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Una risposta alle derive italiane?

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In Italia si stanno presentendo derive sempre più pericolose e la situazione non accenna a migliorare, anzi, se può sta peggiorando sempre più.
Ne è esempio  di tali derive un professore delle superiori che ha minacciato, insultandoli anche, i suoi studenti di rendere la loro vita un inferno e di renderli insufficienti nella sua materia se parteciperanno alla manifestazione delle Sardine.
Oltre a manifestare le sue preferenze (“La retorica fascistoide di Salvini e Meloni e pure di Casapound a me piacciono”), minaccia anche tutti quelli del movimento delle Sardine, asserendo di volergli dare in testa accette, falci e motoseghe. Minacce molto gravi, dato che con un’accetta in testa non ci vuole molta immaginazione a capire che si muore.
Altre minacce gravi sono quelle ricevute dalla sorella di Cucchi, con un sostenitore di Salvini che la insulta, intimando che prima o poi qualcuno le pianterà una palla (pallottola) in testa. Alla domanda fatta da Ilaria Cucchi a Salvini su cosa ne pensa si questo fatto, l’ex ministro ha risposto nuovamente che la droga fa male sempre e comunque, come aveva detto per la sentenza riguardo alla morte del fratello. Il non rispondere dell’ex-ministro può essere visto come uno svicolare per non perdere consensi dei suoi sostenitori, ma anche come un silenzio consenso a quello che essi fanno e dicono: una scelta pericolosa per qualsiasi politico, perché crea cattiva pubblicità e può far perdere consensi invece che farli guadagnare.
Inoltre fa pensare la risposta data da Salvini alla sentenza Cucchi. Che la droga sia un male non ci siano dubbi, ma il processo non era sull’uso della droga, ma sul fatto che dei carabinieri abbiano ucciso di botte Stefano Cucchi. Il “la droga fa male sempre e comunque” può avere varie interpretazioni. Uno, è stata la droga a uccidere Cucchi, non i carabinieri. Due, Cucchi era un drogato quindi si meritava di morire. In entrambi i casi si è di fronte a una dichiarazione molto grave, che cerca di distogliere l’attenzione dalla verità: a commettere un reato sono stati dei membri delle forze dell’ordine, proprio quelli che dovrebbe per prima seguire e attuare la legge.
Questi solo alcuni dei casi che sono più sotto i riflettori dell’attenzione pubblica, ma adesso in Italia c’è un clima di disprezzo, odio e violenza che cerca capri espiatori su cui scatenarsi.
Un clima a cui però ci si sta cominciando a ribellare, come sta dimostrando il movimento delle Sardine nato a Bologna. Potrà essere come accusano alcuni che sia un movimento acefalo, privo di idee, sprovvisto di un programma preciso, destinato a essere una meteora, incapace di rispondere a semplici domande. Eppure è una scossa, un segnale contro le derive di odio, di violenza che stanno dilagando nel paese, un dire basta a certi personaggi e al messaggio che stanno predicando. Ed è un segnale anche contro la politica tutta, dato che le Sardine non vogliono essere associate a nessun partito; questo vuol dire che la gente si è stancata di una politica che si occupa solo di campagne elettorali e di poltrone da ottenere, dimentica che è lei a dover essere al servizio della gente e non la gente al suo servizio. Un messaggio che vuol dire anche basta allo sfruttamento e al considerare le persone come numeri da utilizzare per l’ottenimento di potere da usare a scopo personale.

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