Moonfall è uno di quei film che si guardano con curiosità per vedere i bassi livelli che un certo cinema ha raggiunto per far andare la gente al cinema. Si è di fronte al genere fantascientifico/catastrofico/apocalittico in stile Armageddon – Giudizio finale, con la differenza che questa volta è la Luna che sta per cadere sulla Terra e non un meteorite e che come film Moonfall è meno divertente (sì, perché per quanto il film con protagonsita Brucis Willis fosse un’americanata, il suo lo faceva: sapeva intrattenere e divertire, merito del gruppo sgangherato di trivellatori che diventano astronauti per salvare il pianeta, cosa che Moonfall invece non fa).
L’unico che capisce che qualcosa non va è l’astronauta Brian Harper, quando riporta che la missione di cui faceva parte è stata attaccata da una strana nube proviente dalla Luna. Nessuno gli crede (l’astronauta che era con lui è morto e la navigatrice che era a bordo dello shuttle era priva di sensi per un trauma); dieci anni dopo l’incidente, solo un gruppo sgangherato di cospirazionisti guidati da K.C. Houseman (interpretato da John Bradley-West, conosciuto soprattutto per il ruolo di Samwell Tarly nella serie Il Trono di Spade) credono che quanto accaduto non fosse dovuto a un errore umano, ma che il governo celi una verità scomoda. E infatti hanno ragione: il governo sapeva già da quando era stato messo piede sulla Luna che c’era qualcosa che non andava.
Si scopre così che la Luna è una megastruttura di origine aliena che orbita intorno alla Terra da milioni di anni, da prima che ci fosse vita sul pianeta; l’essere umano è stato creato dagli alieni, che altro non erano che altri esseri umani vissuti in un’altra galassia, talmente evoluti che erano capaci di creare la vita e di vivere nella prosperità assoluta, dato che ogni guerra e disuguaglianza sociale era stata eliminata. Purtroppo, crearono un’intelligenza artificiale che a un certo punto prese autocoscienza, li vide come una minaccia e li eliminò dal primo all’ultimo (ricorda lievemente Terminator); sapendo la fine cui andavano incontro, crearono delle gignatesche arche e le mandarono alla ricerca di pianeti adatti alla vita; sfortunatamente furono distrutte tutte (l’IA ricerca e insegue ogni forma di vita umana) tranne la Luna, l’unica che non aveva umani a bordi, che raggiunse la Terra e v’impiantò il codice genetico, permettendo così alla vita e all’uomo di svilupparsi. Sfortunatamente (le sfighe non si fermano mai), l’IA si è infiltrata dentro la Luna e sta minacciando il suo nucleo energetico per far si che precipiti sulla Terra, eliminando così ogni minaccia.
Harper, Houseman e Fowler (la navigatrice che era con Harper al momento dell’incidente), mentre la Terra sta subendo inondazioni, terremoti, modifica della gravità, mancanza di ossigeno, follia umana e deficienza di governo (gli americani vogliono fermare la caduta della Luna lanciandole contro l’atomica, come spesso succede in questi film), partono con uno Shuttle e raggiungono la megastruttura dove veranno aiutati dal programma che la gestisce per eliminare l’IA. Uno dei tre si sacrificherà, salvando il mondo e permettendo agli altri due di ritornare dalle loro famiglie disastrate e riconcigliarsi.
Roland Emmerich non è nuovo a film con alieni che influenzano la Terra o la vogliono dominare o distruggere (basta pensare a Indipendence Day e Stargate) o ci sono castrofi (The day after tomorrow – L’alba del giorno dopo), ma nelle pellicole precedenti la trama funzionava e c’era un certo fascino (Stargate), con Moonfall le cose non funzionano, si trascinano stancamente fino alla fine, e non importa avere attori come Halle Berry e Donald Sutherland nel cast.
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