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Sotto controllo

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Stiamo vivendo un periodo che diventa sempre più brutto: per quanto politici e media vogliono far credere il contrario, le cose stanno peggiorando e continueranno a peggiorare. Rabbia, paura e aggressività sono i sentimenti dominanti; il vivere sempre di corsa, sempre in tensione, logora e porta a situazioni per niente piacevoli. A questo va aggiunto che tanti pensano e ritengono di poter dire e fare tutto quello che gli pare; questa non è libertà, questo è caos.
Il brutto del ragionare di questi tanti è che non prende in considerazione le conseguenze che ne conseguono: la visione di questa mentalità è molto ristretta, oltre che molto dannosa. I pensieri di questi tanti sono per lo più del tipo “ma cosa vuoi che sia”, “tanto cosa vuoi che succeda”, “tanto a me non capita nulla”, e invece di cose ne succedono e ci rimettono poi tutti, perché poi si finisce per essere tutti sotto controllo, continuamente monitorati.
Si pensi alla rete, un mezzo che potrebbe essere utile ma usato dai più per insultare e scaricare le proprie frustrazioni, per perseguitare gli altri, per fare danni: il risultato è che se ne vuole limitare l’uso, non solo andando a fermare queste cose, ma volendo poi anche bloccare la denuncia e la critica delle cose sbagliate come corruzione, inciuci politici; si vuole abolire il libero pensiero, dove solo il consenso per chi comanda è concesso.
telelaser, strumento di controllo usato per la sicurezza stradaleSi pensi alla sicurezza stradale, dove, a causa di tanti furbi e indisciplinati che si credono divinità perché guidano un’auto, c’è una stretta sui controlli: i limiti vengono abbassati, semafori photored, autovelox, speed check, velo ok spuntano come funghi. Questo non solo va a intaccare il portafoglio degli automobilisti (basta una minima distrazione e superare di un paio di km/h il limite dei 50 è roba da ridere), ma causa un forte stato di stress per chi guida, dato che deve tenere sempre tutto sotto controllo. Certo la stretta non è dovuta solo all’aumentare degli incidenti e dei morti sulla strada: i soldi delle multe fanno parte delle voci di bilancio e visti i tanti tagli che i comuni hanno subito, tali enti cercano in ogni modo di ottenere quanto perduto (come sempre, è una questione di soldi e non dovrebbe più sorprendere dato che siamo nell’Era dell’Economia).
Si pensi alle aggressioni, alle morti, agli atti terroristici che avvengono nei centri abitati, nei luoghi pubblici, e a come questo, in nome della sicurezza, porti a far aumentare il numero di telecamere che sorvegliano.
Si pensi ai furbi che invece d’essere al lavoro, sono da tutt’altra parte a divertirsi: con il loro comportamento la morsa dei controlli si è intensificata; basta pensare che in alcuni casi i lavoratori saranno controllati con microchip inseriti nei camici. Questo in parte è giusto perché non si può prendere soldi senza lavorare, ma a rimetterci sono le persone oneste e responsabili, che fanno il loro dovere e vengono trattate così alla stessa maniera dei disonesti. E questo non è per niente giusto.
Stiamo vivendo un brutto periodo, che diventa sempre più brutto. Non ci si stancherà di dire che George Orwell con 1984 è stato profetico: il Grande Fratello esiste e agisce sempre più con forza.
Le persone sono sempre più sotto controllo, la loro libertà sempre più limitata: la loro vita sta diventando proprietà di stati e multinazionali, che decidono tutto per loro, anche se devono vivere o morire. Fa pensare come certi stati si oppongono in tutti i modi possibili a chi chiede di essere liberato da una sofferenza che non potrà mai essere guarita, costringendo a vivere nel dolore e nella disperazione. Fa ancora più pensare come certi stati decidono che uno deve morire, impedendogli di continuare a vivere anche se c’è una possibilità farlo: vedere il caso dell’Inghilterra con il piccolo Charlie Gard.
Quello che sta succedendo dovrebbe far pensare, perché è molto allarmante e se non si fa qualcosa, se non ci si oppone, presto l’individuo non sarà più libero di fare nulla, nemmeno di pensare. Alla faccia di tante storie di fantascienza.

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