La mania del controllo, come spiega la psicologia, è una problematica che spinge gli individui a voler tenere tutto e tutti sotto controllo, tentando di prevenire l’imprevedibile e il comportamento altrui e delle situazioni; uno stato ansioso che non fa vivere bene non solo l’individuo, ma anche chi gli sta accanto, dato che questa ansia viene avvertita dagli altri, quasi come a voler essere trasmessa. Tale percezione può portare un malessere crescente, che diventa soffocante, che è quasi invasione, dato che non si è più protagonisti della propria vita poiché è l’altro a controllarla.
Quella che può diventare una patologia molto seria, può essere trasposta dall’individuo alla società attuale, visto che siamo in una società che controlla e vuole controllare sempre di più. Se si osserva, la libertà dell’individuo è sempre minore, mentre viene monitorato sempre di più.
Un esempio lo sono i social.
Poi lo sono gli smartphone con le varie app che controllano spostamenti.
Poi gli acquisti online e gli acquisti con carte di credito.
Poi l’uso della tessera sanitaria per gli acquisti in farmacia.
Poi le telecamere che sorvegliano strutture, negozi, abitazioni.
Autovelox, semafori photored.
Tutti questi sono strumenti di controllo e sono solo alcuni dei tanti. Certo, sono stati creati, stando agli intenti, per migliorare la vita dell’uomo, renderla più tranquilla, più semplice, più sicura. Ma di fondo, questa società sempre più controllante e monopolizzante, con la sua ansia diventa soffocante e la qualità dell’individuo ne risente, divenendo peggiore col passare del tempo. Limitando la libertà delle persone, controllandole in continuazione, si applica una pressione che diventa un disagio sempre maggiore. Questa mania del controllo prosciuga le energie, la voglia di fare, blocca la creatività, aumenta l’aggressività.
La società non se ne rende conto, ma più controlla e più vuole controllare, divenendo ossessiva, prepotente e sopraffacente. Questa società è malata e andrebbe aiutata, ma vuole essere aiutata? Vuole davvero rinunciare al potere di poter gestire la vita di tutti? Di controllarla in ogni suo attimo?
I fatti stanno dicendo di no.
Certamente questa è l’epoca della fine della privacy e del dissenso. Parlo di dissenso perché se veramente scomparisse il denaro contante magari sarà anche un colpo contro la mafia o i narcotrafficanti, ma si impedirebbe anche qualsiasi possibilità di vivere e utilizzare risorse fuori dal “controllo sociale.” Stiamo andando verso un mondo allucinante.
Non so se si riuscirà a eliminare del tutto il contante; anche se avvenisse, la malavita riuscirebbe a trovare un modo per portare avanti i suoi traffici.
Certo che senza più contante, ma solo pagamenti elettronici, il giorno in cui mancherà l’energia elettrica sarà un bel problema. Anzi, un bel caos. La tecnologia aiuta, senza dubbio, ma fare totalmente affidamento su di essa non credo sia un bene.