiani ferie e svago sono sacri e hanno la priorità su tutto, piuttosto si salta qualche pasto, ma tempo e soldi per ferie si trovano sempre (ci si pongono delle domande però a questo punto: chi è al potere ha scelto le date 8 e 9 giugno contando proprio su questo, non volendo rischiare che i quesiti passassero? Non si poteva scegliere un periodo differente, dove l’affluenza poteva essere maggiore, come a esempio marzo o novembre?)
Cosa succede però se arriva il momento che non si riuscirà più ad andarci perché le condizioni di lavoro sono così peggiorate che non si avranno più modo e mezzi per andarci?
Si pensa all’immediato, al tornaconto del subito, ma bisognerebbe avere la lungimiranza anche di quello che viene dopo, bisognerebbe pensare un poco al futuro sia proprio sia quello di chi verrà dopo (figli). Invece non c’è visione di futuro, perché a tanti non importa, perché tanti si sono rassegnati e convinti che non si può fare nulla per cambiare lo stato delle cose, ergo, meglio divertirsi finché si può (in pochi ricordano le parole di Thomas Jefferson: “I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, ma sono i governi che devono aver paura dei propri popoli.”).
Facendo fallire il referendum non solo si è persa un’opportunità per migliorare la propria condizione lavorativa, ma si è dato l’assist a un governo di destra che appoggia gli imprenditori (come sempre hanno fatto i governi di destra e come ha fatto pure Renzi, che non era affatto di sinistra ma un vero e proprio cavallo di Troia della destra asservito ai soldi e agli imprenditori) che così può vantarsi e dire che la maggior parte degli italiani è dalla loro parte, che appoggia le sue politiche del lavoro e condivide in toto il suo modus operandi, dandogli così ancora maggior potere e libertà d’azione. Un governo che ha spinto con forza sull’astensionismo, facendo diventare la sconfitta dei lavoratori una sua vittoria, vantandosi ed esaltandosi di questo fatto, dando l’ennesima dimostrazione di come considera la democrazia e di come la stia mettendo a rischio.
Menefreghismo, lassismo, rassegnazione, egoismo: le ragioni di questo fallimento sono tante. Il termine più adatto per definire tutti gli italiani che non sono andati a votare è ben usata in una famosa canzone dei Green Day (però si usino i termini italian e Italia per rendere il quadro più chiaro e pertinente).
P.s.: in diversi elementi del governo hanno esortato a non andare ai seggi. E se si seguisse lo stesso consiglio quando si dovrà andare a votarli?
In fondo è successo quello che si sapeva sarebbe successo… probabilmente nessuno ci credeva, tra i promotori stessi. I referendum sono serviti come arma in una rissa interna del Partito Democratico, e per rifarsi l’immagine (visto che le orribili leggi sul lavoro venivano proprio da lì).
Ma quando tornerà al governo il PD, come prima cosa toglierà quelle leggi, vero? Vero?…
Parte del fallimento è dovuta alla poca credibilità dei politici (di tutte le parti). Le persone però avrebbero dovuto andare oltre questo e vedere che avevano la possibilità, per una volta, di fare qualcosa. Sconfortante.